Le dichiarazioni dell'ex Milan

Alvaro Morata: “Sono successe cose che non avevo mai vissuto in carriera…”

Milan Morata
Le dichiarazioni rilasciate a La Gazzetta dello Sport da parte di Alvaro Morata
Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 

Alvaro Morata, attualmente in prestito dal Milan al Galatasaray, è tornato a parlare della sua esperienza in rossonero.

In una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Morata ha ripercorso i sei mesi trascorsi a Milano, soffermandosi non solo sull'avventura al Milan, ma anche su prospettive e riflessioni legate al suo futuro.

Di seguito un estratto con le dichiarazioni più importanti rilasciate dal Campione d'Europa con la nazionale spagnola nel 2024.

Morata: i sei mesi al Milan e la nazionale spagnola

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Tre trofei, uno col Milan e due col Galatasaray.

«E speriamo di portarne a casa un altro domenica, finale di Nations League, sarebbe fantastico. La generazione dei fenomeni fece Europeo-Mondiale-Europeo, noi possiamo fare Nations-Europeo-Nations, non è la stessa cosa ma non è da buttar via, anche perché la Nations è cresciuta, vincerla è dura. In semifinale abbiamo la Francia, uno squadrone».

Alvaro Morata: “Sono successe cose che non avevo mai vissuto in carriera…”- immagine 2

(Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)

Facciamo un passo indietro e analizziamo questa stagione strana.

«Sono successe tante cose, alcune troppo veloci, complicate da gestire per me, però alla fine sono contento».

Che è successo? È arrivato al Milan da campione d’Europa, pieno d’energia e di voglia.

«Sì, e secondo me abbiamo fatto anche grandi partite, le cose non stavano andando così male come sembrava o si diceva. Poi però là dentro sono successe cose che non avevo mai vissuto in carriera e che preferisco tenere per me, non mi sentivo più a mio agio e prima di diventare un problema me ne sono andato».

Qual era il problema?

«Non lo posso dire. I cambi repentini non sono mai facili. Se inizi a giocare con una mentalità e all’improvviso muti radicalmente ti può andare molto bene oppure no. Magari la nuova strada scelta a inizio stagione aveva bisogno di un po’ di tempo per essere battuta: hanno deciso di cambiare e non c’è molto da dire. Sì, anzi, una cosa c’è: non è vero che come ho letto in giro mi sarei pentito della scelta. Mai. È stato un onore vestire una maglia storica come quella del Milan».

Lei è una persona d’esperienza, si è reso conto subito che col nuovo corso le cose non andavano?

«Sì. Soprattutto a livello di comunicazione. Io cerco di essere rispettoso con tutti ma ci sono certe cose che non mi vanno bene, e per evitare di creare problemi me ne sono andato».

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(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Ora ci sono Igli Tare e Massimiliano Allegri. Lei è in prestito al Galatasaray fino al 31 dicembre. Ha parlato con loro?

«No, o almeno, non nelle nuove vesti. Perché Max lo sento spesso per il rapporto che ci lega. Tare l’ho visto un paio di volte a cena con amici, ma niente di più. Sono contento per loro e per il Milan: sono grandissimi professionisti e se li hanno presi vuol dire che il Milan vuole tornare subito a vincere e a essere importante e spero che gli vada tutto alla grande. Di me però non so nulla».

La nazionale è un’oasi per lei.

«Assolutamente. Siamo una famiglia, e l’ambiente è talmente rilassato che ogni tanto bisogna spingere un po’ perché sembra che siamo qui in vacanza».

Come capitano deve votare per il Pallone d’oro. Qualche dubbio?

«No, nessuno. Mi piacerebbe che lo vincesse Lamine come lo scorso anno speravo lo vincesse uno tra Rodrigo, Dani Carvajal e Fabian Ruiz. È una questione d’orgoglio, di pelle, di maglia, ma sinceramente io penso che oggi non ci sia un giocatore capace di fare la differenza come la fa Lamine Yamal».