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LA VIRATA DI LANDON E TIM

Stati Uniti, Donovan rivela: “Pulisic? Pochettino non pesta i piedi ai club”

Davide Capano
Davide Capano Redattore 
A pochi giorni dalle convocazioni di novembre, negli USA si accende il dibattito sul metodo di Mauricio Pochettino e sul suo rapporto con i giocatori, incluso Christian Pulisic. Donovan e Howard ne hanno parlato nel podcast "Unfiltered Soccer"
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Pochettino e la gestione del gruppo USA: il tema della comunicazione spiegato da Donovan

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A pochi giorni dalle convocazioni per le Nazionali di novembre 2025, il Ct degli Stati Uniti Mauricio Pochettino è ancora al centro del dibattito per il suo modo di gestire i rapporti con i giocatori, compreso Christian Pulisic, leader tecnico e simbolo della squadra statunitense e del Milan di Massimiliano Allegri.

Le leggende americane Landon Donovan e Tim Howard hanno affrontato il tema nell'ultimo episodio del podcast "Unfiltered Soccer", mettendo in luce diverse sfumature del metodo dell'allenatore argentino.

Pulisic, Landon Donovan racconta la conversazione diretta avuta col Ct Pochettino che "non vuole mancare di rispetto ai club"

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Donovan ha spiegato di aver parlato direttamente con Pochettino e di aver trovato interessante il suo approccio: "Ho trascorso un po' di tempo con lui prima dell'ultima partita e mi ha detto 'Landon, io comunico con i miei giocatori quando arrivano al ritiro. Comunichiamo molto. Mi siedo con tutti loro. Ci sediamo, conversiamo, parliamo, ci aggiorniamo. Ma nel mio modo di fare le cose, quando i giocatori se ne vanno, non voglio mancare di rispetto. Non voglio pestare i piedi alle loro squadre di club. Li lascio fare le loro cose e non comunico con loro'".

L’ex numero 10 degli USA ha aggiunto:

"Ed è stato interessante perché in altre parti del mondo, Thomas Tuchel ha avuto una piccola, non proprio una lite, ma una situazione simile con Jude Bellingham. Ha detto che non contatta i suoi giocatori se non vengono convocati, manda loro un messaggio o qualcosa del genere, ma non fa lunghe conversazioni. Quindi sto iniziando a chiedermi/capire che questo è semplicemente il modus operandi degli allenatori di questo livello o degli allenatori del calcio moderno. È semplicemente il loro modo di fare. Non credo che io lo farei allo stesso modo, ma onestamente non ho grossi problemi al riguardo".

Le sue parole mettono in evidenza una linea chiara: rispetto per i club, meno comunicazione fuori dai raduni, e una mentalità "moderna" di gestione delle relazioni. Un approccio che, però, non tutti i veterani condividono pienamente.

Tim Howard: "Non tutti dovrebbero essere trattati allo stesso modo"

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Howard ha risposto in modo diretto, sottolineando come la leadership richieda attenzione alle individualità: "Non tutti dovrebbero essere trattati allo stesso modo. È una cosa che bisogna ricordare all'interno di una squadra".

Donovan ha concordato: "Sono d'accordo".

Howard ha poi proseguito: "E cerco di insegnarlo ai giocatori più giovani. Perché non è così che funziona. Ma quando guardo Pochettino e Pulisic, quando guardo Tuchel e Bellingham, stai parlando con due dei migliori giocatori di ciascuna di quelle squadre, giusto? E quindi, nella mia esperienza, ho sempre parlato con l'allenatore. L'allenatore parlava sempre con te. Se venivi escluso da un ritiro, l'allenatore non diceva 'Ecco la lista, datela alla stampa e ai media', e poi all'improvviso lo scoprivi da qualche parte. L'allenatore te lo diceva, giusto? E ne discuteva con te. Quindi deve essere il modo moderno di fare le cose o di affrontarle. Non lo so. Voglio dire, non so se Poch stesse cercando di mandare un messaggio ad alcuni dei suoi giocatori quando sentiva di doverlo fare. Non lo so. Sono sempre stato un sostenitore delle conversazioni, anche quelle difficili".

Howard e le "conversazioni difficili" raccontate a Donovan: la lezione da Klinsmann

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Howard ha ricordato anche un episodio del passato, collegandolo al tema del dialogo tra giocatori e allenatori: "Mi hai chiesto l'ultima volta, ho dimenticato di rispondere, ma nell'ultima puntata abbiamo risposto alle domande dei nostri ascoltatori. E tu hai chiesto: come funziona con il portiere e l'allenatore dei portieri? Ricordo che ho insistito, anche quando Jurgen Klinsmann cercava di prendermi in giro dopo che ero tornato dal mio periodo sabbatico, ho detto all'allenatore dei portieri: vai a chiederglielo. Vai a parlargli. Stavo avendo conversazioni difficili. Dovrei giocare. So che stava cercando di prendermi in giro, ma gli ho detto che dovevo giocare. E ho parlato con il manager dicendogli che mi stava escludendo. Gli ho chiesto perché, insistendo molto perché non avrebbero mai messo in discussione il mio impegno. Non avrebbero mai messo in discussione il mio talento. Quindi sapevo che potevo affrontare quelle conversazioni".

Un richiamo chiaro al valore del confronto diretto e al rispetto reciproco all’interno di uno spogliatoio, anche nelle situazioni più scomode.

Il nodo Pulisic: leader tecnico e simbolo da gestire

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Per Pulisic, oggi protagonista assoluto al Milan, il tema è particolarmente delicato: il suo ruolo di leader nella Nazionale USA è indiscusso, ma la gestione delle convocazioni e la comunicazione con il Ct restano argomenti sensibili.

Le parole di Donovan e Howard sembrano evidenziare proprio questo: il confine tra rispetto dei club e necessità di mantenere un legame costante con i giocatori chiave.

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Pochettino verso la sosta Nazionali di novembre 2025

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Con le convocazioni ormai imminenti, le dichiarazioni di Donovan e Howard riportano il dibattito sulla gestione di Pochettino e sul modo in cui il Ct costruirà il gruppo per le prossime sfide.

Tra esigenze di club, leadership dei veterani e nuovi equilibri interni, gli Stati Uniti si avvicinano a un periodo cruciale in vista del Mondiale 2026.

E Christian Pulisic, ancora una volta, sarà il termometro perfetto per capire dove sta andando la Nazionale a stelle e strisce.