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Tony D'Amico è all'interno della short list di nomi e il Milan è pronto all'ultimo casting per scegliere il prossimo Direttore Sportivo. Ormai Igli Tare è più lontano, anche se prima sembrava fosse la certezza, mentre Paratici per una rivoluzione di tutta l'area dirigenziale era finito ai margini già da tempo, ma dopo il volo di Giorgio Furlani a New York verso Gerry Cardinale, la partita DS per i rossoneri non si è ancora chiusa, anzi si è anche ampliata e tutto potrebbe ancora cambiare. L'ultimo outsider, anche se di outsider non si dovrebbe parlare per l'esperienza accumulata all'Atalanta, è Tony D'Amico. Nella lista sono presenti altri due nomi di cui abbia già fatto una lunga analisi: Markus Krosche e Thiago Scuro. Se Paratici e Tare sono più conosciuti nel panorama italiano, gli attuali direttori sportivi di Eintracht di Francoforte e Monaco quasi nessuno li conosce, ma dopo una loro analisi presente sul sito i motivi di una loro candidatura sono stati individuati. Adesso invece analizziamo la figura Tony D'Amico, il DS abruzzese divenuto famoso per le mega plusvalenze con l'Atalanta.
Da dirigente invece, occupa a partire dal 2016 il ruolo di capo dell’area scouting dell Hellas Verona e il suo percorso sarà molto simile a quello di Geoffrey Moncada. Questo perché poi sempre al Verona nel 2018 diventa direttore sportivo del club fino al 2022 quando poi è passato l’Atalanta.
D'Amico riesce a costruire una squadra competitiva per la salvezza e anche per arrivare nelle prime 12-13 posizioni di Serie A. I suoi migliori colpi sono stati Ambrabat e Zaccagni. Ambrabat venne acquistato a 3.6milioni dieuro per poi essere venduto a 19.5 milioni alla Fiorentina. Rrahmani un altro giocatore plasmato da Tony D’amico acquistato 2.1milioni e poi venduto a 14.5 milioni di euro al Napoli e infine decide di puntare su un gioiello delle giovanili che, però adesso si è un po’ perso, Kumbulla venduto poi a 26.5 milioni alla Roma.
Per quanto riguarda invece il suo passaggio all’Atalanta Tony D’amico lo ricorda così:
"Mi sono trovato davanti a una famiglia profondamente innamorata dell’Atalanta e di conseguenza non ho potuto dire di no nonostante le difficoltà, il salto... In tanti mi dissero che non era la situazione migliore per cominciare, ma vedevo un chiaro e potenziale progetto, con una proprietà solida e un allenatore come Gasperini che da anni riesce a reinventare la squadra".
Tony D’amico. Poi parla dopo la vittoria dell’Europa League dell’Atalanta, spiegando che "Il successo in Europa ha esposto il club a nuove dinamiche e situazioni come quella di mantenere tutti i big".
L'Atalanta però non c'è riuscita con Koopmeiners e D'amico spiega che avrebbero potuto sicuramente gestire meglio la situazione diventata però insostenibile, visto che il centrocampista olandese non si presentava da tre settimane agli allenamenti.
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