Analisi post Juventus-Milan

Milan: cosa resta della partita e dopo la partita di Torino

Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 
La partita contro la Juventus ha evidenziato ancora maggiormente i limiti della rosa milanista, sottolineando l'urgenza con cui bisogna intervenire per attenuarne le conseguenze.

Siamo solo al 19 gennaio, eppure per il Milan la partita dello Stadium può essere stato il crocevia della stagione. Parliamoci chiaro, nessuno avrebbe pronosticato un Milan dominante a Torino, ma neanche in balia dell'avversario come nel secondo tempo.

La squadra messa in campo da Sérgio Conceição non era la migliore possibile viste le cospicue defezioni. Il primo tempo è stato più che dignitoso, con alcune occasioni sciupate da Leao, Hernandez e Rejinders. Nel secondo tempo la squandra è come se non fosse scesa in campo, una sorta di blackout inspiegabile e alquanto preoccupante.

Poteva rappresentare la partita del via alla scalata, quella che avrebbe potuto dare quello slancio in classifica insperato fino a qualche settimana fa. Invece è stata la partita che molto probabilmente ha affossato quasi irrimediabilmente le speranze rossonere di rientrare nei piani alti della classifica.

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Sérgio Conceição da quando è arrivato, si è trovato costretto a lavorare con una rosa non costruita per il suo stile di gioco. Nonostante tutto ha dato alla squadra quell'entusiasmo fondamentale per la vittoria della Supercoppa Italiana. Ora che l'ardore successivo al cambio di allenatore è venuto meno, di riflesso è scemata anche la veemenza dimostrata a Riyad.

I limiti della rosa rossonera sono davanti agli occhi di tutti. Non si parla tanto di un livello tecnico inadeguato, tutt'al più il problema è prevalentemente caratteriale. Difatti il mister nella conferenza post gara, per spiegare la prestazione della squadra, ha brutalmente dichiarato "A casa serve il frigo vuoto, così hai più fame", quasi a sottolineare la poca determinazione dei suoi.

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Una situazione inaccettabile per un allenatore che lascia l'anima in campo ad ogni partita, come è facile intuire dalla foga e trasporto con cui vive ogni singolo match. La mancanza di leadership in campo è lampante. Dopo gli addii di Ibrahimovic, Giroud e Kjaer il tasso di esperienza in rosa è calato vertiginosamente. Il probabile arrivo di Kyle Walker può essere letto in quest'ottica, un leader carismatico, nonchè un ottimo calciatore nonostante la carta d'identità non più verdissima. Un connubio perfetto analizzando la situazione attuale.

Ora dopo la sconfitta di ieri la strada da percorrere è ancora più tortuosa, la risalita quasi irrealizzabile, ma non per questo la stagione del Milan termina con la sconfitta di Torino.

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Ci sono ancora una Champions League da onorare - cercando di raggiungere una delle prime otto posizioni - ed una Coppa Italia da provare a vincere. Per quanto riguarda il Campionato, come dichiarato da Mike Maignan in conferenza stampa: "Fino a che il campionato si gioca non è finito nulla". Ecco questo deve essere il nostro Mantra d'ora in avanti: non è finito nulla.