PIÙ DI UN ALLENATORE

Corradi, forse Barzagli e quel sogno del 2014 di Seedorf ora può vedere la luce

Mattia Giangaspero
Mattia Giangaspero Direttore responsabile 
La stagione 2025/2026 è alle porte. Il Milan si prepara al ritiro del 7 luglio non solo sul mercato, ma anche sul campo con Allegri che punta ad ammodernare il proprio staff tecnico
00:09 min

Stam, Davids, Kluivert, Crespo e lo psicologo collaboratore di Capello e Ancelotti, Bruno De Michelis. Era il 2014 e al Milan si prospetta una rivoluzione tecnica che, ancora oggi, potrebbe essere definita come un cambiamento generazionale nel calcio, almeno quello italiano.

Tutti freschi ex calciatori, stelle, glorie del calcio passato si sarebbero ritrovati in un luogo, Milanello. A capitanarli c'era chi voleva fortemente questa innovazione. Clarence Seedorf sarebbe divenuto allenatore del Milan pochi giorni dopo e per la prima volta si sentiva parlare di uno staff tecnico composto da grandi calciatori che avrebbero aiutato la squadra a sviluppare qualità e caratteristiche di reparto. Ogni lavoro sarebbe stato poi amalgamato dallo stesso Seedorf.

Visionario per l'epoca, forse. O semplicemente troppo avanti per un calcio italiano abituato ai suoi stantii schemi mentali. Seedorf, con la sua idea di "sezionare" il campo per ottimizzare le prestazioni, era un corpo estraneo. La sua innovazione, così lucida e progressista, strideva con la polvere e la tradizione a cui eravamo abituati.

Alla fine questa rivoluzione non avvenne e rimase una semplice utopia di Clarence. Non arrivò Stam, come Crespo, Davids e Kluivert e quel Milan di Seedorf sappiamo tutti come finì.

[an error occurred while processing this directive]

Da Allegri a Seedorf, da Seedorf ad Allegri: la rivoluzione al contrario

—  

Oggi, undici anni dopo, ci si ritrova a scrivere del "nuovo" Milan di Massimiliano Allegri, e il paradosso è quasi stridente. Il tecnico livornese, spesso etichettato come "vecchio stampo", quello del "corto muso" e della gestione pragmatica, sta mettendo in piedi uno staff che urla specializzazione tecnica e individuale. L'arrivo di Bernardo Corradi per l'attacco e la quasi certezza di Andrea Barzagli per la difesa non sono mosse dettate dal caso. Sono scelte precise, figlie di una visione che nel 2014 era pura follia.

Non si tratta di riciclo, no. Non è un'operazione nostalgia, né fumo negli occhi per i tifosi. Qui si parla di coraggio, di una visione che, dopo Seedorf, nessuno ha avuto la forza di perseguire con tanta determinazione. L'Allegri 2.0 sta dimostrando di non essere un tecnico fossilizzato nel suo passato. Al contrario, si sta aggiornando, sta guardando avanti, e lo sta facendo partendo dalle fondamenta: il suo staff.

Questo Milan, con la sua ricerca di specialisti, non è una minestra riscaldata. È un segnale forte e chiaro che la mentalità sta cambiando. Allegri, l'uomo che molti credevano legato a vecchi schemi, sta dimostrando una sorprendente apertura al nuovo, la volontà di apportare modifiche di ogni genere, anche dove meno te lo aspetteresti. Il fatto che un tecnico del suo calibro, con il suo palmarès, abbracci un approccio così moderno, è la prova che il calcio italiano, pur tra mille resistenze, può ancora evolversi.

Un allenatore si declassa per Max e il Milan: un segnale

—  

Certo, non si parla di grandissimi campioni del calcio giocato, come nel caso di Stam, Kluivert, Davids e Crespo, ma non può passare inosservato un aspetto. Aspetto che riguarda più nello specifico Bernardo Corradi. L'ex Udinese, Parma e Fiorentina, è attualmente un allenatore della Nazionale Under 20 e lo è stato per tutti gli azzurri dall'Under 16 in poi. Adesso, Corradi sceglie di entrare in uno staff senza essere ne allenatore, ne vice allenatore. È un passo importantissimo nella sua carriera, che non va sottovalutato.

L'obiettivo del Milan di Allegri: oltre alle rivoluzioni

—  

Il Milan di Max deve tornare ad avere quella fame, ma non di promesse, ma di trofei e vittorie. Allegri, che di trofei ne ha vinti, sa che il tempo delle scuse è finito. La sua idea di staff specializzato è un lampo di genio o un bluff per mascherare un progetto senza visione?

Una domanda che ora è aperta, ma che ha anche un periodo di scadenza ben delineato