Un rigore assegnato, ma tolto poco dopo la VAR. Non è per questo che il Milan non ha vinto a Zagabria, ma nel computo del match va annotato anche l'ennesimo torto arbitrale nei confronti del Milan
Il Milan a Zagabria ha disputato un bruttissimo match. Lo sanno bene i giocatori, la società e tutti i sostenitori rossoneri. Lo diciamo subito, per sgomberare il campo dalle accuse di voler derubricare il match a partita decisa da un errore arbitrale. Ma l'errore c'è stato, eccome, e per altrettanta serietà non sarebbe corretto nasconderlo o minimizzarlo, perché è un qualcosa con cui il Milan, non solo in Europa, fa i conti ormai da diverso tempo. Inspiegabile il rigore prima dato, poi tolto. Ma prima c'è il campo, e di questo parleremo. Non ci nascondiamo, la (non) prestazione di Zagabria infatti non è stata all'altezza della situazione, ma l'analisi, per certi versi, è più semplice di quel che si creda.
I rossoneri infatti, da diversi anni a questa parte, faticano nell'avere il giusto approccio alla gara, spesso iniziando a giocare dopo un gol subito. Quasi come se la squadra avesse bisogno di uno schiaffo (sportivamente parlando), per poter trovare la necessaria spinta e le giuste motivazioni per arrivare ai risultati sperati. Le discussioni in tal senso si sprecano, e per molti trovano la spiegazione in una rosa non all'altezza, ma non è (e non può essere) così. Indubbiamente qualcosa manca a questa squadra, non lo neghiamo, ma se vinci a Madrid e con Juve e Inter, e poi fatichi con Cagliari e Dinamo Zagabria, è evidente come non sia la rosa il problema. Soprattutto se pensiamo che questo problema affligge Milanello dal 2020, fatta salva la bellissima parentesi dello scudetto 2022, che rischiava di sfumare dopo i due brutti pareggi con Bologna e Torino.
Anche lì, guarda caso, fu un problema di approccio alla gara. E soltanto due mesi dopo quello scudetto, ai primi problemi della squadra, Sandro Tonali dichiarava: "Siamo rimasti con la testa a maggio...". Un chiaro segnale che lo scudetto aveva già riempito la pancia del gruppo. Dal 2022 ad oggi sono cambiati tanti giocatori, sono cambiati gli allenatori, ma il problema è rimasto. Segno che la cosa è ben radicata, e non sarà facile scrollarsela di dosso. In questo, va detto, la tifoseria non aiuta. Molti tifosi infatti sono fra i primi a ritenere che la rosa abbia poca qualità, e questo non fa altro che dare alibi ad un gruppo che ha invece bisogno di responsabilizzarsi. La speranza è che l'acquisto di Walker, un giocatore di forte personalità, contribuisca a far sentire forte il gruppo.
Fatti salvi i limiti di cui sopra, non si può però non parlare dell'arbitro, che anche ieri ha penalizzato i rossoneri. Una cosa che ormai vediamo spesso, sia in Italia che in Europa, nei momenti decisivi delle gare. Il mancato rigore di Zagabria, dopo l'iniziale concessione e il successivo annullamento al VAR, è un qualcosa di difficile comprensione, e avrebbe meritato un (forte) intervento da parte della società rossonera. Non è una scusante, lo abbiamo premesso all'inizio, ma se al 70' il Milan si fosse trovato sul 2-2, chissà cosa sarebbe potuto accadere...