ESCLUSIVA

ESCLUSIVA – Alberto Santi (DAZN): dal modello Pizzul al Milan

Alberto Santi Pizzul Milan
L'intervista completa del giornalista Alberto Santi in esclusiva ai nostri microfoni
Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 

Alberto Santi è un giornalista sportivo. Prima sognava di fare il calciatore, poi ha cominciato a fare le telecronache alla Playstation e ha capito che voleva farlo diventare un lavoro, fino a quando è diventato uno dei telecronisti DAZN.

Questa è la sua biografia sul sito di DAZN, una descrizione che dimostra come inseguire un sogno possa diventare realtà.

Alberto Santi (DAZN)

Di seguito l'intervista ESCLUSIVA ai nostri microfoni. Da Pizzul al Milan, passando per i suoi modelli.

Un ricordo di Pizzul e i suoi modelli in ambito lavorativo

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Come non iniziare da Bruno Pizzul, scomparso lo scorso 5 marzo. Un tuo ricordo legato allo storico telecronista?

"Non penso di esagerare quando dico che Bruno Pizzul è uno dei motivi principali per cui faccio questo lavoro. Da bambino, volevo essere quel signore che raccontava le partite in televisione, volevo essere Bruno Pizzul, e come me penso anche tanti miei colleghi. Se penso a Bruno Pizzul, il primo ricordo è sicuramente il Mondiale di Francia ’98, il mio primo, poi attraverso vecchie videocassette i gol di Baggio a USA 94’, penso di sapere ancora a memoria parola per parola come sono stati raccontati."

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Chi sono i tuoi modelli a livello lavorativo?

"Sono appassionato di calcio sudamericano, mi piace molto l’approccio dei telecronisti argentini, perché si mettono sullo stesso piano dei telespettatori, poi chiaramente è uno stile poco adattabile al pubblico italiano, risulterebbe fuori contesto. Tuttavia ci sono diversi spunti che si possono prendere, soprattutto da un punto di vista del ritmo. Se devo farti un nome, ti dico Rodolfo De Paoli, telecronista argentino."

Come ti prepari per una telecronaca?

"Cerco di arrivare il più preparato possibile, sapendo che poi durante i 90 minuti alla fine è il live della partita a essere padrone della situazione. Di tutte le cose che mi preparo, alla fine ne uso davvero poche durante la telecronaca, però mi dà sicurezza sapere di averle lì, a portata di mano. Cerco di leggere i giornali nazionali e anche locali delle squadre, rivedo un po’ di partite, cerco qualche possibile curiosità e vedo qualche statistica interessante."

Cosa consiglieresti ad un giovane che vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

"Uso lo stesso consiglio che diedero a me a suo tempo. Iniziare. E’ un lavoro che impari facendolo. Adesso ci sono tantissimi siti, canali YouTube, twitch, podcast, ci sono davvero tante possibilità per iniziare. Poi chiaramente è importantissimo ricevere i giusti consigli, le giuste lezioni, però bisogna iniziare."

Cosa ne pensi della situazione attuale del Milan?

"É una situazione difficile da interpretare, perché la squadra c’è, il talento pure, però spesso sembra mancare l’atteggiamento, motivo per cui tendo a dare più responsabilità per primo ai giocatori. Il Milan ha i giocatori e hanno già dimostrato di essere forti, devono però dimostrarlo partita dopo partita, non basta più ripensare al passato. Se l’allenatore cambia e diversi limiti rimangono, vuol dire che non era solo colpa dell’allenatore. Adesso tocca a Conçeiçao riuscire a raddrizzare la stagione per arrivare in Europa, ma forse c’è anche da valutare se l’approccio così militaresco possa funzionare con questo gruppo. Per la Supercoppa Italiana, lo scossone è servito, ma ora forse serve cercare più dialogo."

Per chiudere: dove ti vedi tra 20 anni in ambito lavorativo?

"Bella domanda! Qualsiasi cosa sarà tra 20 anni spero di continuare a divertirmi e lavorare con passione, sempre emozionandomi e cercando di condividere le emozioni che il calcio sa offrire."