Sono passati 39 anni da quel fatidico 20 febbraio 1986. Per far riaffiorare nella mente dei tifosi rossoneri le imprese del Milan degli Immortali, del Milan degli Invincibili e del Milan dei Meravigliosi basterebbe ricordare questa data.
La nostra Storia
20 febbraio 1986: una data da ricordare per il Milan ed i suoi tifosi
Il giorno in cui ufficialmente Silvio Berlusconi diventa il nuovo Presidente del Milan. Precisamente la data in cui si apre l'Era del Presidente più vincente della nostra Storia ultracentenaria. Un'era che inizia nel 1986 e termina nel 2017. In 31 anni di presidenza Silvio Berlusconi ha vinto 29 trofei, rientrando nell'élite dei più vincenti in Europa insieme a Pinto Da Costa, Florentino Perez e Santiago Bernabeu.
Il palmarès di Berlusconi con il Milan:
8 Scudetti
1 Coppa Italia
7 Supercoppe Italiana
5 Champions League
5 Supercoppe UEFA
2 Coppe Intercontinentali
1 Coppa del Mondo per club
Una ricorrenza celebrata Adriano Galliani, storico braccio destro del Cavaliere, direttamente sul proprio profilo Instagram.

In quel 20 febbraio 1986 Berlusconi acquistò un Milan in grave crisi finanziaria, esternando e promettendo ai suoi tifosi di riportarlo sul tetto d'Europa e del Mondo nel più breve tempo possibile. Una volontà espressa con gli arrivi a stretto giro di Arrigo Sacchi e dell'indimenticabile trio olandese composto da Gullit, Van Basten e Rijkaard.
—Una promessa mantenuta con la vittoria della Coppa dei Campioni 1988-1989, sconfiggendo in finale la Steaua Bucarest con l'indimenticabile 4-0 dei rossoneri. A questa vittoria in ambito europeo seguì la vittoria della Coppa Intercontinentale del 1989 contro l'Atlético Nacional per 1-0 d.t.s.
Un successo celebrato con una lettera scritta nella notte del 17 dicembre 1989 da Silvio Berlusconi. Parole che ancora oggi risuonano forti nel cuore di ogni tifoso rossonero:
"Questa immagine del Milan Campione d’Europa e del Mondo allo scoccare dei suoi novant’anni, si fonde e si confonde in me con tanti ricordi della mia infanzia. Le dispute con i compagni di scuola, le lunghe ore di studio, l’attesa di mio padre che tornava tardi dal lavoro e si affacciava sulla porta col suo sorriso. Era come se in casa fosse entrato il sole. Carissimo, dolcissimo papà. E con lui, dopo aver parlato dello studio, della scuola, subito a parlare del Milan, quasi l’incarnazione dei nostri sogni, delle nostre utopie. “Vedrai, papà, vinceremo, dobbiamo vincere”, come se in campo potessimo andarci noi due.
E poi la liturgia della Messa insieme la domenica mattina, i commenti e le riflessioni sulla predica, la puntata a comperare le meringhe per la mamma che ci aspettava a casa, in cucina, a preparare il pranzo della festa, l’unico che si consumava in sala con la tovaglia ricamata e i fiori in mezzo al tavolo. E io sempre a chiedere l’ora, impaziente, timoroso di fare tardi. E finalmente, la mano nella mano, eccoci là all’entrata dello stadio, l’Arena o San Siro, e io a farmi piccolo piccolo per profittare di un solo biglietto in due. E, poi, il cuore in gola nell’attesa, le braccia al collo per la vittoria, la tristezza per le partite-no. E mio padre a consolarmi: “Vedrai, ci rifaremo!”.
Caro vecchio Milan, il Milan dei Puricelli, dei Carapellese, dei Tosolini, dei Gimona, che non era riuscito a vincere niente di importante. Caro papà, dalle notti in bianco, con il lavoro portato a casa per far quadrare il bilancio di una famiglia del dopoguerra. Com’è dolce, ora, ricordarvi insieme. Nel momento del trionfo, degli osanna, della notorietà internazionale del Milan di oggi, lasciami, caro vecchio Milan, confondere la mia storia alla tua, lasciami inorgoglire per aver contribuito a farti grande e famoso, lascia che io dedichi questa vittoria, che i campioni rossoneri dal campo hanno voluto dedicarmi, a chi nei momenti più difficili mi consolava e mi incitava: "Chi crede, vince. Vedrai, ce la faremo”.
Ce l’abbiamo fatta. Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie. Che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c’è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan".
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