MILAN ALTRO SCOUT?

Milan e Tony D’Amico, il DS che ha fatto grande l’Atalanta: scoperte e plusvalenze da Re d’Europa

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Tony D'Amico fa parte della lista di possibili futuri direttori sportivi del Milan. Idea di Furlani? Chissà... Scopriamo la sua storia
Mattia Giangaspero
Mattia Giangaspero Direttore responsabile 

Tony D'Amico è all'interno della short list di nomi e il Milan è pronto all'ultimo casting per scegliere il prossimo Direttore Sportivo. Ormai Igli Tare è più lontano, anche se prima sembrava fosse la certezza, mentre Paratici per una rivoluzione di tutta l'area dirigenziale era finito ai margini già da tempo, ma dopo il volo di Giorgio Furlani a New York verso Gerry Cardinale, la partita DS per i rossoneri non si è ancora chiusa, anzi si è anche ampliata e tutto potrebbe ancora cambiare. L'ultimo outsider, anche se di outsider non si dovrebbe parlare per l'esperienza accumulata all'Atalanta, è Tony D'Amico. Nella lista sono presenti altri due nomi di cui abbia già fatto una lunga analisi: Markus Krosche  e Thiago Scuro. Se Paratici e Tare sono più conosciuti nel panorama italiano, gli attuali direttori sportivi di Eintracht di Francoforte e Monaco quasi nessuno li conosce, ma dopo una loro analisi presente sul sito i motivi di una loro candidatura sono stati individuati.  Adesso invece analizziamo la figura Tony D'Amico, il DS abruzzese divenuto famoso per le mega plusvalenze con l'Atalanta.

Tony D'Amico storia e carriera: da calciatore a dirigente

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Perché il Milan è alla ricerca di Tony D’amico attuale direttore sportivo dell’Atalanta?

Partiamo dall'inizio. Tony D’amico nasce il 25 febbraio 1980 a Popoli, mentre cresce a Pescara Inizia la sua carriera da calciatore alla Cavese poi si trasferisce al Foggia all’Empoli a Lecco squadre che militavano tra la serie C e la serie D ai tempi. Gioca da centrocampista ed è un ruolo che lo costruirà anche caratterialmente, come persona equilibrata e come Direttore Sportivo che crede che con il centrocampo si costruiscano squadre vincenti, ma di questo ne parleremo più avanti.

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Finita la carriera da calciatore subito dopo decide di allenare e diventa vice allenatore al Vigor Lamezia nella stagione 2013-2014. Gli basta un anno per capire che non è la sua vera strada.

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Tony D'Amico e il passato all'Hellas Verona: da Ambrabat a Kumbulla, Zaccagni e Rrahmani

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Da dirigente invece, occupa a partire dal 2016 il ruolo di capo dell’area scouting dell Hellas Verona e il suo percorso sarà molto simile a quello di Geoffrey Moncada. Questo perché poi sempre al Verona nel 2018 diventa direttore sportivo del club fino al 2022 quando poi è passato l’Atalanta.

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D'Amico riesce a costruire una squadra competitiva per la salvezza e anche per arrivare nelle prime 12-13 posizioni di Serie A. I suoi migliori colpi sono stati Ambrabat e Zaccagni.  Ambrabat venne acquistato a 3.6milioni dieuro per poi essere venduto a 19.5 milioni alla Fiorentina.

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Rrahmani un altro giocatore plasmato da Tony D’amico acquistato 2.1milioni e poi venduto a 14.5 milioni di euro al Napoli e infine decide di puntare su un gioiello delle giovanili che, però adesso si è un po’ perso, Kumbulla venduto  poi a 26.5 milioni alla Roma.

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Tony D'Amico lo scopritore di talenti dell'Atalanta: Ederson e Lookman

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Per quanto riguarda invece il suo passaggio all’Atalanta Tony D’amico lo ricorda così:

"Mi sono trovato davanti a una famiglia profondamente innamorata dell’Atalanta e di conseguenza non ho potuto dire di no nonostante le difficoltà, il salto... In tanti mi dissero che non era la situazione migliore per cominciare, ma vedevo un chiaro e potenziale progetto, con una proprietà solida e un allenatore come Gasperini che da anni riesce a reinventare la squadra".

Tony D’amico, poi ,parla dopo la vittoria dell’Europa League dell’Atalanta, spiegando che "Il successo in Europa ha esposto il club a nuove dinamiche e situazioni come quella di mantenere tutti i big".

L'Atalanta però non c'è riuscita con Koopmeiners e D'amico spiega che avrebbero potuto sicuramente gestire meglio la situazione diventata però insostenibile, visto che il centrocampista olandese non si presentava da tre settimane agli allenamenti.

Il giorno di mercato che non si dimenticherà mai sarà stato quello dell’infortunio di Scamacca, l’Atalanta e lui hanno dovuto gestire una situazione in poco tempo di rischio e di crisi acquistando Retegui in soli tre giorni.

Tony D'Amico e gli acquisti come curriculum inviato al Milan

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Ora passiamo ai colpi top con l’Atalanta, perché D’amico ha scovato tanti talenti.

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Hojlund

  • Rasmus Hojlund venduto poi 75 milioni al Manchester United.

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  • Ademola Lookman acquistato per 9.5 milioni.

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  • Ederson dalla Salernitana

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  • Hien che conosceva bene dal Verona

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    De Ketelaere

  • De Keteleare forse il più rischioso per il costo del cartellino e per le prestazioni del belga al Milan.

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    Poi infine anche

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  • Retegui

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    Samardzic

  • Samardžić,

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  • Zaniolo

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    Brescianini

  • Brescianini

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  • Bellanova

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  • Cuadrado

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    Rui Patricio

  • Rui Patrício

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    Milan e Tony D'Amico, nel segno del Player Trading?

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    Ora perché al Milan potrebbe interessare Tony D’amico? Sicuramente per le plusvalenze generate. L’Atalanta è il primo club in Italia e tra i primi in Europa per giocatori acquistati a basso costo e poi rivenduti a cifre monstr. Il Milan in questo momento ha tanti giocatori che forse non fanno parte delle prime scelte in squadra che sono in prestito e che da anni fa fatica a vendere senza prestiti in sostanza Tony D’amico sarebbe il perfetto Direttore Sportivo per il player trading che potrebbe alzare il livello di una squadra come il Milan che l’anno prossimo rischia di non fare la Champions League.

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    Le dichiarazioni di Tony D'Amico alla Gazzetta dello Sport che hanno colpito il Milan

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    --- L'INTERVISTA ESCLUSIVA DELLA GAZZETTA DELLO SPORT---

    Direttore, ci può raccontare come è iniziata la sua avventura all’Atalanta?

    "Sì, è stato tutto abbastanza inaspettato. Ricordo bene quel giorno di marzo 2022: ricevetti una chiamata da Luca Percassi. Non ci conoscevamo, ma subito iniziammo a dialogare. Fu un incontro di intenti, tutto è partito da lì. Mi sono trovato davanti a una famiglia profondamente innamorata dell’Atalanta e, di conseguenza, non ho potuto dire di no."

    L'Atalanta all’epoca era in un momento delicato, fuori dall’Europa dopo anni. come affrontò questa sfida?

    "In tanti mi dissero che non era la situazione migliore per cominciare. Ma io vedevo chiaramente il potenziale di continuità del progetto: una proprietà solida e un allenatore come Gasperini, che da anni riesce a reinventare la squadra. Infatti, non ci è voluto molto per tornare in Europa, e poi abbiamo persino vinto l’Europa League, un traguardo straordinario."

    Questa sessione di mercato è stata la più difficile?

    "Direi di sì, anche perché arriviamo da un grande successo, la vittoria dell’Europa League. Questo ci ha esposti a nuove dinamiche e situazioni. Avevamo l'obiettivo di mantenere i nostri migliori giocatori, ma la cessione di Koopmeiners è stata inevitabile, anche se abbiamo imposto le nostre condizioni."

    Come gestite il lavoro con Luca Percassi?

    "Con Luca condividiamo tutto, dalle scelte principali alla presenza continua sul campo. Ovviamente, ci rispettiamo molto nei nostri ruoli, ma l’obiettivo comune è sempre quello di fare il meglio per l’Atalanta."

    Qual è il giorno di mercato più stressante che ricorda?

    "Senza dubbio, il giorno dell’infortunio di Scamacca. Fu un duro colpo per tutti. Abbiamo dovuto reagire in fretta per trovare un sostituto, e così siamo andati su Retegui. In meno di tre giorni abbiamo concluso l’affare, anche grazie al supporto della proprietà."

    La cessione di Koopmeiners è stata una sorpresa per molti. Come è andata veramente?

    "Non è facile dire di no alla Juventus quando chiama, e per Koopmeiners non è stato diverso. Abbiamo cercato di tenerlo, ma dopo tre settimane di assenza dagli allenamenti, ci siamo resi conto che la situazione era insostenibile. Certo, col senno di poi si poteva gestire in modo diverso, ma queste sono le dinamiche del mercato."

    Quali sono gli acquisti che l’hanno resa più orgoglioso?

    "Sicuramente, aver ricostruito un’Atalanta più giovane e più italiana. Puntare su giocatori con grande potenziale come Brescianini, Samardzic e Zaniolo ci dà fiducia per il futuro. E non dimentichiamo gli altri acquisti: Bellanova, Cuadrado, Rui Patricio. Tutti questi giocatori aggiungono qualità ed esperienza alla rosa."

    L'Atalanta è ancora pronta a gareggiare a livello internazionale?

    "Assolutamente sì. L'Atalanta non ha mai avuto paura di affrontare le grandi squadre, e lo dimostreremo anche quest'anno. Il nostro gruppo è composto da giocatori che hanno meritato di giocare in Champions League e nuovi innesti che porteranno energia e freschezza."