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A TUTTO YUNUS

Musah ieri a ESPN: “Voglio vincere tutto con il Milan”. E l’Atalanta?

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Yunus ha parlato ai microfoni di ESPN in un'intervista diffusa ieri: obiettivi ambiziosi, decisioni personali difficili e tanta voglia di riscatto per il centrocampista classe 2002.
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Yunus Musah guarda al futuro: “Voglio vincere tutto con il Milan”

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Yunus Musah non si nasconde. Intervistato da ESPN, il centrocampista rossonero ha tracciato un percorso chiaro per la sua stagione con il Milan e per i prossimi Mondiali.

“Gli obiettivi e i traguardi più vicini per me sono vincere trofei qui al Milan”, ha dichiarato nell'intervista diffusa nella giornata di martedì 26 agosto. “In questa stagione abbiamo la possibilità di vincere tre trofei [Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana]. Mi piacerebbe vincerli tutti e tre. E poi andare in Nazionale e vincere altri trofei”.

E alla domanda se stesse parlando del Mondiale:

“Esatto!”

Una scelta sofferta: l’assenza alla Gold Cup

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Musah ha anche spiegato il motivo della sua assenza alla Gold Cup con la Nazionale USA, una decisione presa per preservare il proprio benessere psico-fisico.

“Onestamente, ero distrutto per non poter partecipare alla Gold Cup. Gli allenatori erano tutti delusi dal fatto che non fossi andato, ma alla fine ho dovuto prendere quella decisione per me stesso perché avevo bisogno di staccare la spina dopo una stagione difficile. Avevo bisogno di quella pausa. Alla fine, ho deciso di prendermi quel periodo di riposo per poter essere in buona forma e poter continuare ora l'intera stagione e dare il meglio di me per il club e la Nazionale”.

“È stata una decisione molto difficile perché la gente poteva facilmente dire ‘tutti gli altri stanno giocando, perché tu no?’. Ma nessun altro è nel mio corpo, nessun altro è nella mia testa. Tutti quelli che mi conoscono sanno che sono un ragazzo onesto e che lavora sodo, ma quando le cose stavano così e non potevo continuare a giocare per quell'estate, ho dovuto prendere quella decisione per me stesso."

"Nessun altro sa come mi sento e spero che le persone abbiano capito la mia decisione, che era dettata dalla necessità di prendermi cura di me stesso per poter tornare in campo e dare il meglio di me per il resto della stagione”.

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MILAN, ITALY - AUGUST 17: Yunus Musah of AC Milan in action during the Coppa Italia match between AC Milan and SSC Bari at Stadio San Siro on August 17, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Milan, tra conferme e voci di addio

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Nonostante le parole del direttore sportivo Igli Tarea fine giugno (“non ha le caratteristiche per il centrocampo a tre di Allegri”), Musah non si lascia condizionare e rilancia la sua voglia di rimanere in rossonero, al netto delle sempre più insistenti voci che circolano sul forte interesse dell'Atalanta di Ivan Juric nei suoi confronti.

“Sono felice al Milan. È un grande club. Mi piacerebbe vincere grandi cose qui. È stato davvero bello vincere la Supercoppa la scorsa stagione, quindi mi piacerebbe vincere altre cose. Questo è ciò che ci si aspetta da noi qui. Sono semplicemente felice qui e voglio lavorare sodo ed essere un giocatore importante nella squadra”.

L’amicizia con Pulisic e il legame con l’Arsenal

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Nel suo racconto, Yunus cita anche il compagno di squadra e amico Christian Pulisic, con cui ha legato sempre di più:

“In realtà abbiamo legato molto bene da quando entrambi siamo arrivati al Milan. Prima non eravamo così vicini, ma ora direi che lo siamo abbastanza. Imparo molto da lui ogni giorno e durante le partite. Ha avuto delle ottime stagioni qui. Sto solo imparando da lui. È un ragazzo fantastico, quindi mi piace giocare con Christian”.

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E sul suo passato all’Arsenal, resta il legame:

“Tifo sempre per loro, da quando me ne sono andato fino ad ora. L'Arsenal è davvero parte di me. Li sostengo sempre. Ho amici che giocano in quella squadra. È bello vedere i miei vecchi amici che stanno andando bene, anzi, molto bene. Sono semplicemente solidale con la squadra che mi ha aiutato ad arrivare dove sono oggi”.

Musah tra fede, famiglia e la decisione di rischiare

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Il racconto di Musah tocca anche le radici: la fede, la cultura familiare e le scelte coraggiose fatte da giovanissimo.

“Quando vivi momenti felici, ringrazi Dio, e quando vivi momenti difficili ringrazi Dio lo stesso, perché credo che tutto accada per una ragione. Quando mi capitano cose difficili, magari ci rimugino sopra per qualche minuto, ma poi capisco che c'è uno scopo più grande. Non mi prendo nulla a cuore, non mi preoccupo troppo”.

“[Ci sono voluti] molti mesi di perseveranza. Ci sono voluti molti mesi in cui ho continuato a insistere, a convincerli e a ripeterglielo all'infinito. Alla fine, siamo riusciti a convincerli in qualche modo. Mio fratello [Abdul] era con me, era dalla mia parte e siamo riusciti a convincerli”.

USA, Mondiali e il sogno più grande

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Con lo sguardo rivolto al 2026, Yunus Musah non si pone limiti.

“Gregg (Berhalter, nda) mi ha chiamato ed è stato davvero importante per un diciassettenne ricevere una telefonata dall'allenatore della Nazionale maschile. È stato fantastico. È stato molto gentile. Era molto desideroso di avermi nel gruppo e mi ha fatto sentire davvero a mio agio. Mi ha detto che non c'erano vincoli, che potevo semplicemente venire al ritiro, vedere com'era, divertirmi e così ho fatto. Non mi sono mai guardato indietro”.

“È stata una decisione difficile. Avevo molte opzioni, il che è una cosa positiva. Inoltre, mi sono trovato benissimo con la Nazionale inglese. [...] Ma poi Gregg mi ha chiamato per giocare nella prima squadra maschile [degli Stati Uniti] a 17 anni. È stata un'opportunità enorme che non potevo rifiutare e da allora mi sono goduto ogni minuto”.

“Ora abbiamo di nuovo un ottimo allenatore, quindi sono fortunato ad aver potuto giocare sotto la guida di due grandi allenatori. Ora sto imparando da Mauricio (Pochettino, nda)".

"Prima di tutto, ci alleniamo molto duramente. [...] Mauricio sta cercando di infonderci quel fuoco e di assicurarsi che quando le squadre vengono a giocare contro di noi abbiano davvero vita dura".

“Noi giocatori affrontiamo ogni torneo convinti di poterlo vincere. È questo il bello del calcio. [...] Affrontiamo il torneo con questa convinzione. Penso che partecipare al torneo pensando di non poterlo vincere sia piuttosto inutile, quindi affronteremo il torneo pensando di poterlo fare e di dare ai nostri tifosi, a noi stessi e alle nostre famiglie la massima soddisfazione possibile".

“So che i non appassionati di calcio, le celebrità e chiunque altro sosterranno la squadra solo perché siamo gli Stati Uniti. Sono molto orgogliosi di sostenere chiunque provenga dagli Stati Uniti. Avremo tantissimo sostegno, lo sentiremo e questo ci spingerà a fare grandi cose, ne sono sicuro”.

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