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Sin dalle interviste che hanno seguito l'importante vittoria casalinga contro la Roma di Gasperini, in casa Milan il primo pensiero è stato quello di voltare pagina. Rivolgendo uno sguardo al prossimo passo da compiere nel cammino stagionale. Un concetto non astratto, ma ben concreto. E che trova le sue fondamenta ogni qual volta Massimiliano Allegri si ritrovi a presentare una gara nel giorno della vigilia. Proprio questo approccio, come dimostrato in più occasioni dai giocatori stessi, non ultimo Maignan domenica sera dopo il fischio finale, è stato pienamente sposato e assimilato da tutto l'ambiente.
In quanto, dopo una stagione come quella passata, la costanza e l'asticella dell'attenzione perennemente alta dovranno essere due dei principali mantra di questo campionato, ma non solo. Difatti, quando si parla di caratteristiche come quelle appena citate, il riferimento ricade su tutte quelle grandi formazioni che hanno ottenuto, assiduamente, importanti traguardi. E questo il tecnico livornese lo sa bene. Perché lo ha toccato con mano, soprattutto, nella sua prima esperienza bianconera. Motivo per cui, l'attuale gruppo squadra, rinnovato in alcuni dei suoi interpreti, sta seguendo il percorso che traccia giorno dopo giorno e, pubblicamente, dichiarazione dopo dichiarazione.
Ciò, lo si nota dallo spirito di sacrificio e dalla coralità che sta caratterizzando i risultati di queste prime dieci giornate. Da quelle maggiormente illustri, come le vittorie su Napoli e Roma, per arrivare agli ulteriori mattoncini di questa primissima parte della stagione rossonera. Di certo non meno importanti nonostante una caratura inferiore dell'avversario. Anche perché, sono proprio quest'ultimi a rivestire, nell'economia di un intero campionato, un ruolo primario.
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Dopo sole due giornate, la gara dello scorso anno aveva già fatto emergere le principali lacune che avrebbero afflitto il Milan della passata stagione. Dalla poca attitudine a rincorrere l'avversario, alla fragilità difensiva, passando per la capacità di farsi scappare di mano le partite nei momenti topici delle stesse. Un anno dopo, pare già che si siano rovesciate le rispettive situazioni. A partire dai due tecnici in panchina. Ed ecco che, focalizzandoci su di essi, domani sera andrà in scena il primo atto dei loro confronti. Motivo per cui, l'imminente partita nasconde molteplici insidie e incognite, soprattutto per la compagine rossonera. Pur nonostante i parmensi abbiano ottenuto solo una vittoria in questa Serie A.
Dunque, quest'undicesima giornata presenta molteplici punti interrogativi. Dal primissimo incrocio fra Cuesta e Allegri, ai percorsi delle rispettive compagini, per arrivare a quello che sarà il verdetto finale della partita. Non solo in relazione al mero risultato, ma anche a quelle che saranno le dinamiche della stessa. Insomma, all'interno di questa nuova sfida fra Parma e Milan ci sono tutti gli ingredienti che caratterizzano una prima volta storica.
L’immagine più felice della settimana è, senza ombra di dubbio, quella che ritrae Chris Pulisic sui campi di Milanello con il resto del gruppo. Sicuramente, non avrà ancora nelle gambe i novanta minuti, ma è un rientro fondamentale per la manovra rossonera. E, nello specifico, quella offensiva. Ciò nonostante, a Parma gli sarà riservato, al massimo, uno spezzone di partita.
Per il resto, l’undici titolare dovrebbe ricalcare, in gran parte, quello visto contro la Roma di Gasperini. Difatti, l’unico avvicendamento dovrebbe riguardare la linea difensiva. Nello specifico, Tomori dovrebbe ritornare ad occupare la sua posizione di braccetto destro. Al suo fianco, Gabbia nel ruolo di perno centrale e Pavlovic, reduce dal gol vittoria contro i giallorossi, sul centro sinistra. Sulle corsie, Saelemaekers a destra e Bartesaghi a sinistra. Il cuore del centrocampo, invece, sarà presidiato da Fofana, Modric in cabina di regia e Ricci. Arrivando alla coppia d’attacco, quest’ultima dovrebbe essere ancora quella composta da Leao e Nkunku.
Sulla partita di domani.
Allegri: "Domani sappiamo che incontreremo una squadra che ha sempre lottato. E' una squadra che alza molto la palla, davanti ha Pellegrino che è molto bravo nei duelli aerei. Giocare a Parma non è mai semplice. Non scordiamoci che noi, fra Pisa e Cremonese, abbiamo fatto solamente un punto e bisogna prepararsi mentalmente ad una partita che può essere molto spezzettata. Abbiamo recuperato Pulisic, Estupinan e Jashari hanno migliorato la condizione, Rabiot e Gimenez ritorneranno dopo la sosta."
Sui crampi di Leao e Pulisic.
Allegri: "Pulisic ha fatto due allenamenti con la squadra. E' a disposizione e non so quanti minuti avrà. Leao e Nkunku hanno fatto molto bene contro la Roma. Leao ha avuto i crampi perché deve ancora migliorare la condizione, la normalità è che lui giochi quelle partite e non che siano degli eventi sporadici. Domani serve fare una partita concreta e giocare molto bene tecnicamente."
Sulla prima trasferta vinta con il Milan a Parma e sui 7 gol presi.
Allegri: "Non so se è una coincidenza, ma so che è un dato di fatto e so che dobbiamo migliorare. Andrea fece un gol meraviglioso e fu anche quella una partita difficile, come tutte le partite a Parma e tutte le partite di campionato. Per conquistare i tre punti domani, bisogna fare una buona partita sotto tutti i punti di vista."
Ti manca un bomber d'area?
Allegri: "Gimenez, quando lo recupereremo, ci potrà dare tanto e magari potremo giocare senza centravanti. Ci sono delle stagioni che si possono fare senza centravanti, come caratteristiche di ruolo e uomo d'area. Detto questo, Nkunku e Leao il centravanti lo possono fare."
C'è un problema con le piccole?
Allegri: "Il problema con le piccole è che abbiamo preso dei gol, poi il calcio è strano e magari domani non prendiamo gol. Con la Cremonese abbiamo preso gol da due cross e con il Pisa lo abbiamo preso nel momento migliore nostro non riusciamo a chiudere la partita o quanto meno portarci sul 2-0. E questa è una cosa su cui dobbiamo migliorare, perché quando l'avversario è in difficoltà bisogna metterlo ko. Ma non possiamo tenere le partite aperte. Fino a che siamo dentro al campo, bisogna stare dentro la partita fino a che l'arbitro non fischia. Noi dobbiamo metterci al pari loro, a livello mentale ma soprattutto fisico e correre, perlomeno, come loro. Poi, allora, verranno fuori le qualità tecniche sicuramente saranno superiori."
Come ha trasformato la difesa?
Allegri: "Quest'anno, quello che ho chiesto ai ragazzi è stato di diminuire il numero gol dei numeri presi. Perché è un numero che alla lunga è quello che conta di più nel campionato, per arrivare in una certa posizione di classifica. Se i gol fatti e i gol subiti sono vicini è probabile che arrivi nei primi sei, se la forbice è più ampia, a favore di quelli segnati su quelli subiti o il contrario, arrivi fra le prime quattro. Poi, dobbiamo migliorare la percentuale realizzativa perché non possiamo avere sei occasioni a tre metri dal portiere e fare un gol. Pavlovic, con la Roma, ha fatto un movimento meraviglioso da attaccate, Rafa gli ha messo una bella palla, ma poi abbiamo avuto occasioni importanti per andare sul 2-0 e su quello dobbiamo migliorare."
Sull'importanza della partita che precederà il derby. E' a quota 99 vittorie con il Milan, lo sapeva?
Allegri: "Al derby non pensiamo, pensiamo alla partita di domani che vale tre punti come le altre. Non è per arrivare sereni al derby, ma per passare una sosta serena. Quelli di Parma, nell'immediato, saranno tre punti più importanti del derby."
Sul rinnovo di Maignan e sul recupero di Gimenez.
Allegri: "Gimenez dovrebbe recuperare per il derby, ma vedremo. Per quel che riguarda Maignan, tutti quelli che lavorano al Milan devono lavorare con passione e voglia per creare presupposti per ottenere i risultati, perché non è che quando si va via poi si torna. Maignan è un grandissimo portiere, la società sta programmando il futuro e saranno loro che penseranno al meglio del Milan."
Come sta vivendo lo spogliatoio questo cambio di prospettiva rispetto all'anno scorso?
Allegri: "Questi mesi, ho imparato nel corso degli anni, sono la preparazione per il rush finale e vanno fatti bene. Nel senso che a marzo bisogna essere nelle condizioni ottimali per giocarci le nostre possibilità nei primi quattro posti. La strada è ancora lunga e bisogna avere dei mini obiettivi, che sono le partite che giochiamo, oltre al macro obiettivo che è quello di arrivare nei primi quattro posti."
Su Modric.
Allegri: "Oltre ad aver portato maggior lettura nella fase difensiva, la ha portata anche in quella offensiva e di gestione, ma è la squadra che quando non ha palla si mette a disposizione per difendere e per cercare di non prendere gol. Poi, bisogna aumentare la percentuale realizzativa, perché rispetto alle occasioni create, è ancora bassa."
C'è la prospettiva di giocare con il 4-3-3?
Allegri: "Questo lo vedremo durante la stagione. E' una crescita che la squadra potrà fare durante la stagione se ci sarà la necessità e cercherò di capire se la squadra lo potrà sostenere. Poi, ci sono i cambi che nn è che se partiamo con quattro punte siamo sicuri di vincere. Tutto dipende sempre dalla disponibilità che danno i giocatori quando non abbiamo la palla. Perché nel calcio di oggi non possiamo permetterci di difendere in sette o in otto, ma non tanto perché pendi gol, ma perché quegli otto poi sono poco lucidi nell'azione offensiva."
Sulle sensazioni che le da lo spogliatoio.
Allegri: "Diciamo che c'è una buona armonia all'interno di Milanello. Bisogna mantenere l'equilibrio e i piedi per terra perché all'interno di un percorso ci sono sempre degli imprevisti che vanno gestiti."
Sulle parole di Marotta.
Allegri: "E' meglio che non faccio battute. Non mi piace andare a caccia (ride ndr). Sarà un campionato bello ed ecco perché bisognerà dare il seguito ai risultati. Bisogna stare in silenzio e pensare a lavorare e fare, che è la cosa più importante."
Sulle parole di Buffon e sull'identità alla squadra.
Allegri: "Non è che il Milan è mio, tutti insieme bisogna arrivare all'obiettivo. Per quel che riguarda Buffon, sono d'accordo con lui. Tra l'altro, una volta Gigi, quando vincemmo una partita 4-2 diventò una furia per i gol presi. Però, ho avuto la fortuna di lavorarci insieme e di vederlo parare."
Sulle assenze.
Allegri: "Le assenze che abbiamo avuto si sono tramutate in un'opportunità per chi fino a quel momento aveva giocato di meno. E fino ad oggi i ragazzi hanno anche fatto dei risultati."
Il fatto che il Milan sia la squadra più attendista è positivo?
Allegri: "Con questi numeri faccio della fatica. Sicuramente bisogna migliorare, nella metà campo avversaria, la fase di possesso, che dipende anche dai giocatori che abbiamo. Dobbiamo migliorare sicuramente la fase di pressione quando siamo più alti ma ci sono anche le caratteristiche dei giocatori da rispettare. Non so quale sia la parole per lo Scudetto, ma so solamente che è direttamente collegata al fatto di essere a marzo fra le prime quattro. Vedremo dove saremo e se ci saranno le possibilità di arrivare fra le prime quattro e se ci sarà la possibilità di fare qualcosa in più. Ma dal dire che bisogna vincere per forza la Scudetto, a dire di riportare il Milan in Champions, penso sia già importante, anche a livello economico per la società, sia in termini tecnici perché giocare la Champions è una cosa meravigliosa."
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