Dopo l’annuncio dell’infortunio di Santiago, è arrivato il commento di Mike Maignan. Poche parole, ma cariche di significato: il Milan di Allegri si conferma un gruppo unito anche fuori dal campo.
Gimenez si ferma, ma Maignan mostra il lato vero del Milan
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L’infortunio di Santiago Gimenez, uscito malconcio dalla sfida con l’Atalanta di martedì 28 ottobre, si è rivelato più serio del previsto ma Mike Maignan ha lanciato un segnale passato forse troppo sottotraccia.
Il messicano, che sembrava poter recuperare per la gara contro la Roma, ha poi spiegato personalmente sui social le proprie condizioni nella serata di martedì 4 novembre: "Da diversi mesi sto giocando con un infortunio alla caviglia che non mi ha permesso di essere al 100%, né di sentirmi a mio agio in campo. Il dolore è cresciuto, è arrivato il momento di fermarmi. Adesso tocca riprendermi e prepararmi per stare con voi il prima possibile. Dio ha il controllo. Grazie per il supporto, a presto".
Un messaggio sincero, che racconta la voglia e il sacrificio del numero 7 rossonero. Ma ciò che è passato quasi inosservato è arrivato qualche ora dopo, nei commenti al post di Santi.
La risposta del capitano: "Let’s go Bebote"
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Tra le tante reazioni, spicca quella di Mike Maignan. Il capitano del Milan ha commentato il post con parole semplici ma dense di significato: "Let’s go Bebote 💪🏾💪🏾🫡" ("Andiamo Bebote").
Un gesto breve, ma che riassume alla perfezione lo spirito del gruppo. Il Bebote — il soprannome con cui Gimenez è conosciuto da tutti — diventa nelle mani (e nelle parole) di Maignan un segno di appartenenza, di complicità e di fratellanza.
In un momento delicato per l’attaccante, il portiere francese ha voluto mandare un segnale chiaro: il gruppo è con lui, il capitano è con lui.
Allegri e il valore del gruppo rossonero
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Già nella conferenza stampa della vigilia di Milan-Roma, sabato 1 novembre, Massimiliano Allegri aveva parlato con cautela delle condizioni di Gimenez: "Vediamo domani, ma sente dolore".
Parole che lasciavano intendere la volontà di non forzare i tempi. Ma dietro le dichiarazioni tecniche, c’è una squadra che si muove come un blocco unico, pronta a sostenere chi è in difficoltà.
Un concetto ribadito anche da Alexis Saelemaekers ai microfoni nei giorni successivi a Milan TV: "Il gruppo? Penso che si vede sul campo, è veramente una famiglia. Anche quando le cose vanno meno bene, si vede che ognuno è pronto a sacrificarsi per l’altro e questa è una cosa bella. Io ho vissuto gruppi, ma questo qui è davvero unito. Sono fiero di farne parte".
Ed è proprio questa mentalità, alimentata da gesti come quello di Maignan, a rendere il Milan di Allegri un collettivo solido, dentro e fuori dal campo.
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