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Nell’intervista esclusiva rilasciata alla redazione di MilanVibes, Gianluca Di Marzio si è raccontato a cuore aperto, svelando alcuni dei momenti più iconici del suo rapporto con Adriano Galliani. Tra retroscena di mercato, telefonate notturne e aneddoti di altri tempi, il giornalista di Sky ha dipinto il ritratto di un dirigente unico nel suo genere, simbolo di una stagione irripetibile del calcio italiano.
“Con Galliani ho un rapporto di grande fiducia, lo considero come esempio di grande rapporto tra un dirigente e un giornalista. Non mi ha mai mandato fuori strada, mai regalato una notizia ma mai mandato fuori strada, anzi ha sempre premiato lo sforzo di essere arrivati su un nome.”
Di Marzio racconta con ammirazione il modo in cui l’allora amministratore delegato del Milan gestiva le informazioni con rispetto e professionalità:
“L’anno di uno dei mister X chiamai il ‘Boss’ (così chiamiamo Galliani..) e gli dissi che avevo scoperto che era Zapata, e lui per premiarmi mi disse i dettagli… ti premiava se il nome lo trovavi da solo. Non c’è stata una volta che Galliani non abbia risposto a un messaggio o a una chiamata entro 24 ore.”
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Tra i ricordi più vivi, Di Marzio cita con affetto la notte del ritorno di Kakà al Milan:
“Ho un bel ricordo del ritorno di Kakà al Milan. Trattativa notturna, dissi a Galliani che anche se si faceva notte fonda ci tenevo molto a sapere se arrivava il sì di Kakà. Lui mi chiamò alle 2.30 e disse: “L’uomo del monte ha detto sì…”.”
L’episodio, oltre alla gioia della notizia, mostra anche il lato ironico e lucido del dirigente rossonero:
“Ebbe poi la lucidità di chiedermi ‘ma lei ora questa notizia dove la dà? Voi ora siete in replica…’ e io spiegai con un po’ di imbarazzo che l’avrei data su Twitter. Erano da poco nati i social…”
Nel corso dell’intervista, Di Marzio ha condiviso anche un aneddoto che lega Galliani a suo padre, Gianni Di Marzio:
“Quando mio padre era al QPR come responsabile mercato con Briatore, Taarabt era uno di quei talenti. Quando Adriano Galliani decise di portarlo al Milan, chiamò mio padre per sapere com’era come ragazzo. C’era la leggenda sulla discontinuità e sul carattere particolare, era effettivamente frizzante ma in campo era un talento pazzesco. Galliani ringraziò papà spesso e anche lo stesso Taarabt, anche se a onor del vero mio padre lo offrì prima al Napoli perché lo avrebbe voluto vedere con quella maglia...”
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