"La pace sia con tutti voi"
Pace, unità, rinascita
Milan, la pace sia con tutti voi: un trofeo che va oltre il campo

È con queste parole che ha esordito il nuovo Papa, Leone XIV, presentandosi al mondo intero. Una frase semplice, ma densa di significato, che dovrebbe far riflettere tutti, anche nel mondo del calcio. La pace – quella che i rossoneri hanno smarrito ormai da quasi due anni – deve tornare a essere l’unico vero obiettivo del Milan: società, staff tecnico, squadra, media e tifosi. Perché senza serenità e coesione, ogni progetto, anche il più ambizioso, è destinato a sgretolarsi.
L'unità d'intenti è sempre stata la forza intrinseca del Milan e, quando viene meno – come in questo periodo storico – la differenza si nota, eccome se si nota. Una squadra che ha mostrato limiti evidenti, sia caratteriali sia nella composizione della rosa (altrimenti non si spiegherebbe il nono posto in classifica), può essere aiutata oppure definitivamente affossata dall’ambiente che la circonda.
Dopo la vittoria in semifinale di Champions League dell’Inter si è toccata l’apoteosi: un veleno dilagante ovunque, come se la “colpa” di un simile affronto ricadesse sul Milan stesso. Una situazione a dir poco paradossale.
Il Milan si appresta a disputare una finale di Coppa Italia – sì, resta pur sempre una finale, a prescindere dal valore attribuito al trofeo – quasi come se si trattasse di un fardello. In caso di vittoria, difficilmente riceverà la risonanza che meriterebbe; ma, qualora l’esito fosse negativo, l’eco del fallimento risuonerebbe a lungo.
—Le stagioni difficili possono diventare terreno fertile per ricostruire, ma solo se si è disposti a guardarsi dentro con onestà. Continuare a cercare colpevoli, dentro o fuori da Milanello, non farà altro che alimentare tensioni già altissime. È necessario invece riscoprire l’orgoglio dell’appartenenza, che ha sempre contraddistinto questa maglia, anche nei periodi più bui. I tifosi, pur giustamente esigenti, meritano una squadra che lotta unita, con spirito, identità e rispetto per la storia che rappresenta. Il Milan non può essere ostaggio del suo passato glorioso, ma deve trarne ispirazione per costruire un futuro autorevole.
Siamo noi contro tutti gli altri, bisogna tenerlo bene a mente. È questo lo spirito che ha sempre permesso al Milan di affrontare le tempeste, uscendo spesso più forte di prima. Oggi, più che mai, serve recuperare quella compattezza, quella fierezza silenziosa che ha fatto la storia del club. Non è tempo di divisioni o fughe in avanti, ma di consapevolezza e responsabilità collettiva. Solo stringendosi attorno ai propri colori si può sperare di ricostruire davvero.
Perché la vera vittoria per il Milan, oggi, non passa solo da un trofeo, ma dalla capacità di ritrovare sé stessi. Insieme. La pace sia con tutti noi.
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