Modric, dalle mattinate da piccolo pastore al vertice del mondo calcistico

Il giorno seguente, le dichiarazioni rilasciate da Luka Modric durante la sua conferenza stampa di presentazione, riecheggiano ancora in tutto il mondo rossonero. Dall'ambizione, agli attestati di stima nei confronti di Allegri e dei suoi, ormai, prossimi compagni, passando per l'umiltà. Insomma, ingredienti fondamentali per una squadra che vuole ricostruirsi e tornare, prima di qualsiasi altro traguardo, a conquistare il palcoscenico della Champions League.

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A ciò, si aggiunge la grandezza del croato, emersa dai concetti espressi ieri pomeriggio a Casa Milan, in campo e fuori da esso. Ecco, proprio quest'ultimo aspetto, viene più volte accantonato in favore dei successi o premi ottenuti durante la carriera. Nel caso, però, del vincitore della sessantatreesima edizione del Pallone D'Oro non può dicerto passare in secondo piano, anche perché, ha contribuito fortemente a temprarne il carattere e la cultura del lavoro che lo hanno, da sempre, caratterizzato.

Modric, l'omicidio del nonno e l'infanzia da piccolo pastore di pecore

Fra gli eventi che hanno segnato, nel profondo, la vita del glorioso centrocampista croato troviamo, senza ombra di dubbio, l'omicidio del nonno omonimo per mano dei Cetnici. Ovvero, il movimento serbo nazionalista fedele a Pietro II, il re di Jugoslavia in esilio durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Complice anche la tenera età, il giovane Luka solo con il tempo comprese che non avrebbe più avuto la possibilità di rivedere il nonno e condividere, direttamente con lui, i propri prestigiosi traguardi. Ciò nonostante, in molteplici interviste, Modric ha più volte parlato del forte legame che lo lega al suo avo.

In relazione a ciò, è reperibile sul web un estratto del documentario, realizzato a cavallo fra il 1989 e il 1990, dal regista Pavle Balenovic.

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Nella trentina di secondi in questione, si nota un giovane pastore di cinque anni. Quel bambino, è proprio Luka Modric, alle prese con il gregge delle capre del nonno sui monti Velebit. Quest'ultimi, vicini al suo villaggio natale di Modrici. Proprio quel villaggio, in cui girava il seguente detto: "A Modrici possono sopravvivere solo i Modric e il luppolo".

Modric e la passione per il calcio

Un anno dopo, la vita del piccolo Luka cambierà radicalmente per via dell'uccisione del nonno. Ciò nonostante, la sua passione per il calcio non si affievolirà, anzi, anno dopo anno crescerà ulteriormente, come il suo talento. Ed è proprio quest'ultimo fattore, unito alle intemperie che la vita gli ha messo davanti, che gli hanno consentito di raggiungere ed imprimere a fondo il suo nome nel gota del calcio mondiale. Dal Pallone D'Oro alle Champions League con il Real Madrid, per arrivare a quel sogno che aveva Luka da bambino: vestire la maglia del Milan. 

Il sogno e il traguardo: ora un altro obiettivo

Ora quel sogno di quel piccolo pastore di cinque anni si è realizzato e conoscendo la mentalità di Modric, è già passato al traguardo successivo: quello dei successi e degli obiettivi conquistati. Perché in fondo, stagione dopo stagione, il cognome "Modric" è divenuto sinonimo di vittoria e fame sportiva.