Vincere aiuta a vincere: anche i trofei minori sono importanti!

Vincere trofei minori può essere un’anticamera perfetta per arrivare a vincere anche i grandi trofei. A qualcuno potrà apparire una considerazione banale, ma storicamente ci sono alcuni esempi importanti di cui è opportuno tenere conto. Limitativo pertanto pensare di ricondurre la prossima finale di Coppa Italia, che vedrà il Milan opposto al Bologna, ad un "trofeo minore".

Vincere aiuta a vincere: l'importanza dei trofei minori

La vittoria della Coppa Uefa nel 1993 fu molto importante per la Juventus. All’epoca la Coppa Uefa era considerata la terza coppa europea (dietro la Coppa dei Campioni e la Coppa delle Coppe), ma quel successo fu particolarmente importante per la squadra allenata da Trapattoni. Molti giocatori protagonisti di quella vittoria (Peruzzi, Carrera, Marocchi, Conte, Vialli e Baggio) presero fiducia da quel successo e divennero la base fondante del primo scudetto di Lippi (nel 1994-95) che avrebbe dato inizio al primo ciclo vincente in bianconero dell’allenatore di Viareggio.

L’Inter nel 2005 non vinceva un trofeo da sette lunghi anni (dalla Coppa Uefa del 1998). Addirittura non vinceva uno scudetto da 16 anni. Vinse la finale di Coppa Italia nel 2005 nella doppia finale contro la Roma. Soltanto qualche mese dopo vinse anche la finale di Supercoppa contro la Juventus. Furono vittorie che cementarono il gruppo e la consapevolezza di tanti giocatori. Nel giro di un anno l’Inter divenne una squadra schiacciasassi, capace di vincere 4 scudetti consecutivi (non diciamo 5 perché nelle analisi tecniche conta soltanto ciò che avviene sul campo).

Insomma è vero che i trofei si pesano. Una Coppa Italia o una Conference League non varranno mai uno scudetto o una Champions League. Tuttavia, vincere trofei minori non fa male. Anzi, aiuta i giocatori ad assumere spirito competitivo. Vincere, d’altronde, aiuta a vincere. Ed è con questa mentalità che il Milan dovrà affrontare la finale di Roma contro il Bologna mercoledì prossimo.