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La vittoria della Champions League da parte del Psg è un messaggio diretto al Milan in primis, ma anche a un calciatore che adesso dovrà diventare grande per l'ultima volta. Di Leao ne parla il mondo intero e molto spesso raffigurandolo quasi come una meteora, come un giocatore che non si avvicina né alla concezione di fenomeno, né alla concezione di campione.
Insomma, un giocatore normale con dei lampi. Le narrazioni, però, faticano a essere equilibrate nei giudizi, l'obiettivo è il click, il far sfogare i tifosi, il voler creare un dibattito sul nulla, ma negli ultimi anni, gli stessi che definiscono Leao come un semplice calciatore vengono divorati dalla maggior parte degli stessi tifosi, ma pensanti, che il calcio, prima di giudicarlo, lo osserva. Ah e per calcio si intende proprio Rafa.
La vittoria della Champions League del Psg però deve aprire un dibattito su Leao, proprio da parte di chi lo difende e se deve lo critica in modo costruttivo.
In quest'ultima stagione Leao ha fatto, anche se minimo e non completo, uno step di crescita ulteriore nel modo di giocare. In un Milan instabile, che ha chiuso 8º in classifica, si è visto un Rafa meno impattante con gol e assist nel corso della stagione, ma allo stesso tempo si è visto un Rafa più presente nel vivo delle azioni. Leao con Fonseca prima e Conceicao poi, ha iniziato a pressare di più, a fare la fase difensiva e ad aiutare la squadra nella lotta in mezzo al campo.
Adesso Rafa, per fare il suo ultimo salto, quello definitivo, dovrà cercare di infondere questo essere più costante in campo, nel suo essere decisivo in attacco.
Con Allegri come allenatore, sempre se dovesse rimanere al Milan, Leao sarà chiamato a far meno la fase difensiva e a concentrarsi di più solo su quella offensiva. Questo però non vuol dire ridurre la costanza nei duelli, nei contrasti e nel pressing, anzi l'esatto opposto. Concentrandosi solo sull'attacco, potrà proprio unire le sue qualità innate a quelle apprese, risultando ancor più efficace, senza rischiare di disperdere le energie.
Per far questo step di crescita bisogna avere un metro di paragone, o meglio dire, un esempio di un calciatore che ha già fatto lo step richiesto ed è, ora, pronto a vincere il pallone d'oro. Sì... perché avere un esempio di un calciatore ancora in attività sarebbe ancor meglio. A Rafa darebbe dimostrazione di come quanto voluto da tutti i tifosi del Milan è possibile realizzarlo anche nel calcio moderno.
Personalmente non sono quella persona che critica Leao per come sta in campo, per come ciondola, per quante volte cammina, per quante volte non è costante e per i gol che potrebbe fare in più, anzi...
Cerco di difendere ed esaltare le qualità di Leao perché bisogna capire i contesti in cui si gioca e il Milan dopo lo Scudetto ha sempre sofferto.
Non è stato più il Milan vincente o che lottava per vincere un titolo. Non si è visto più un Milan che giocasse bene e che avesse un gruppo sereno.
Nonostante tutto l'ambiente negativo, Leao, in questo contesto, ha sempre dimostrato di essere costante, andando in doppia cifra di gol e assist per quattro anni di fila e l’ultimo del Milan a riuscirci è stato Riccardo Kaká non certo un giocatore qualsiasi.
Questo non vuol dire che Leao sia come Kakà, assolutamente no. Fa capire come un giocatore che vive in un contesto difficile, dove tutta la squadra fa fatica, comunque riesce a raggiungere questi numeri.
In Europa poi, ci sono pochissimi giocatori che riescono a realizzare per 4 anni di fila più di 10 gol e 10 assist e chi ci riesce ha, quasi sempre, una squadra dietro che lo supporta e un club che spesso lotta fino alle ultime giornate per vincere titoli importanti.
Quello che però manca adesso a Leao è esattamente quello visto in Ousmane Dembéléproprio nella finale tra Paris Saint-Germain e Inter.
Il confronto tra loro due serve per capire quale deve essere il prossimo step di Leao.
In questo momento l’esterno portoghese, può prendere come unico esempio l’attaccante francese del PSG e questo perché a Rafa manca quello step che è riuscito a ottenere Ousmane.
In carriera hanno vissuto momenti di difficoltà simili per contesti, anche se Dembélé ha fatto molta più fatica di Leao sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista mentale.
Ci ricordiamo come il giovane Dembélé del Borussia Dortmund, giocando sulla fascia, aveva fatto lievitare il suo prezzo fino a 135 milioni di euro una cifra spropositata, spesa poi dal Barcellona. Quando Dembélé si trasferì al Barça tutto cambiò. Sin dal suo annuncio si notò un qualcosa di completamente diverso.
Dembélé non riusciva a fare due palleggi durante il giorno della sua presentazione al Camp Nou. L'esterno francese ha iniziato a non giocare con la squadra, ma a esaltare le proprie individualità e questo l’ha portato molto spesso in panchina. Dopodiché lo stesso Dembélé, al Barça, ha avuto tantissimi infortuni che l’hanno portato a deprezzarsi di tanto, tantissimo fino ai 50 milioni spesi dal Paris Saint-Germain la scorsa stagione
Dembélé, però, non si è dato per vinto, è rientrato dagli infortuni lavorando atleticamente per migliorare il suo fisico (cosa che Leao fa sempre, non si può dire il contrario), ma non solo. Dembele ha lavorato anche mentalmente, reagendo ai momenti no.
La scorsa stagione con il Psg si è visto il primo ritorno di Dembelè. Furono tantissimi gli assist in stagione, soprattutto per Mbappe, 15 totali. Meno i gol, solo 6.
La trasformazione definitiva è, però, avvenuta in questa stagione. Stessi assist, ma più gol (15 assist, 33 gol).
Il cambiamento però non è solo nei numeri, ma anche in qualcosa di meno tangibile che però ha portato alla vittoria del triplete da parte del suo Psg e con ogni probabilità del pallone d'oro prossimo per lui.
Ci sono stati due step in Dembelè e uno di questi sembra che avverrà anche in Leao, nell'altro chissà...
Dopo l'addio di Mbappe, Luis Enrique ha deciso per un cambio tattico, ovvero spostare Dembélé dalla fascia di destra, alla zona centrale di campo. Così da esterno, il francese è rinato prima punta.
L'altro cambiamento è però tutto individuale. Sui social gira un video di Dembelè contro l'Inter. E nel vederlo non si può che essere concentrati sui suoi occhi... Quegli occhi indemoniati spiritati quasi come se Dembele fosse posseduto.
Un Dembélé prima punta che pressava, senza mai fermarsi, per quasi tutti i 90 minuti, un Inter già morente. E nonostante l'enorme parziale di 2-0 / 3-0 / 4-0, Dembele correva e correva e continuava a guardare con quegli occhi tutta la difesa dell’Inter, oltre anche a Sommer.
Questo in Leao onestamente non lo si è mai visto. A Rafa manca la fame vista nel francese, ma non è così impossibile che Leao cambi in futuro, proprio come ha fatto Dembele. Ousmane ha vissuto anni in carriera dove è stato Rafa e anzi è stato anche peggio di Rafa. Per questo motivo, il modello da seguire è lui, in quanto si sta parlando di un calciatore che non è mai stato fatto e finito, soprattutto dal punto di vista mentale, ma che, solo con il lavoro e la convinzione, è riuscito a diventare quello visto contro l'Inter e soprattutto il prossimo Pallone d'oro.
Ah e per chi non avesse visto Dembelè nelle altre gare del suo Psg in Champions League, qui lascio un video in cui si nota che quella fame e quell'energia non c'è stata solo in finale, ma sempre. Perciò Rafa, come sempre è tutto nelle tue mani. Adesso il modello da seguire c'è, esiste e va sempre citato.
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