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Subito dopo il suo sbarco sul pianeta rossonero, si è cominciato a parlare di un suo potenziale esordio, da titolare, alla prima con il Milan. Un tema toccato anche nella sua conferenza stampa di presentazione e, successivamente, in quella di Massimiliano Allegri antecedente all’ostica gara con il Bologna. Sinonimo del fatto che, Rabiot, ha subito avuto un impatto importante su tutto il mondo milanista. Così, dopo le suggestioni del venerdì e del sabato, si è passati alla solida realtà. Il tecnico livornese decide di schierarlo dal primo minuto nella gara di ieri sera contro i felsinei e, il suo pupillo, non lo delude.
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Sin dai primi minuti di gioco si nota un Adrien pienamente calato nella realtà rossonera, pressa, richiama i suoi compagni, porta palla, la sradica agli avversari, si inserisce, ma soprattutto, contribuisce a quella solidità rossonera emersa dalla partita di ieri sera. Insomma, se non si sapesse che è solo arrivato a metà della scorsa settimana, si potrebbe pensare che sia al Milan già da tempo. Ma così non è ed è anche il motivo per cui è lecito aspettarsi un ulteriore miglioramento nelle prestazioni, dovuto anche ad una maggior intesa coi compagni, perché quella la si può solo incrementare con il tempo.
Il giorno successivo ad una vittoria importante e corale come quella di ieri sera, diviene oltremodo utile per approfondire alcune tematiche in particolare, fra cui le curiosità riguardanti un giocatore. E, mantenendo l’attenzione focalizzata su Rabiot, sin dai suoi primissimi attimi milanisti si può notare una sua ricorrente peculiarità.
Con ogni probabilità, non è il caso di Gavi che, come testimoniato anche da alcuni suoi compagni, non ha ancora imparato ad allacciarsi le scarpe. Più accreditata, invece, l’ipotesi della comodità. In tal senso, uno degli iconici precursori fu Diego Armando Maradona, salvo poi, nel suo caso, prendere piede anche la potenziale pista del marketing. Tornando, però, ad Adrien non ci sono certezze a riguardo, anche perché è possibile notare come non sia una costante della sua carriera ma un qualcosa di relativamente recente. Difatti, è un’usanza che emerge, in particolar modo, dalle partite disputate con l’Olympique Marsiglia e da queste prime apparizioni con il Milan.
Insomma, la ferma sicurezza sulla motivazione di tale scelta ancora non la si ha. Nel frattempo, però, quello delle scarpe slacciate può tramutarsi in un semplice tratto caratteristico del suo essere, in campo. E che, eventualmente, da un punto di vista del tutto ironico, può essere anche riconducibile a quel soprannome affibbiatogli da Allegri durante il suo primo giorno a Milanello: "vagabondo".
Tralasciando il modo di indossare gli scarpini, tutto il mondo rossonero si gode un giocatore dal grande carisma e dalla grande solidità. In attesa del primo gol, dei dodici che si è prefissato di fare in stagione, con la maglia del Milan.
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