La leggenda rossonera Marco Simone è stato ospite nella prima Live di Instagram di Milanistichannel, tenutasi nella giornata di mercoledì 8 gennaio. La redazione ha voluto parlare direttamente con l'ex attaccante rossonero, vincitore di 3 scudetti consecutivi, 4 in totale, 2 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 3 Supercoppe Uefa e 3 Supercoppe italiane, del nuovo Milan di Conceicao. Il focus erala vittoria in Supercoppa, ma alla fine i temi venuti fuori sono stati molti altri.
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ESCLUSIVA Marco Simone a MC: “Per Conceicao ora arriva il lavoro più difficile”
L'intervista a Marco Simone sul Milan di Conceicao e la vittoria in Supercoppa
—Marco Simone, volevo farle una domanda specifica sull'attacco, che è un ruolo che le è molto caro, visto che ha segnato tanto, in tante partite decisive con il Milan. Questo Milan di Fonseca prima e Conceicao poi, è una squadra che crea molto, ma segna poco. Nelle ultime gare sono stati fatti più gol, ma si sono presi anche di più rispetto all'ultimo periodo di Fonseca. Quindi, per lei, la squadra, con il nuovo tecnico, come deve ritrovare quell'equilibrio finale che possa far segnare tanto e non prendere gol?
"La presenza di Evani nella Live fa capire come ci sia una risposta visiva. Chicco faceva parte di quel blocco di squadra che riusciva a far capire l'importanza anche agli attaccanti che devono fare la fase difensiva. Che sia una fase difensiva in blocco mediano o una fase difensiva avanzata. Poi il problema dell'equilibrio riguarda anche cosa chiedeva Fonseca prima ai giocatori. Non può essere un problema solo di come giocavano gli attaccanti. Probabilmente Fonseca non è riuscito a far trasmettere il suo pensiero. Fonseca non è uno sprovveduto, visto le esperienze con tante squadre in diversi campionati, dove ha fatto bene. Alcune volte capita che nonostante avesse dato tutto, come spesso ha dichiarato, non riusciva a trasmettere ciò che voleva".
Sempre rimanendo su Fonseca e le dinamiche che hanno impedito la ricerca dell'equilibrio...
"Secondo me alcune situazioni legate ad alcuni giocatori a livello individuale - cito Leao e Theo per le panchine - ha un po' disorientato quello che era poi il tema principale che era il trovare un gruppo, una squadra".
E su Conceicao?
"Bravo, ha azzerato tutto, ma bisogna anche ricordarsi che statisticamente un cambio di allenatore all'inizio porti dei benefici. Quindi bisogna lavorare tantissimo perché non può bastare alla lunga quello che si è visto in Juve-Milan o Inter-Milan, al di là del trofeo. Adesso bisogna approfittare dell'entusiasmo che arriva da questo successo. Poi c'è da tener conto della responsabilità che arriva addosso ai giocatori, con un cambio di allenatore. Nelle due partite ravvicinante di Supercoppa è arrivata una risposta. Si sono responsabilizzati subito, adesso però bisogna dare continuità a questa cosa. Ora il lavoro è più difficile".
Le parole di Conceicao sono state essenziali per il gruppo e per tutto il Milan a Riyadh. Quali altre parole dovrebbe usare adesso il tecnico portoghese. Quali sono le corde giuste da toccare per far tenere la squadra concentrata fino all'ultima gara?
"Il vantaggio di Conceicao è che è già entrato dentro la testa dei giocatori. Probabilmente perché ha una comunicazione diretta e forte ed è credibile come allenatore. Questa sua comunicazione però è legata anche alla reazione autonoma dei giocatori che, come detto prima, sarebbe sicuramente arrivata. Conceicao parte quindi da questo vantaggio. Adesso deve continuare, ma in modo naturale. Lui è sempre stato così, anche da giocatore. È il suo modo di essere e non credo che cambierà l'approccio con il Cagliari. È un comunicatore diretto e duro, ma semplifica i messaggi che poi devono essere applicati sul campo.
Tornando su Fonseca e il suo modo di comunicare invece...
Forse dove ha peccato Fonseca è stato nella comunicazione, non che non l'avesse, ma che in quel che diceva era più pacato, meno incisivo. Magari questo gruppo Milan aveva bisogno di un altro tipo di impatto
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