milanistichannel news milan ESCLUSIVA Scavuzzo: “Non esistevano piani B in caso di mancata vendita a Milan e Inter”
L'INTERVISTA ALLA VICE SINDACA DI MILANO

ESCLUSIVA Scavuzzo: “Non esistevano piani B in caso di mancata vendita a Milan e Inter”

Mattia Giangaspero
Mattia Giangaspero Direttore responsabile 
La Vice Sindaca di Milano ha raccontato in via esclusiva a Milanistichannel come in caso di mancata vendita a Milan e Inter, San Siro...
01:08 min

Forse non tutti i milanesi ne hanno ancora percepito la portata, ma il 29 settembre 2025 è una data spartiacque per la città. Con l'approvazione della delibera di vendita a Milan e Inter, il Consiglio Comunale ha decretato una rinascita per San Siro. Non solo il Meazza, ma l'intero quartiere, si affaccia su un futuro profondo e complesso, che promette di essere, come sempre, al centro di intense discussioni politiche. C'è chi ha pensato che quel giorno fosse la fine dei dibatti, ma il voto favorevole del Consiglio Comunale volto a cedere l'area di San Siro ai due club non ha esaurito i quesiti sul tavolo.

Prima del voto, l'attenzione si è focalizzata sulle ragioni per cui il Comune di Milano e i Club non abbiano optato per una soluzione di ristrutturazione dell'impianto e su quale sarebbe stato il piano B dell'Amministrazione in caso di mancata approvazione della delibera.

Mentre, oggi, l'attenzione si sposta sui dettagli operativi del progetto:

  • Quanti posti avrà il nuovo stadio?
  • Come si chiamerà il nuovo San Siro e chi avrà l'ultima parola sul nome?
  • E soprattutto, in un contesto di rinnovamento, ci sarà spazio per un Museo del Meazza che onori la storia dell'attuale impianto?
  • Per fare chiarezza sulla posizione del Comune di Milano, sulle valutazioni in corso e sulle prossime tappe di questo complesso dossier, MilanistiChannel.com ha voluto intervistare in via esclusiva la Vicesindaca e assessora all'istruzione del Comune di Milano, Anna Scavuzzo.

    Questa intervista è di cruciale importanza: la Vicesindaca Scavuzzo,insieme all'Assessora allo Sport Martina Riva e all'Assessore al Bilancio e Demanio, Emmanuel Conte, formerà il nucleo centrale di rappresentanza del Comune di Milano per tutti i prossimi passi che verranno attuati da Milan e Inter sull'area in questione. Si parla di un orizzonte temporale che va dalla realizzazione del nuovo stadio - prevista entro il 2031 - fino alla completa riqualificazione del quartiere, stimata per il 2035.

    In questa intervista approfondita, la Vicesindaca risponde ai tanti dubbi che cittadini e tifosi hanno sul tema San Siro.

    San Siro, le polemiche, i dubbi la politica: tutte le risposte sulla vendita a Milan e Inter

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  • Vice Sindaca Scavuzzo, San Siro è stato ed è tutt’ora un tema che divide. Politica, tifosi di Inter e Milan, cittadini, abitanti del quartiere. Che cosa si sente di dire a chi è più scettico sulla decisione finale che è stata raggiunta?
  • “Ci sono state alcune divisioni, ma credo che la storia dello stadio di San Siro sia sempre stata costellata da molti dibattiti. I contrari e gli entusiasti c’erano anche nel momento di costruire il terzo anello, per esempio. Che lo stadio sia un argomento di grande dibattito lo considero del tutto normale e non ne sono spaventata, a patto sia un dialogo corretto e condotto nel massimo rispetto di tutte le parti.

    Come secondo elemento, lasciando però il posizionamento politico da parte, il tema è tra chi vuole affrontare la rigenerazione e trasformazione dello stadio e chi invece è fermo sull’idea che San Siro non si tocca. Perciò la contrapposizione è tra chi accetta solo l'ipotesi di ristrutturare e chi valuta alternative, questo è il tema.

    Nel pieno rispetto di chi manifesta nostalgia o dispiacere al pensare che San Siro possa non essere più quello a cui siamo abituati, voglio dire che comprendo queste emozioni e che sono certamente motivo di attenzione per tutti. Io stessa sono un’appassionata di calcio, vado allo stadio, lo vivo con grande partecipazione e proprio per questo mi sento di rassicurare che tutto viene considerato con la giusta e rispettosa importanza che merita.

    D’altra parte mi sento di dire che vorrei guardare allo stadio di San Siro pensando agli anni che verranno, non solo con il pensiero rivolto al passato, a ciò che è stato: altrimenti rischiamo di trascurare il futuro.

    Lo dico sempre: porto con me tanti ricordi, ma voglio immaginarlo per le mie nipoti e per quei ragazzi che saranno gli adulti di domani, tra 10 o 20 anni.

    E siccome, a oggi, San Siro presenta problemi strutturali e di accessibilità, penso che investire sul suo futuro voglia dire dargli nuova vita: anche questo è voler bene a San Siro. Ci siamo concentrati molto sul progetto di demolizione e pochissimo sul suscitare emozioni, curiosità e attesa per il nuovo stadio. Credo che questi siano elementi da considerare molto di più da ora in poi”.

    San Siro e la scelta di non ristrutturarlo

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  • Non è stata una trattativa semplice, anche durante il giorno della votazione era rimasto il dubbio su come sarebbe finita. Immagino che un piano di crisi su San Siro non venduto, e di conseguenza Milan e Inter non più a Milano, era sul tavolo della Giunta. Cosa sarebbe successo in questo senso?
  • Un piano B per lo stadio? No, direi che non c’era. L’intenzione e la determinazione con cui abbiamo lavorato in questi mesi testimonia la volontà di mantenere lo stadio Meazza nel quartiere di San Siro. D’altronde sappiamo bene tutti che l’infrastruttura di San Siro è difficilmente replicabile in altre aree della città, per esempio pensando alle metropolitane e ai mezzi di superficie che permettono di raggiungere il quartiere senza per forza ricorrere all’auto privata.

    Qualcuno ha anche detto ‘se le squadre vanno altrove - e il sottotesto era l’Inter va a Rozzano e il Milan a San Donato - voi lì potete mettere una scala della musica’. Anche in questo caso sarebbe utile chiedere qualche commento agli operatori del settore. Io mi sono occupata per diverso tempo della stagione dei concerti che coinvolge San Siro, l’ippodromo del galoppo e quello della Maura. E la possibilità di avere per tutto l’anno concerti con una programmazione continua che renda sostenibile lo stadio senza il calcio io non la vedo.

    Con l’inaugurazione della nuova Arena a Santa Giulia avremo poi un altro luogo in città perfetto anche per la musica, come già il Forum di Assago, l’area di Rho Fiera, l’ex area Expo e la nuova arena a Segrate. Mi pare che ci sia una certa abbondanza.

    I tifosi sono un pubblico con comportamenti codificati, per certi versi più ripetitivo rispetto a quello dei concerti, che a seconda dello spettacolo può avere caratteristiche di età e provenienza, così come esigenze e bisogni molto differenti. Il pubblico dei Metallica non è quello dei Green Day, il pubblico di Elisa non è quello dei Massive Attack. I tifosi del Milan o dell’Inter li conosciamo meglio.

    Per tutte queste valutazioni ci affidiamo al confronto e alla consulenza da parte di esperti in materia di organizzazione e gestione degli eventi. E’ importante non banalizzare, e anzi, bisogna discutere con gli operatori, valutare le responsabilità e coordinarsi per esempio rispetto alla gestione del traffico, ai flussi delle persone, alla sicurezza, sia in termini di security che di safety. Un lavoro che coinvolge molti soggetti, e il tavolo della Prefettura, promosso anche per gestire il susseguirsi dei grandi eventi che si sono realizzati a San Siro, è composto da diverse professionalità che, insieme, cercano delle soluzioni.

    Nulla è semplice. La soluzione ‘al posto del calcio ci metto i concerti’ non è così facile e non è detto abbia la sostenibilità economica. E se poi non funziona? E se lo stadio poi viene lasciato vuoto? Ci tengo a dirlo: se lo stadio di San Siro venisse lasciato vuoto o usato una volta ogni tanto, credo sarebbe la prospettiva peggiore sia per l’intera città sia per il quartiere. Già oggi l’idea di poter trasformate l’intera area di San Siro in un contesto vivo e vitale tutta la settimana e non solo in occasione delle partite, credo che restituirà al quartiere degli spazi che a oggi non sono vissuti o non ci sono affatto”.

    Esisteva un Piano B in caso di mancata cessione di San Siro a Milan e Inter?

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  • Perché non si è scelta la strada della ristrutturazione? Questa è la domanda che fanno tutti. Gliela faccio anche io, chiedendole però, di raccontare il motivo di non aver preso in considerazione questa opzione
  • Il Comune non si è mai opposto alla ristrutturazione con una posizione ideologicamente avversa, è una via che abbiamo esplorato e un’idea che anche le squadre hanno accarezzato. Abbiamo aperto un bando per raccogliere manifestazioni di interesse anche nell’ottica della ristrutturazione, ma la verità è che oltre alle idee, per affrontare questo genere di interventi bisogna anche impegnare notevoli risorse economiche, che il Comune non ha e che il privato avrebbe dovuto comunque investire.

    Le dirò di più: in un momento come quello di oggi, sono convinta che siano proprio le squadre a dover mettere i soldi per riqualificare lo stadio di San Siro. I capitali del mondo del calcio non sono pochi, io sono molto determinata nel dire che non può essere il Comune di Milano a doversi accollare gli oneri di una ristrutturazione. Quindi è evidente che questa valutazione non si può fare senza tenere conto della fattibilità economica, dell’onerosità dell’operazione e dell’equilibrio costi/benefici. Abbiamo trovato un punto di mediazione, che ha permesso a tutte le parti in gioco di sedersi a un tavolo. Alla fine abbiamo preso in considerazione l’offerta formulata dalle squadre nel mese di marzo.

    L’apertura di trattativa iniziale è stata molto cambiata da un lungo e serio lavoro che ci ha permesso di tutelare l’interesse pubblico, ma a partire da una ipotesi diversa da quella di ristrutturazione. Le squadre stesse non hanno ritenuto percorribile la ristrutturazione e hanno optato per la realizzazione di un nuovo impianto”.

    Meazza e quartiere green: la rinascita di Milano ovest

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  • In questo momento, i tifosi non ne tengono conto e pensano solo al nuovo San Siro, però la scelta del Comune e dei club non riguarda solo la costruzione di un nuovo stadio ma la riqualificazione dell’intera area. Cosa si sente di dire agli abitanti per quanto riguarda la riqualificazione del quartiere? Il Comune di Milano in cosa non transige nella riqualificazione del quartiere?
  • Stiamo ponendo molta attenzione nella stesura del contratto, tutti gli strumenti di pianificazione e di accordo sono oggi oggetto di valutazione e cura perché ricalchino quelle che sono state le indicazioni non banali del Consiglio Comunale. Quindi c’è un impegno sul verde, un impegno sull’attenzione alla salute dei cittadini, ai tempi per la realizzazione del piano complessivo. Ovviamente l’aver legato le fasi del progetto le une alle altre aiuta ad avere uno stesso obiettivo. Anche alle squadre converrà affrontare i lavori con celerità e con il pieno rispetto degli impegni, in primis perché arriveranno ad avere lo stadio quanto prima, e in second’ordine perché c’è un tema importante di reputazione che le squadre devono mantenere."

    "Ci tengo a dirlo a voi, poiché voi siete una pagina che parla ai tifosi e a tutti quelli che amano il calcio: oltre ad avere a cuore la città, il tema di ingaggiare le squadre perché leghino il successo dell’operazione alla loro reputazione è fondamentale. Noi come Comune di Milano ci abbiamo messo ben più che la faccia, e credo che questo sia un merito che trasversalmente debba essere riconosciuto a una Amministrazione che sta contribuendo a costruire un percorso per attrarre investimenti su uno spazio sportivo, su un quartiere e sul futuro di quello che è il calcio milanese e italiano. Dall’altra parte, le squadre devono rendersi conto delle aspettative che hanno generato, sia nel quartiere in cui quello stadio vive, sia in tutta la comunità dei tifosi.

    Temi importanti, dunque, sono il verde, l’attenzione alla salute e anche la accessibilità e la architettura dello stadio, che ci aspettiamo all’altezza dei sogni che sono stati promessi. Da parte dell’Amministrazione garantisco solerzia e attenzione in questa operazione di trasformazione. L’impegno è che non sia né solo un’operazione per realizzare uno stadio, indipendentemente dal quartiere, né tanto meno una mera attività commerciale. Il quartiere, con i suoi cittadini, deve rimanere centrale."

    Quando sarà pronto il nuovo stadio? La road map di Milan e Inter

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  • C’è una road map sul nuovo San Siro. Inizio lavori entro 2027, nuovo stadio tra il 2030 e il 2031. Fine lavori, massimo 2035. È tutto corretto? È una road map che può essere rispettata al 100%? Spera finiscano prima?
  • “Posso garantire che il nostro impegno sarà massimo per rispettare queste milestone. Certezze non ne posso esprimere, dati i tanti elementi e responsabilità in gioco. Però posso assicurare che c’è l’impegno per garantire questi obiettivi così come sono stati disegnati e raccontati. È certamente una priorità per tutti”.

    Il ricordo della Vice Sindaca Scavuzzo

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  • Qual è il suo ricordo più bello di San Siro?
  • "Le affido un ricordo di famiglia, la prima volta a San Siro di una delle mie nipotine che ho portato allo stadio a vedere un derby: siamo entrate, dapprima solo un po’ di rumore e qualche coro, poi… la testa fa capolino dalla scala, l’urlo della curva che si eleva, le coreografia del pubblico, il calore del tifo. San Siro! È stata letteralmente abbracciata da San Siro! Non si aspettava né l’esuberanza né l’energia che veniva comunicata da oltre 72mila tifosi. Mi ha guardata e mi ha detto ‘ma quanti siamo?’ Io le ho risposto ‘molti più di quelli che sono in campo, perché siamo in campo anche noi’. Questa energia che si sente quando si entra allo stadio è ciò che fa la differenza, ed è anche il motivo per cui abbiamo insistito nel rigettare l’idea di 50mila posti, ottenendo l’impegno a realizzare uno stadio da oltre 70mila posti: il pubblico e le tifoserie trasformano una partita di calcio in un’esperienza collettiva, e anche la prestazione sportiva diventa davvero uno spettacolo, una sintonia fra i giocatori e la gente sugli spalti che rende memorabile una partita”.

    Quanti posti avrà il nuovo San Siro? La richiesta del Comune a Milan e Inter

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  • Quindi il voler un nuovo stadio da 70 mila posti è stata una richiesta del Comune e non dei due club?
  • “Certo, il Consiglio Comunale e il Municipio 7, potete andare a controllare in tutte le carte. La richiesta è stata chiara, vogliamo uno stadio pieno di gente e vogliamo che continui a dare emozioni a grandi e piccini, mantenendo una parte degli spalti a biglietti con prezzi accessibili”.

  • Si è parlato di un museo di Milan e Inter, le chiedo se per caso potrebbe essere realizzato anche un museo per San Siro e cosa resterà del Meazza, post abbattimento.
  • Questa è una bellissima idea e penso che le squadre saranno contente di raccontare l’epopea di trasformazione del Meazza. Non prendo impegni per i Club, ma volentieri supporto questa proposta perché penso che nel museo di Milan e Inter, che tra l’altro ad oggi è il più visitato in città, ci potrà sicuramente essere lo spazio per raccontare la trasformazione di San Siro.

    Come si chiamerà il nuovo San Siro?

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  • Sul nome del futuro stadio si è acceso un nuovo dibattito, cosa può dirci in merito? Chi sceglierà il nome del nuovo Meazza?
  • Certamente sarà sempre lo stadio San Siro, visto che è il nome del quartiere. All’intitolazione a Beppe Meazza sono molto affezionata, si vedrà con le squadre che orientamento esprimeranno nei confronti di questo tema. In ogni caso, lo stadio di San Siro rimane lo stadio di San Siro”.

  • Non ci sarà una consultazione popolare?
  • Perché no, non escludo nessuna ipotesi e non metto limiti alla creatività. E’ un altro di quei temi che ci ricorda l’importanza di mantenere il dialogo aperto fra il Comune le squadre, così come già oggi è molto forte la collaborazione con le loro Fondazioni, da sempre impegnate in progetti sociali come la promozione dello sport di base, il contrasto alle disuguaglianze, le politiche alimentari, le attività sociali in favore dei più fragili. Sono certa che parleremo anche dell’intitolazione dello Stadio di San Siro e la eventuale dedica a qualcuno – come oggi è a Beppe Meazza - che è cosa diversa da quanto prevederanno gli accordi pubblicitari, che porteranno i riferimenti agli sponsor.”

    Il derby politico: Scavuzzo vs Riva

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  • Visto che anche qualche settimana fa Martina Riva ha parlato sulla sua squadra del cuore, le chiedo se siete mai andate insieme a vedere un derby?
  • “Io e Martina condividiamo tante cose, non la squadra del cuore! Allo stadio il mio vicino di seggiolino è proprio il padre della collega Riva, lui storico interista al contrario della figlia. Una delibera portata in Giunta da un’interista, una milanista e uno juventino (Scavuzzo, Riva, Conte) non può che essere garanzia di qualità di dialogo e ricerca di equilibrio: come la bellezza di San Siro, che è casa sia per il Milan che per l’Inter da tempo immemore. Ci sarà sempre rivalità tra la Nord e la Sud, fra interisti e milanisti, tra cugini, però condividiamo gioie e dolori, emozioni e batticuori in uno dei luoghi che più amiamo della nostra Milano, lo Stadio di San Siro: ieri, oggi e domani”.