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Fluidità rossonera

Il nuovo modulo del Milan di Massimiliano Allegri

Milan Allegri
La risposta era nascosta nei dettagli: il Milan ha scoperto un assetto tattico che cambia percezioni e ambizioni.
Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 

Il Milan di Massimiliano Allegri prende forma con il passare delle partite e il gioco dei rossoneri sta diventando sempre più riconoscibile. La tattica scelta dal tecnico livornese è talmente fluida che ridurla a un unico modulo risulterebbe limitante. Parlare di 3-5-2, 3-4-1-2 o addirittura 4-3-3 sarebbe fuorviante.

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MILAN, ITALY - AUGUST 23: Head coach of AC Milan Massimiliano Allegri reacts during the Serie A match between AC Milan and Cagliari at Stadio Giuseppe Meazza on January 11, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)

Per Allegri non contano i moduli, ma il modo in cui i calciatori interpretano i propri compiti in campo. Si pensi, ad esempio, alla gara di Lecce o all’ultima uscita a San Siro contro il Bologna: sulla carta un classico 3-5-2, che però di classico aveva ben poco. In difesa sono stati schierati Tomori, Gabbia e Pavlovic, una linea a tre piuttosto eterogenea. La presenza di Pervis Estupinan a centrocampo, come esterno a tutta fascia, consentiva all’occorrenza di scalare in difesa, trasformando la retroguardia in una linea a quattro. Di conseguenza Alexis Saelemaekers, nominalmente l’altro quinto di centrocampo, poteva rimanere nella sua zona e dedicarsi con maggiore libertà alla fase offensiva. Non a caso, proprio dai piedi del belga è nato l’assist per il gol di Luka Modric.

In questo schema all'occorrenza anche Adrien Rabiot si adattava, scalando sull’out di sinistra per formare un 4-4-2 di sacchiana memoria, con Youssouf Fofana e Luka Modric al centro. Davanti, invece, la coppia atipica composta da Santiago Gimenez e Ruben Loftus-Cheek. Una disposizione tattica che andava ben oltre i numeri: ciò che conta è il compito da svolgere, non la posizione prestabilita sul rettangolo verde.

Milan, la tattica di Max contro la tattica di Allegri

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Non si tratta del dottor Jekyll e del signor Hyde, celebre racconto di Robert Louis Stevenson, ma di una formula utile per comprendere un concetto chiave del calcio di Allegri: non esiste un dualismo tattico nel Milan, bensì una fluidità che permette di variare lo spartito senza necessariamente cambiare gli interpreti. Un privilegio riservato a pochissimi allenatori, capaci di mantenere un metodo di gioco indipendente da un singolo schema.

D’altronde, il calcio per Allegri non è per definizione semplice? Sì, perché per Max tutto parte dal mettere i giocatori nei ruoli a loro più congeniali, al di là dei freddi numeri. E allora sì, si può affermare: il calcio è semplice per chi sa renderlo tale. E Allegri, ancora una volta, ne dà la dimostrazione.

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