Il tema del Milan non può essere il rendimento del proprio centravanti. Alvaro Morata, nelle ultime 5 annate, aveva avuto una buonissima media di 17 reti a stagione. Certamente qualche problema di carattere personale ha inciso sul rendimento dell’attaccante spagnolo, soprattutto nell’ultimo mese e mezzo, ma il valore del giocatore rimaneva importante.
Le linee di gioco, non il centravanti
Milan: il tema non può essere il rendimento del centravanti

Oggi su Santiago Gimenez sono cominciate critiche legate alla mancanza di gol nelle ultime partite. Il centravanti messicano si era presentato benissimo agli occhi dei tifosi rossoneri. Assist pregevole contro la Roma in Coppa Italia, gol con l’Empoli, gol col Verona. E poi gol contro il Feyenoord nella maledetta partita di Champions in cui l’espulsione di Theo Hernandez ha cambiato l’equilibrio tecnico ed umorale del match. Da quel momento, per Santi, ci sono state 4 partite senza gol, con qualche prestazione abulica e qualche gol sbagliato. Succede, è la vita dei centravanti.

Se c’è, tuttavia, un errore che l’ambiente rossonero non deve fare è quello di valutare Gimenez con la lente del pregiudizio con cui ha valutato Morata. Troppo difficile analizzare il rendimento di una punta in una squadra che ha linee di gioco poco chiare, spesso addirittura opache. Il Milan di questa stagione si esprime al meglio negli spazi, ma contro le difese chiuse fa una fatica terribile.
Non un tema centravanti per il Milan, bensì un tema di gioco

C’è un difetto di strutturazione, relativo alla costruzione della squadra, che dovrà essere corretto in estate. La lentezza della manovra fa sì che il pallone arrivi davanti con poca rapidità. E gli attaccanti tendono a soffrire quando giocano prevalentemente spalle alla porta. Il tema, per il Milan, non deve essere il rendimento di Gimenez, bensì come rendere più rapida ed efficace la manovra offensiva.
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