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Progetto NBA Europe

Il Milan nel nuovo progetto NBA: verso una rivoluzione del basket europeo

Milan NBA
Mark Tatum annuncia il Milan tra le possibili franchigie NBA Europe con un progetto destinato a rivoluzionare basket continentale.
Gaetano de Santis
Gaetano de Santis Redattore 

La giornata del 20 novembre 2025 verrà ricordata come il momento in cui il Milan è stato indicato dal mondo NBA, per voce di Mark Tatum, Deputy Commissioner della National Basketball Association (NBA), come una delle potenziali franchigie che comporranno il nuovo panorama del basket europeo.

La dichiarazione di Tatum è di rilievo perché eleva ulteriormente il brand Milan, accostandolo a un colosso globale dell’intrattenimento come la NBA. Il club rossonero viene menzionato esplicitamente tra i possibili partecipanti alla futura competizione, insieme a Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Manchester City e PSG: soprattutto grandi marchi calcistici con chiare ambizioni multisport e una forte capacità di aggregazione oltre il calcio.

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Le parole di Mark Tatum: il Milan dentro il progetto NBA Europe

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Intervenendo dal palco della Dealmakers Conference di SBJ a New York, Mark Tatum ha illustrato un cronoprogramma ormai molto dettagliato, utile a rendere esplicito un iter sempre più vicino alla definizione.

Sul progetto NBA Europe ha dichiarato: "Sarà quasi come la Champions League del basket in Europa. Marchi come Real e Barça, oltre a Manchester City e PSG e AC Milan che giocano a basket. È estremamente interessante".

La menzione del Milan è significativa anche perché rappresenta l'unico club italiano presente in questa short list, confermando la crescita del brand rossonero a livello globale e il suo interesse verso un’espansione nel mondo della palla a spicchi.

Riguardo ai contatti con i potenziali ingressi nella lega europea, Tatum ha precisato: "Non c'è ancora nulla di definitivo. Stiamo parlando con molti potenziali investitori dell’ecosistema. Quelle erano solo possibili opzioni. Penso che ci sarà un mix: squadre esistenti nei campionati di vertice, club calcistici che non hanno un team di basket e realtà completamente nuove".

Il possibile contrasto con l’Eurolega: la NBA vuole sbaragliare la concorrenza

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La futura NBA Europe dovrebbe dunque avere una composizione ibrida tra società già esistenti e nuove franchigie. Un nodo cruciale riguarda la disponibilità delle squadre di Eurolega ad entrare nel nuovo progetto NBA in Europa.

Secondo Tatum: "Dalle informazioni in mio possesso le licenze scadono alla fine del prossimo anno. Diverse squadre non hanno firmato il rinnovo. Quando le licenze scadranno, saranno libere di giocare in qualsiasi lega vogliano".

L’Eurolega continua a ritenere valido l'accordo con le attuali partecipanti all'Eurolega sino al 2036, ma permane comunque incertezza in merito, dal momento che molte squadre hanno accordi con scadenze differenti. Questa situazione apre nuovi scenari che l'NBA vuole sfruttare per inserirsi.

Ancora sulle tempistiche, Tatum ha aggiunto: "Inizieremo la fase di bidding nel primo trimestre del 2026. L'obiettivo è far partire la lega nel 2027 e, già nel primo anno, organizzare un torneo di preseason contro le squadre NBA statunitensi".

E sul possibile antipasto del progetto: "La stagione di play-in sarebbe probabilmente il 2027-2028 e la prima stagione completa arriverebbe nel 2028-2029".

E sul possibile antipasto del progetto: "Nell’immediato, si potrebbe creare una competizione tipo una coppa di preseason. Le squadre NBA vanno in Europa a giocare contro squadre europee, come Knicks, Lakers e Bulls contro PSG, Real e Manchester City. Questo potremmo farlo già nel primo anno".

Uno spettacolo preliminare a ciò che dovrebbe partire nel 2027-2028: l’inizio del "sogno americano" applicato alla palla a spicchi europea.

Il tema del campione NBA "Campione del Mondo": la possibile soluzione

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Tatum ha ipotizzato che: "Tra cinque o dieci anni, i vincitori del campionato europeo potrebbero partecipare alla NBA Cup. Potresti vedere il Milan o il Barcellona giocare nella NBA Cup".

Ha inoltre aggiunto che, qualora il movimento europeo raggiungesse gli standard previsti: "A lungo termine, se la qualità continua a crescere, con infrastrutture di livello mondiale e viaggi supersonici, si potrebbe immaginare una divisione europea dell’NBA".

Il costo d’ingresso nel progetto NBA

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American basketball player Michael Jordan in action for the Bulls during an NBA game between Miami Heat and the Chicago Bulls, United States, 1992. (Photo by Bongarts/Getty Images)

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La NBA ha stabilito che le fee d’ingresso nel progetto saranno comprese tra 500 milioni e 1 miliardo di dollari per ottenere una licenza permanente ed entrare nel circuito cestistico più importante del mondo.

Tatum ha inoltre spiegato che i futuri proprietari delle franchigie europee dovranno investire in infrastrutture all'altezza del nome NBA, ammettendo che molti palazzetti europei risultano attualmente non in linea con gli standard statunitensi.

Dunque il costo per una simile operazione potrebbe superare il miliardo di dollari solo come costo per iniziare, tra fee d'ingresso e palazzetto.

Il valore aggiunto della NBA Europe

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Tatum riconosce che difficilmente potrà esserci un vero livellamento tra NBA statunitense e NBA europea, ma sottolinea come il progetto possa risolvere uno dei problemi strutturali del basket del Vecchio Continente: "Il flusso di giocatori internazionali verso i college statunitensi potrebbe fermarsi, offrendo ai teenager europei l’opportunità di restare a casa, svilupparsi e guadagnare".

La questione del salary cap: una novità per l’Europa

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Consapevole della sensibilità europea sul tema del salary cap, Tatum ha dichiarato: "Dobbiamo assicurarci dell’equilibrio competitivo e della sostenibilità finanziaria di lungo termine. Abbiamo ancora del lavoro da fare, con il modello, con i nostri proprietari, con la FIBA".

Il progetto, insomma, è già nato e si sta sviluppando rapidamente. E sembrano esserci tutti i presupposti per una svolta epocale nella pallacanestro europea. D'altronde, storicamente, tutto ciò che l'NBA tocca tende a trasformarsi in oro, o meglio, in dollari.