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Nella prima mezz'ora di gioco, la Roma ha letteralmente surclassato il Milan. La squadra rossonera, tuttavia, nella restante ora di gioco è stata superiore alla Roma. Non a caso, a fine partita, gli xG del Milan erano nettamente superiori a quelli della squadra di Gasperini (3.32 contro 1.95) ed anche le grandi occasioni sorridevano alla squadra di Allegri (6 contro 1).
Ma come è stato possibile vedere per 30 minuti un Milan così passivo e supino? E com'è cambiata la partita dopo? La motivazione è di natura tecnico-tattica ed in questo articolo vogliamo analizzarla compiutamente nel dettaglio.
La sofferenza iniziale del Milan nasce dal modo in cui la squadra rossonera ha iniziato la partita. La squadra di Allegri, in fase di prima costruzione, ha attuato una struttura abbastanza consueta con Matteo Gabbia al fianco di Luka Modric, De Winter e Pavlovic più stretti vicino al portiere, Saelemaekers e Bartesaghi molto alti per dare ampiezza.
Questa struttura non ha retto le uscite in pressione preparate da Gasperini. Ne è nata un primo terzo di gara in cui il Milan non riusciva a giocare; il giocatore che riceveva il pallone infatti non aveva mai la possibilità di girarsi liberamente per giocare il pallone. La pressione giallorossa non soltanto era ben organizzata, ma era anche eseguita alla perfezione, in ragione di un livello atletico molto buono degli undici in campo.
Ci ha messo qualche minuto di troppo il tecnico rossonero a reagire a questo "scacco matto" da parte di Gasperini. Al netto del ritardo però, la lettura di Allegri è stata perfetta perché ha colto il punto fondamentale: il Milan era troppo pressabile e non riusciva a giocare.
E così, Ricci è stato spostato accanto a Modric in una sorta di 4-4-2 in non possesso che, in fase di possesso, si trasformava in 4-3-2-1 con Saelemaekers e Leao abili a giocare alle spalle di Nkunku, con Fofana mezzala box to box. In questo nuovo sistema erano De Winter e Bartesaghi a dare ampiezza all'azione.
Con questa mossa tattica di Allegri, il pressing della Roma è stato reso meno asfissiante. Si sono creati i presupposti per la discesa di Rafael Leao nei minuti finali del primo tempo. Soprattutto è nato un secondo tempo di spessore in cui il Milan ha potuto finalmente palleggiare e far girare la palla con intelligenza e sagacia.
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