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Nel corso di un’approfondita intervista rilasciata a The Athletic oggi, 12 settembre 2025, Noah Okafor ha spiegato pubblicamente per la prima volta le ragioni che l’hanno spinto a lasciare il Milan nell’agosto scorso, accettando la proposta del Leeds United.
“Al Milan c'erano dei piani per me, ma nel calcio non sempre i piani vanno come tutti desiderano. Per me la cosa più importante è giocare. È dura quando giochi 2, 3 o 4 partite come sostituto per 10, 20, 30 minuti. Ecco perché ho deciso di venire al Leeds”, ha dichiarato Okafor.
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Il classe 2000 ha spiegato che il bisogno di continuità e fiducia è stato fondamentale nella decisione di cambiare aria:
“Quando Noah è in forma, posso fare la differenza in ogni partita, quindi è per questo che sto lavorando ora e sono entusiasta”, ha detto.
L’incontro decisivo con Daniel Farke, tecnico del Leeds, è stato determinante:
“Ha detto che mi vede chiaramente come ala sinistra. Quella è la mia posizione. Lì sono il migliore (di me stesso). Quando gioco a volte lì, a volte come attaccante o dall'altra parte, non riesco a concentrarmi (come vorrei) sulla mia posizione. Questo è qualcosa che mi fa sentire davvero a mio agio”.
Okafor ha anche affrontato il rapporto ormai deteriorato con il ct della Svizzera Murat Yakin:
“Ora c'è un piccolo problema con l'allenatore. Non voglio parlarne troppo. Per me non ha importanza, conosco le mie qualità. So dove voglio arrivare e so perché sono qui, quindi sono pronto”.
E sull’eventualità di tornare in Nazionale:
“Conosco le mie qualità. So cosa posso fare e so anche che hanno bisogno di me quando sono in forma”.
“Certo”, dice. “Ecco perché non ci metto troppo impegno o energia”.
Fondamentale nella sua preparazione è stato l’ex velocista svizzero Rolf Fongué, che da sei mesi lo allena personalmente:
“Un ruolo davvero importante”, spiega."Se guardo agli ultimi sei mesi, ho sviluppato molto il mio fisico. So che, geneticamente, sono molto veloce, ma questo mi ha reso forte ogni gruppo muscolare”.
“Il punto non è solo quello di sprintare una o due volte perché sono estremamente veloce, il punto è ripeterlo ogni volta. Se riesco a fare 20 o 25 sprint ad alta velocità in una partita, questo sarebbe difficile per i difensori. Ecco perché sono con Rolf”.
“Sono molto legato a lui e mi fido del suo lavoro. Lo vedo anche dai cambiamenti che ha subito il mio fisico, quindi ne sono davvero felice”.
Non solo infortuni, ma anche una gestione altalenante hanno frenato la crescita dell’ex numero 17 rossonero:
“È difficile quando giochi due, tre o quattro partite come sostituto per 10, 20, 30 minuti. Per i giocatori è difficile mettersi in forma e acquisire davvero fiducia”, afferma.
“Ecco perché ho preso questa decisione (di venire a Leeds), perché conosco le mie qualità, so che devo migliorare ed è per questo che lavoro duramente ogni giorno. La cosa più importante è venire ogni giorno con il sorriso e dare il meglio in campo”.
“Non sei abituato al ritmo, quindi quando vai a giocare, ovviamente, il calcio è difficile. A volte è normale avere un po' di dolore o qualcosa del genere, ma è per questo che ho detto che lavoro davvero sodo”.
“Nei giorni di riposo, mi alleno con il mio personal trainer per rafforzare il fisico e rimettermi in forma per dare il 100%. Quando sono in forma, ritrovo la fiducia in me stesso e torno a giocare bene”.
Okafor vive ancora in hotel, ma si sta ambientando bene in Inghilterra anche grazie alla presenza del fratello Elijah. Inoltre lo svizzero ha parlato anche dell'altro suo fratello Isaiah. Sia Elijah che Isaiah sono calciatori professionisti:
“È quasi incredibile. Quando sono con me, provo la sensazione più bella del mondo. Quando non siamo insieme, ci telefoniamo venti volte al giorno”.
“Sono anche sul mio braccio. Siamo molto legati. Una famiglia speciale, fratelli speciali. Mi ammirano. Cerco sempre di essere un idolo per loro. Quando hanno bisogno di qualcosa o vogliono un consiglio, sono sempre lì per loro, ma anche il contrario. Chiedo anche io loro dei consigli”.
Il passaggio al Milan, nonostante le ambizioni iniziali, non ha avuto l’esito sperato. Okafor non lo nega:
“A Salisburgo ero al massimo della forma. È stato davvero un ottimo passo avanti per la mia crescita. Poi sono andato al Milan. Lì c'erano dei progetti per me, ma nel calcio non sempre i piani vanno come tutti vorrebbero”.
“Per me la cosa più importante è giocare, giocare ogni partita. Così posso dare il meglio di me, migliorare ogni aspetto che devo migliorare, per quello che faccio bene. Tutti i giocatori vogliono giocare. Ho bisogno di ritrovare la mia fiducia e in questa squadra posso farlo”.
“Inoltre, ad esempio, questo allenatore mi dà la sensazione di poter ritrovare la mia fiducia”.
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Okafor si è detto tranquillo anche riguardo le sue parole su Yakin. Dopo l'intervista, infatti, un dirigente del Leeds, rivela la prestigiosa testata, chiede a Noah se si sente a suo agio con i suoi commenti su Yakin pubblicati nell'articolo.
L'attaccante ex Napoli, Salisburgo e Basilea sottolinea come non abbia problemi nel farli leggere al ct della Svizzera. Solo il suo calcio può parlare ora. Parola di Noah.
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