Per settimane ci si è chiesti se fosse come Giampaolo...ma il Maestro non aveva battuto Inter e Real e non aveva le coppe europee da affrontare, meno dispendio e più tempo per allenare...Poi invece, proprio perchè aveva vinto il derby di andata come l'Imperatore, ci si è chiesti se fosse come Terim, ma il Mister turco a Natale non ci era arrivato e poi era stato sostituito da Ancelotti...e poi Inzaghi aveva sbagliato il rigore a Torino mentre Theo ha corso dall'inizio alla fine contro la Roma.
UN SIGNORE
L’EDITORIALE DI MAURO SUMA – Non era Giampaolo e nemmeno Terim, era Fonseca
No, era semplicemente Fonseca. Tutto quello che ha fatto e detto, lo ha fatto e detto in buona fede e con coraggio. I tifosi criticano per la sua apparizione nella conferenza stampa post-partita e sono liberissimi di farlo, ma con i tempi tecnici del post-partita in casi del genere non è stata la prima volta per il Milan così come per altre società nella storia e non sarà l'ultima. In situazioni di questo tipo, la presenza fisica della dirigenza del club affianca il nuovo allenatore, non quello uscente.
Trasparenza, onestà e signorilità. Questo è stato e resta Paulo Fonseca. Onore delle armi senza se e senza ma. Alla persona e al professionista. Espulso da un arbitro in pessima serata mentre era ancora in trincea per il Milan, dando tutto e credendoci. Poi si sa com'è il calcio, come è fatto il Milan e come è fatta Milanello. Mondo a parte, di scintille che scoccano o non scoccano, di sguardi e di feeling, più che di troppe parole. Il chiuso dello spogliatoio ha le sue leggi e adesso il Milan ha bisogno di compattezza, spirito di gruppo e risultati-filotto. Con lo spirito e il cuore vuoti di Verona non sarebbe stato possibile. Duro, magari crudo, ma è così.
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