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Giornate caldissime in casa rossonera

Milan, il rumore degli amici che diventano nemici

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Da una nota citazione del passato ancora problemi di "rumore" in quel di Milano, questa volta sponda rossonera. Ma stavolta il "nemico" sembra essere interno
Marco Varini
Marco Varini Redattore 

Giornate calde nella Milano rossonera, quasi come se la sconfitta in Supercoppa avesse fatto riaffiorare vecchie ruggini. Attriti che nessuno avrebbe voluto rispolverare, tanto da creare, seguendo una nota citazione, "il rumore dei nemici". Questa volta però, a differenza della Milano nerazzurra,il rumore proviene dall'interno (o quasi...), da parti che dovrebbero essere amiche. Tanti infatti gli attacchi, quasi come quelli che sentiva José Mourinho nel 2010, con la differenza che stavolta ci sono davvero... Attacchi che arrivano però dal mondo rossonero, quasi come se vi fosse un tentativo di autosabotaggio.

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Un termine forte, assolutamente, ma è quel che traspare nelle ultime ore. O per meglio dire, negli ultimi anni. E' da tempo infatti che il si trova costantemente sotto assedio mediatico, e non solo, ma a stupire è come gli argomenti di discussione vengano mossi dallo stesso ambiente rossonero. Dalla testate che portano i colori rossoneri, agli ex calciatori che gettano benzina sul fuoco (ne abbiamo parlato ieri), invece di apprezzare come le cose siano cambiate. La domanda è semplice: tutto questo in nome di cosa? Di una battaglia contro la dirigenza? Gli attuali dirigenti resteranno qui a lungo, questo è bene lo si sappia, e non saranno certo gli articoli sui quotidiani o qualche profilo social a far vacillare le certezze di Casa Milan. Ed eccoci alla seconda domanda: per quanto tempo si vuol continuare? E' il momento di dire basta.

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E' ora che il mondo rossonero si compatti, a maggior ragione in una stagione che può regalare cose importanti, ma che di certo, questo già possiamo dirlo, ha riportato il Milan in alto. E allora perché non godersela? Perché continuare a rivangare un passato che non tornerà? Un passato, lo ricordiamo, che ha deciso in autonomia di lasciare, con atteggiamenti che andavano contro società e proprietà, ovvero contro lo stesso datore di lavoro. La storia è ormai agli atti, negli anni scorsi si è sbagliato tanto, sopratutto nella scorsa stagione, ma il Milan ha subito svoltato, portando due colossi, nei rispettivi ruoli, come Allegri e Tare. E i frutti li stiamo vedendo. I rossoneri sono secondi in campionato, e senza l'annullamento della rete di Pulisic contro il Sassuolo sarebbero primi (eh già, gli arbitri favoriscono il Milan...).

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Ora più che mai sarebbe il momento di restare tutti uniti, per un sogno che non nominiamo per scaramanzia, ma che potete ben intuire. Evitiamo dunque i tuffi nel passato, tanto più da chi dovrebbe a cuore il Milan, ma che in realtà, quando parla, sembra sempre andare nell'opposta direzione. O il rumore dei (quasi) nemici. Se le idee personali continueranno a mettersi davanti al bene del Milan, e addirittura davanti agli stessi risultati della squadra, non ne usciremo mai. C'era un vecchio detto, "Uniti si vince", una citazione più che mai appropriata in questo momento.