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Se il calcio è semplice o meno dipende dai punti di vista, ma una cosa unanime è che le parole hanno un peso specifico e implicano delle responsabilità.
Ad ogni parola, nel calcio come nella vita, corrisponde una forza uguale e contraria, definita più precisamente riscontro. Il riscontro a sua volta può essere positivo, quando c'è una coincidenza tra quanto riportato o dichiarato, oppure contrario. Quest'ultima circostanza provoca avversione, in quanto viene violata una libertà fondamentale dell'uomo. Un diritto tutelato dall'art. 21 della nostra Costituzione. Dunque, nella divulgazione di una notizia non si possono diffondere informazioni che offendono l’onorabilità della persona.
Letteralmente il dettato costituzionale recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure...".
Quanto proferito da Sérgio Conceição nella consueta conferenza stampa della vigila in merito alla questione portavoce, è di una gravità smisurata. Il tecnico portoghese a domanda specifica ha dichiarato: "Anche a me dispiacciono queste situazioni. Voglio anche capire se è legale ciò che mi ha fatto questo mio ex collaboratore. Non so se pagato da qualcuno e lo dico pubblicamente, perché non si capisce. Una giornalista mi ha chiamato e mi ha inviato uno screen di questi punti ai quali si riferisce e mi dispiace anche per tutte le persone che lavorano qui al Milan. Noi tutti insieme abbiamo avuto una settimana pulita per lavorare con tutti e sono contento per quanto fatto dalla squadra. Sono uscito da una situazione non bella al Porto, dove tra l'altro, fino a questo momento non avevo mai rilasciato neanche un'intervista. Quel signore, ne risponderà nelle sedi legali."
Siamo davanti ad un bivio: continuare con questa forma di comunicazione volta esclusivamente al proprio tornaconto personale oppure fermarci un attimo, riflettere e nel caso valutare se tutto quello che viene fatto sia eticamente coscienzioso. Non si può pensare che il fine della notizia possa prevaricare ogni rapporto umano.
L'uomo deve sempre venire prima del professionista, l'etica dovrebbe guidare chiunque nelle scelte professionali e di vita, altrimenti la prossima volta potrebbe toccare anche a noi un portavoce che non riporti la nostra voce.
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