
Quando si dice che il Milan prima con Elliott, ora con RedBird non spenda soldi sul mercato si commettono due errori.
CAMBIARE TESI
Quando si dice che il Milan prima con Elliott, ora con RedBird non spenda soldi sul mercato si commettono due errori.
Il primo è quello di non entrare nel merito del tema acquisti, cessioni e della spesa complessiva in ogni sessione di mercato.
Il secondo è ancor più marcato, perché insinuando che il Milan non spenda si racconta un’inesattezza e questo perché non viene mai specificato il focus del proprio ragionamento.
Insomma basando il proprio pensiero, in alcuni casi la propria filosofia di vita, sul fatto che il Milan di RedBird ora e di Elliott prima non investa soldi sul mercato e in società, il rischio è quello di rimanere su un livello superficiale di argomentazione. E non può essere questa la qualità di un racconto sul club rossonero.
In un'estate sono svanite alcune delle narrazioni più tossiche sulla proprietà del Milan."Il Club non spende oltre i 20 milioni". E in sei mesi sono arrivati Gimenez, costato tra i 35 e i 37 milioni e Jashari, dal costo complessivo di 39 milioni. Inoltre si vuole spendere per la punta altri 40 milioni di euro, ma dimentichiamoci di quest'ultima frase perché attendiamo prima i fatti.
"Il Milan non pagherebbe un ingaggio a un allenatore superiore ai 3.5 milioni di euro". L'altra narrazione. Con l'arrivo di Allegri la spesa supera i 5 milioni annui di ingaggio.
"Il Milan non rivoluzionerà mai l'area sportiva e prenderà solo dirigenti e allenatori in stile 'Yes Man' ". Il club, questa estate decide di affidare la gestione dell'area sportiva a Igli Tare, stesso dirigente voluto da Maldini prima, e la panchina viene affidata a un allenatore dal peso, carisma, e personalità che si può dire, non è propriamente uno "Yes Man". In più, vorrei vedere se dovesse tornare Galliani, come potrebbe invecchiare male questa narrazione.
Adesso aggiungiamo una nuova critica sul Milan attuale e non ci soffermiamo solo su Red Bird, ma visto le congetture dei complottisti, allarghiamo il discorso anche suElliott.
"Viva il bilancio" - "Sono tirchi". "Non hanno un euro" - "Morti di fame". Il conto di quante narrazioni lato economico sulle ultime due proprietà del Milan non è più tracciabile. Troppe le polemiche sterili e le frasi d'odio su quest'argomento, ma ci si può accontentare anche delle parole riportate per comprendere qual è la tesi che circola in giro da tempo.
E se vi dicessi che Elliott e Red Bird sono, invece, le due proprietà che nella storia del Milan hanno speso di più sul mercato?
Dopo l'arrivo di Jashari ci si è soffermati solo sul costo del centrocampista svizzero. Ardon è diventato il centrocampista che il Milan ha pagato di più nella sua storia. Perché non allargare allora il tema a tutti i giocatori?
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Ben 6 acquisti su 10 dei più costosi nella storia del Milan sono arrivati con Elliott e RedBird. Le due proprietà rossonere hanno speso 235 milioni di euro su un totale di 392.5 milioni che è il costo complessivo per questi dieci acquisti. Questo deve portare a stravolgere le proprie argomentazioni sul Milan attuale.
Il problema del Milan in questi ultimi anni è stato quello di non creare un progetto tecnico forte intorno ad alcuni giocatori che si sono persi o svalutati nel momento di una cessione. Faccio alcuni esempi recenti: Bennacer, Tomori, Chukwueze.
Il secondo problema, e lo si è visto maggiormente la passata stagione, è che il Milan non abbia speso aumentando il valore della rosa dal punto di vista tecnico, qualitativo e temperamentale.
Basta rileggere l'elenco dei dieci migliori acquisti per capire dove risiede il vero problema. Molti di quei giocatori non sono mai stati all'altezza del Milan e quindi il loro acquisto si può dire che sia stato sbagliato e in alcuni casi, anche gravoso per le casse del Milan. Mi riferisco soprattutto a Caldara.
Questo ci deve portare a compiere un ragionamento di livello superiore. Non bisogna parlare più di quanto si spende, ma di come si spende, perché non c'è equazione tra ''più alto è il costo del cartellino'' più certezze ho che l'investimento sia corretto.
Possiamo ragionare su un tema. Acquistare giocatori come Gyokeres, Sesko e Isak, quindi attaccanti che costano tutti oltre i 60 milioni di euro, ti danno sicuramente una certezza in più. È indiscutibile. È un fatto. Il Milan a questo genere di investimento, però, non è ancora arrivato e una parte di spiegazione risiede in un punto già toccato nel discorso di oggi.
Prima con Elliott, poi con RedBird, il Milan ogni anno si è focalizzato su un restyling profondo della propria rosa. Prendiamo come esempi due stagioni. La 2023/2024 di Stefano Pioli e la 2025/2026, ancora non partita, con Max Allegri.
Il Milan nelle due estati di calciomercato rivoluziona il centrocampo, aggiunge qualche tassello in difesa, cambia la coppia di terzini a destra e sinistra e cerca di acquistare una prima punta. In aggiunta, focalizzandoci solo su quest'anno, c'è da considerare anche la mini rivoluzione fatta a gennaio 2024, con l'arrivo di un'altra punta oltre ad altri 4 acquisti (Bondo, Joao Felix, Walker e Sottil).
Non ci sono, poi, solo gli acquisti, in questo ragionamento, ma anche le cessioni. Basti vedere sempre quest'estate. A fine giugno hanno salutato 6 giocatori tra fine prestito e scadenza di contratto. A luglio sono stati ceduti altri 7 giocatori tra titoli definitivi e prestiti e non finisce qui.
Insomma parliamo di almeno 15 se non 20 giocatori che vanno via dal Milan e in una sola estate. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nello spogliatoio. Il gruppo ne risente se accade con costanza, al di là di come se in meglio o in peggio, ma c'è bisogno di un piccolo periodo di adattamento. È fisiologico.
Il Milan adesso deve intervenire su questi due temi.Cercare di spendere bene e cercare di non stravolgere più lo spogliatoio. Non si tratta di temi slegati, ma collegati. Se gli acquisti sono centrati, non ci sarebbe più bisogno di vendere e comprare a quantità.
Inoltre si potrebbe risolvere anche un ulteriore questione che i tifosi sollevano, ovvero sia quella di spendere quei 60/70 milioni per un grande colpo, sia quella di alzare il tetto del monte ingaggi. Nel momento in cui si aggiunge un solo tassello in una sessione di mercato, il budget potrebbe essere riservato all'unico grande top player da acquistare.
Apparentemente la proprietà Berlusconi in questo ragionamento non dovrebbe centrare. Almeno non dal mio punto di vista, però vado oltre. Immagino già quale potrebbe essere la risposta dei tifosi.
"Va bene, accettiamo che le ultime due proprietà abbiano speso più di tutti sul mercato nella storia del Milan, ma questo significherebbe denigrare l’operato della proprietà Berlusconi".
Assolutamente no, anzi è l’esatto contrario, perché il discorso fatto sugli acquisti e sulla spesa va a finire proprio ad esaltare il modello Berlusconi, che anche non spendendo tantissimo per ogni singolo giocatore ,costruiva la squadra con una logica mirata, individuando calciatori che poi si sono rivelati campioni d’Europa d’Italia, nel mondo e vincitore di Palloni d’Oro.
E inoltre, in alcune estati, dove non si è voluto spendere per rivoluzionare le squadre passate del Milan, beh si è acquistato quel giocatore mirato, offrendoli anche ingaggi molto elevati che attualmente le due proprietà non fanno. Non voglio fare nomi, perché questo ragionamento non si focalizza sul calciatore X, ma sul modello.
L’obiettivo è arrivare lì. Avvicinarsi solamente al modello e all’ideologia della proprietà Berlusconi, dal punto di vista della spesa e della costruzione della Rosa sul mercato
Perché per entrare in una stessa frase in cui si parla di Berlusconi, beh dobbiamo ancora aspettare circa una cinquantina di trofei.
Le critiche servono, ma devono essere tutte costruttive non basate sull’odio sulle speculazioni e sul voler affossare l'ultimo Milan. Qualsiasi lavoro va migliorato, ma non va denigrato con narrazioni superficiali e poi come dimostrato anche sbagliate.
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