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IL BILANCIO

Due facce dello stesso Milan: il bilancio dopo le prime undici giornate

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Milan, il bilancio dopo le prime undici giornate di Serie A: la squadra di Allegri rimane attaccata al treno scudetto, ma ci sono ancora troppe lacune.
Mattia De Pascalis

Sosta per le nazionali che arriva un po' come un punto di riflessione dopo le prime undici giornate di Serie A. Se parliamo di classifica, in vetta l'equilibrio è massimo: Inter, Roma, Milan e Napoli racchiuse in appena due punti. E se da un lato il Milan di Max Allegri può sorridere per un avvio solido e una classifica da vertice, dall’altro emergono chiaramente i limiti di una squadra ancora alla ricerca di una propria identità. Due facce dello stesso Milan, appunto.

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Brillante con le grandi, distratto con le piccole: il difetto dei rossoneri

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Il dato più curioso, e forse più significativo, riguarda proprio la distribuzione dei risultati. Contro le big,il Milan ha risposto presente: vittoria netta sulla Roma, successo convincente contro il Napoli e un punto d'oro a Torino contro la Juventus. Prestazioni mature, di personalità, con un’impronta tattica ben riconoscibile: baricentro basso, gestione lucida del pallone e capacità di colpire nei momenti chiave.

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Ma la stessa squadra sembra perdersiquando l’avversario si chiama Cremonese o Pisa. Il debutto in campionato, quel clamoroso 1-2 a San Siro contro la neopromossa grigiorossa, sembra aver lasciato strascichi indelebili alla formazione allenata da Max Allegri: vantaggio ospite, pareggio momentaneo di Pavlović e la rovesciata di Bonazzoli a gelare San Siro. Un campanello d’allarme che si è ripetuto sette giornate dopo, sempre a Milano, contro il Pisa.

Partita dominata per un tempo, con Leao in gol e almeno tre occasioni per chiuderla, poi l’improvviso blackout: il rigore trasformato da Cuadrado, l’errore difensivo su Nzola e il 1-2 che ha gelato San Siro. Solo nel finale, il tiro sporco di Athekame ha evitato la sconfitta, ma il punto non è bastato a cancellare quella sensazione di fragilità mentale.

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Tempi sì e tempi no: i due volti del Milan di Allegri

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C’è un altro filo rosso che lega questi episodi: il Milan di Allegri sembra alternare momenti di dominio a interi frangenti vuoti, anche nella stessa partita. Basti ricordare la sfida contro il Bologna, terza giornata di campionato: primo tempo sottotono, quasi rinunciatario, e una ripresa di tutt’altro livello, con il gol di Modrić che regala coraggio alla squadra. “Siamo ancora un cantiere aperto”, questo è il concetto che Max ha sempre fatto trapelare dalle sue parole.

Un fattore determinante in questo senso è stato anche, e sicuramente l’infortunio di Adrien Rabiot, centrale nel progetto tattico del tecnico livornese. Dopo il match contro la Juventus alla quinta giornata, il francese non si è più visto in campo per via di un problema al soleo del polpaccio sinistro. Rabiot di fatto aveva portato ordine, fisicità e tempi di gioco, diventando in poche settimane il metronomo del centrocampo rossonero, un box-to-box. La sua assenza ha tolto equilibrio e fluidità alla manovra, e da quel momento il Milan ha dato la netta sensazione di faticare di più nel collegare difesa e attacco.

 

In attesa del derby: cosa aspettarci dopo la sosta?

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La sensazione è che Allegri stia cercando di costruire una squadra capace di unire solidità e qualità, ma ad oggi, la vera avversaria dei rossoneri sembra essere la continuità di rendimento. La qualità c’è: Leao, Modrić, Pulisic, Saelemaekers perché no, offrono tanti spunti di alto livello, ma manca ancora la cattiveria nel chiudere quelle partite “sporche”, quelle che come dice lo stesso Max, fanno la differenza in una competizione lunga come il campionato.

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Con la pausa, il tecnico livornese potrà lavorare sulla testa dei suoi più che sulle gambe. Perché, dopo undici giornate il Milan resta lì, aggrappato al treno scudetto, ma con un dubbio che aleggia tra i tifosi: quale delle due facce vedremo al ritorno in campo contro l'Inter? Sperando che la velocità da crociera, non si trasformi in una sfilata di barche a vela.