Ancora una volta il Milan è al centro di racconti fantasy. E se fino allo scorso anno le teste erano tre, questa volta il libro parla del diavolo a due teste...
Un romanzo che pare tratto dai migliori bestseller, ma del quale, dobbiamo dirlo, avremmo fatto volentieri a meno. Questa volta il titolo del libro non è più "Il diavolo a tre teste", ma bensì "La favola delle due teste". E quando si parla di Milan e di "teste" sapete già dove vogliamo andare a parare. O meglio, dove taluni vorrebbero andare... Messa da parte la favola dello scorso anno, (le tre teste, come sopra), è infatti arrivato il momento del sequel, questa volta con una "testa" in meno. Ci riferiamo ovviamente alle continue (secondo taluni) faide interne alla dirigenza rossonera, che quest'anno vedrebbero protagonisti Furlani e Tare.
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Sembrerà banale, ma dobbiamo ricordarlo: il Milan è un'azienda
Sorprendente vero? Già. Non è mai bello ribadire l'ovvio, ma quando si cercano di aggirare le banali logiche societarie è bene che si mettano i cosiddetti "puntini sulle i". Il Milan è una squadra di calcio, certamente, ma è anche un'azienda: e in azienda, si sa, vige una piramide ben definita. In cima c'è il proprietario (leggi Gerry Cardinale), ma subito sotto (al netto del presidente) c'è una figura ben chiara e definita: l'amministratore delegato. L'AD è da sempre il delegato della proprietà (si chiama delegato per questo...), pertanto è chiaro ed evidente che Giorgio Furlani, nel caso del Milan, sarà sempre il decisore ultimo di ogni scelta.
Nessuna diatriba con Igli Tare, ma il sano e giusto rispetto dei ruoli istituzionali
Ognuno ha il suo ruolo, come è normale che sia, e se l'arrivo di Igli tare ha portato nuova esperienza ai rossoneri, è chiaro come vi sia sempre un dialogo con i diretti superiori. Un dialogo, che non significa faida, ma un semplice scambio di idee, come normale che sia. Nessun derby Tare Furlani dunque, non c'è chi compra o chi vende, ma solamente un duro lavoro di tutte le parti coinvolte, secondo i rispettivi compiti. La speranza è dunque che si possa chiudere anche questo libro (magari per leggerne di ben più interessanti), con l'augurio che il genere fantasy lasci presto Casa Milan...