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Con la doppietta firmata contro l’Udinese, Christian Pulisic ha ufficialmente superato Clint Dempsey diventando il miglior marcatore statunitense di sempre nei cinque principali campionati europei (Serie A, Premier League, Bundesliga, Liga e Ligue 1). Il nuovo record è di 59 reti tra Borussia Dortmund, Chelsea e Milan, contro le 57 di Dempsey e le 55 di Roy Wegerle.
Un dato storico, che arriva in un momento cruciale della carriera di Pulisic, a soli nove mesi dal Mondiale 2026 che si giocherà proprio tra Stati Uniti, Canada e Messico. L’America guarda a lui come leader tecnico e simbolico, e lui risponde con i numeri.
Il Milan ha vinto e convinto contro un’Udinese imbattuta fino a sabato. Il risultato finale, 0-3, non lascia spazio a interpretazioni. A prendersi la scena è stato ancora una volta Pulisic, decisivo in tutti e tre i gol:
Al 39’, sblocca la partita sfruttando una ribattuta in area.
Al 46’, il suo pressing alto favorisce il recupero palla e il gol di Fofana.
Al 53’, riceve un filtrante geniale da Rabiot e infila il portiere friulano con un tunnel chirurgico.
Una prestazione completa, da leader silenzioso ma efficace, che manda un segnale forte anche a chi lo aveva criticato per aver saltato la Gold Cup.
Nel post-partita, Pulisic è apparso lucido e concentrato. Niente trionfalismi, ma una chiara consapevolezza:
“Vincere trofei e partite è più importante per me. I gol e gli assist ci sono sempre.”
Un messaggio chiaro al mondo, ma forse anche alla sua nazionale. I rapporti con il ct Mauricio Pochettinosono ormai rasserenatidopo le tensioni estive, e Capitan America ha ora l’occasione di guidare gli USA verso il miglior Mondiale della loro storia.
Per i rossoneri, la trasferta a Udine rappresentava uno "snodo" importante. Senza Massimiliano Allegri, squalificato, la squadra ha risposto con maturità. Ora il Milan è a quota 9 punti.
Dopo l’ottavo posto della scorsa stagione e la conseguente esclusione dalle coppe europee, l’obiettivo è chiaro: tornare in alto. E serate come quella del Bluenergy Stadium mostrano che la direzione intrapresa è quella giusta.
Anche senza essere in panchina, l’impronta di Massimiliano Allegri comincia a vedersi: squadra compatta, meno leziosa, più verticale e concreta. Il Milan non domina il possesso ma sa colpire nei momenti chiave. E con un Pulisic così, tutto è possibile.
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