Il ricordo di Berlusconi, uomo immortale, simbolo del Milan e protagonista di un’epoca calcistica irripetibile e leggendaria.
Partiamo da un ossimoro, almeno per me: ho sempre pensato che Silvio Berlusconi fosse immortale. Eppure, il 12 giugno 2023 passerà alla storia come il giorno della sua scomparsa. Una data simbolo, una di quelle che - anche a distanza di trent’anni - chi l’ha vissuta ricorderà nitidamente: dove si trovava, cosa stava facendo, cosa ha provato. Per me è stato, e resterà per sempre, così.
Ricordo distintamente quel momento. Ero in studio, una mattina qualsiasi di inizio estate, davanti al computer a lavorare. Alle 9:36 è arrivata una flash news. Una di quelle che ti gelano il sangue. Il titolo era semplice, secco, impensabile: “Fininvest: Silvio Berlusconi è morto.” Rimasi pietrificato, incapace di credere a ciò che leggevo. Un colpo al cuore. Berlusconi era una figura che pensavo avrebbe accompagnato tutta la mia vita. Un pilastro, un riferimento, un uomo che ha segnato un’epoca.
Il 20 febbraio 2025 scrissi un editoriale per ricordare i 39 anni dall’ingresso del Presidente nella vita del Milan. Il giorno in cui tutto cambiò, e i colori rossoneri iniziarono una scalata che li portò sul tetto d’Europa e del Mondo.
L'editoriale celebrativo di una data storica per il Milan di Silvio Berlusconi
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Il 20 febbraio 1986 è la data in cui ufficialmente Silvio Berlusconi diventa il nuovo Presidente del Milan. Precisamente la data in cui si apre l'Era del Presidente più vincente della nostra Storia ultracentenaria. Un'era che inizia nel 1986 e termina nel 2017. In 31 anni di presidenza Silvio Berlusconi ha vinto 29 trofei, rientrando nell'élite dei più vincenti in Europa insieme a Pinto Da Costa, Florentino Perez e Santiago Bernabeu.
Il palmarès di Berlusconi con il Milan:
2 Coppe Intercontinentali
1 Coppa del Mondo per club
Una ricorrenza celebrata Adriano Galliani, storico braccio destro del Cavaliere, direttamente sul proprio profilo Instagram.
In quel 20 febbraio 1986 Berlusconi acquistò un Milan in grave crisi finanziaria, esternando e promettendo ai suoi tifosi di riportarlo sul tetto d'Europa e del Mondo nel più breve tempo possibile. Una volontà espressa con gli arrivi a stretto giro di Arrigo Sacchi e dell'indimenticabile trio olandese composto da Gullit, Van Basten e Rijkaard.
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Una promessa mantenuta con la vittoria della Coppa dei Campioni 1988-1989, sconfiggendo in finale la Steaua Bucarest con l'indimenticabile 4-0 dei rossoneri. A questa vittoria in ambito europeo seguì la vittoria della Coppa Intercontinentale del 1989 contro l'Atlético Nacional per 1-0 d.t.s.
La lettera del Presidente Berlusconi per celebrare la vittoria della Coppa Intercontinentale del 1989
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Un successo celebrato con una lettera scritta nella notte del 17 dicembre 1989 da Silvio Berlusconi. Parole che ancora oggi risuonano forti nel cuore di ogni tifoso rossonero:
"Questa immagine del Milan Campione d’Europa e del Mondo allo scoccare dei suoi novant’anni, si fonde e si confonde in me con tanti ricordi della mia infanzia. Le dispute con i compagni di scuola, le lunghe ore di studio, l’attesa di mio padre che tornava tardi dal lavoro e si affacciava sulla porta col suo sorriso. Era come se in casa fosse entrato il sole. Carissimo, dolcissimo papà. E con lui, dopo aver parlato dello studio, della scuola, subito a parlare del Milan, quasi l’incarnazione dei nostri sogni, delle nostre utopie. “Vedrai, papà, vinceremo, dobbiamo vincere”, come se in campo potessimo andarci noi due.
E poi la liturgia della Messa insieme la domenica mattina, i commenti e le riflessioni sulla predica, la puntata a comperare le meringhe per la mamma che ci aspettava a casa, in cucina, a preparare il pranzo della festa, l’unico che si consumava in sala con la tovaglia ricamata e i fiori in mezzo al tavolo. E io sempre a chiedere l’ora, impaziente, timoroso di fare tardi. E finalmente, la mano nella mano, eccoci là all’entrata dello stadio, l’Arena o San Siro, e io a farmi piccolo piccolo per profittare di un solo biglietto in due. E, poi, il cuore in gola nell’attesa, le braccia al collo per la vittoria, la tristezza per le partite-no. E mio padre a consolarmi: “Vedrai, ci rifaremo!”.
Caro vecchio Milan, il Milan dei Puricelli, dei Carapellese, dei Tosolini, dei Gimona, che non era riuscito a vincere niente di importante. Caro papà, dalle notti in bianco, con il lavoro portato a casa per far quadrare il bilancio di una famiglia del dopoguerra. Com’è dolce, ora, ricordarvi insieme. Nel momento del trionfo, degli osanna, della notorietà internazionale del Milan di oggi, lasciami, caro vecchio Milan, confondere la mia storia alla tua, lasciami inorgoglire per aver contribuito a farti grande e famoso, lascia che io dedichi questa vittoria, che i campioni rossoneri dal campo hanno voluto dedicarmi, a chi nei momenti più difficili mi consolava e mi incitava: "Chi crede, vince. Vedrai, ce la faremo”.
Ce l’abbiamo fatta. Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie. Che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c’è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan".
Silvio Berlusconi: la sua eredità
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Sono già passati due anni da quel tragico 12 giugno 2023. Due anni in cui il ricordo di Silvio Berlusconi, la sua eredità intellettuale e sportiva, non ha mai smesso di riaffiorare nella mia mente. Come se fosse ancora qui, come se la sua presenza fosse ancora attuale. E forse lo è davvero. Perché gli immortali sono così: non ci lasciano mai davvero. Continuano ad accompagnarci, a vivere nei nostri pensieri, nelle nostre passioni, nelle scelte quotidiane.
Sì, Silvio Berlusconi è immortale.