Aspettative disattese

Noah Okafor: il 30 che non ha fatto 31

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Dall'entusiasmo iniziale alle vicende del recente calciomercato: Noah Okafor saluta il Milan, non senza rimpianti
Thiago Bianchi
Thiago Bianchi Collaboratore 

6 settembre 2022, Salisburgo. Il Milan debutta in Champions League al suo ritorno nella massima competizione europea dopo sette anni di assenza. Di fronte, il Salisburgo: una squadra giovane, frizzante e dinamica. Al minuto '28, un allora poco conosciuto Noah Okafor si avventura in solitaria nell'area di rigore dei rossoneri. Il primo dribbling riesce alla perfezione, con tanto di tunnel su Pierre Kalulu; la giocata seguente è quella che porta alla rete del vantaggio austriaco, con Mike Maignan che deve accontentarsi di vedere la palla sfilare in rete.

Questo è stato il primo contatto tangibile fra l'esterno svizzero e il mondo rossonero. L'impressione è che il Milan abbia davanti a sé un talento puro, un profilo indubbiamente interessante e in grado di mettere a ferro e fuoco la difesa di mister Pioli per larghi tratti di gara. Al ritorno, nel match vinto dai rossoneri per 4-0, Okafor disputa una gara decisamente più opaca, ma la performance dell'andata vale praticamente doppio. Seguono alcuni mesi di velate trattative, di scouting ferrato. Poi, il 22 luglio del 2023, d'improvviso la notizia: il Milan acquista a titolo definitivo Noah Okafor per 14 milioni di euro. Fattori decisivi furono la volontà del giocatore, il rapporto di amicizia con Rafa Leão e un contratto in scadenza nel 2024.

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Il primo anno di Okafor

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Arrivato a Milano, sponda rossonero, in una sessione di mercato improntata al rinnovamento della rosa, Okafor si presenta forte di una duttilità tattica fortemente ricercata da Mister Pioli. Tatticamente, può essere una validissima alternativa sulla fascia sinistra, ma può anche consentire a Olivier Giroud di rifiatare. Duttilità e qualità al servizio della squadra, un connubio apparentemente perfetto.

In effetti, nella sua prima stagione Noah Okafor tiene fede alle promesse iniziali, mostrandosi sempre pronto quando è chiamato in causa. I primi goal non tardano ad arrivare, con lo svizzero che timbra il cartellino sia nella vittoria 3-1 di Cagliari, sia nel match casalingo con la Lazio. L'esultanza a braccia conserte diventa subito una piacevole ricorrenza per i tifosi, e Okafor sembra accettare di buon grado la sua posizione in rosa. L'attaccante svizzero, nel girone di ritorno, sarà poi l'assoluto protagonista dei finali di gara. Le sue reti - tutte in extremis - consentiranno al Milan di risolvere le spigolose trasferte di Udine e Roma (sponda Lazio), nonché di agguantare il pari a Reggio Emilia. La piena sufficienza di rendimento del primo anno portano Okafor ad ottenere una meritata riconferma per la stagione successiva. Ed è proprio qui che la situazione cambia.

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Il calo di rendimento

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I problemi, come spesso accade, si palesano a scoppio ritardato. Analogamente, la seconda stagione di Okafor è caratterizzata da una costante e progressiva parabola discendente. L'esordio con mister Fonseca è all'insegna delle buone e vecchie abitudini: lo svizzero siglerà, infatti, proprio nel finale la rete che sancirà il pari nella gara contro il Torino. Ancora una volta le braccia conserte si dimostrano portatrici di gioia per i tifosi. Seguono prima due titolarità opache nelle trasferte contro Parma e Lazio, poi una serie di mesi complicati.

Okafor si spegne, perde il feeling con il goal che aveva caratterizzato i suoi primi mesi in rossonero. Le chance, in realtà, non mancano. Fonseca, complice un rapporto che ha faticato in principio a decollare con Rafa, gli concede spazio, ma il livello delle sue prestazioni cala. L'assist ad Abraham nell'ottavo di finale con il Sassuolo risulta essere l'ultima partecipazione ad una rete di Okafor in maglia rossonera. Poco, troppo poco per un giocatore che solo un anno e mezzo prima aveva incantato tifosi, allenatore e società.

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Il Lipsia e il Napoli

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Da astro nascente, Okafor diventa pedina di scambio in un valzer di mercato dalla portata decennale per il Milan. Prima si fa avanti il Lipsia, per un clamoroso ritorno sotto il cappello del gruppo RedBull. Noah saluta, tecnicamente a rivedersi perché il Lipsia chiude per un prestito con diritto, e parte alla volta della Germania. Il Lipsia, però, fa retrofront: sotto accusa finisce la scarsa condizione atletica dello svizzero, ufficiosamente incidono dinamiche di mercato che poco hanno a che fare con il campo. Giusto il tempo di un'ultima, incolore e a tratti maldigerita, apparizione a Zagabria, ed ecco che si arriva ai definitivi saluti.

Ci pensa il Napoli a risolver quella che ormai era diventata un'annosa spada di Damocle di mercato: la formula resta invariata, l'esito è opposto. Il mondo Napoli accoglie con favore l'arrivo dello svizzero - a testimonianza di come le sue condizioni siano assolutamente discrete - e di contro il mondo Milan non si oppone. Tutti accontentati, almeno per ora. A giudicare dall'andamento della vicenda, non possono mancare i rimpianti per un giocatore investito da altissime aspettative. Il prestito con diritto di riscatto implica che ci possa essere la possibilità che le strade di Okafor e del Milan si incontrino nuovamente. La sensazione è che, dovesse essere così, sarebbe solo in attesa di una nuova destinazione.