"Sogno tutti i giorni, sogno maggio e sogno di vincere qualcosa con il Milan"È forse questo il ricordo più bello di Fonseca l'uomo. Una persona che per come raccontava quel sogno, che adesso possiamo dirlo, era la Champions League (non la qualificazione), faceva trasparire il suo animo, quasi da tifoso rossonero. Sembrava un uomo qualunque che tifava Milan e che parlando con amici a un bar e non in una conferenza dinanzi ai giornalisti, raccontava delle sue speranze.
FONSECA E GLI ONERI, NON GLI ONORI
Va via un grande uomo, il peccato mortale: un mix di gestione umana e sfortuna
Beh, questo sogno Fonseca non potrà realizzarlo, almeno lui..., ma il ricordo che resta dell'allenatore portoghese per alcuni sarà un bel ricordo, per altri un pessimo, mentre altri ancora, per la troppa rabbia nel vedere il proprio Milan 8° in classifica, non vorranno neanche parlarne.
Fonseca l'allenatore
—Su quel che è stato Fonseca andiamo però per gradi. Paulo è arrivato per il gioco e all'inizio dei cambiamenti rispetto all'ultimo Milan di Pioli si sono visti. Un Milan più compatto, che ha esaltato le qualità di Reijnders e di Pulisic.
Ci sono state le varie mosse a sorpresa contro Real e Inter e poi quella ricerca di solidità difensiva trovate nelle ultime gare. I rossoneri hanno iniziato la stagione prendendo 2 gol in media a partita, mentre questo dato è sceso a 1 solo. Quindi un miglioramento, anche se minimo e anche se non visibile dalla classifica, c'è stato.
Il punto in questione è che finite queste idee, a tutti gli altri problemi non si è posto rimedio. L'attacco ha smesso di segnare, non che la colpa sia tutta di Fonseca; Morata e Abraham hanno sbagliato tanti gol e c'è anche da dire che se non ci fossero mai stati Reijnders e Pulisic, adesso il Milan starebbe lottando per salvarsi.
Quindi, il gioco bene, la crescita anche, ma a un certo punto le somme vanno tirate perché si è al Milan e i giocatori, seppur no di qualità invidiabili a tutti i club europei, restano di prima fascia. Fonseca paga non per la difesa o l'equilibrio, ma per il poco attacco e per la tantissima sfortuna sotto porta dei suoi giocatori.
Fonseca l'uomo
—Da Fonseca l'allenatore, passiamo al Fonseca uomo. Qui è come se la persona si scindesse in due soggetti diversi. Un po' dr Jekyll e Mr Hyde.
Fonseca in Conferenza è sempre stato esaustivo, onesto e trasparente su ogni problema, a detta sua, che avesse il Milan. Fonseca ha avuto il coraggio di prendere delle decisioni forti nello spogliatoio contro Leao prima e Theo poi. Decisioni giuste visto l'atteggiamento passivo dei due giocatori. Poi però ci si ferma un attimo a ragionare e la domanda sorge spontanea.
Tra i vari compiti di un allenatore non c'è anche la gestione di uno spogliatoio? I vari Tomori, i Pavlovic, i Calabria, gli Okafor, i Loftus, oltre alle due stelle citate prima, erano tutti giocatori che a inizio stagione avevano un valore economico. Co Fonseca alcuni di questi il campo non lo hanno mai visto, altri hanno avuto discussioni, ma il sunto finale è che si sono deprezzati tutti e come si deprezzano loro, si è deprezzato il Milan.
Le vittorie arrivano non solo grazie al gioco e non solo grazie ai rapporti, servono entrambi e in questo caso il gioco all'inizio c'era, i rapporti si stavano per formare, ma tutto si è sgretola e sono stati proprio i rapporti a mangiarsi il gioco e a mangiarsi Fonseca.
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