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La lezione di Riyad: cambiare allenatore serve

mbambara
mbambara Vice direttore 
Fonseca non era entrato nella testa dei giocatori; Conceicao è stato capace di farlo subito grazie alla sua credibilità ed al suo modo di porsi coi giocatori...

Cambiare allenatore serve

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Il mese di dicembre scorso è stato uno dei più tristi per il Milan. I tifosi rossoneri non riuscivano nemmeno a godersi le poche vittorie.

I successi di misura contro Stella Rossa e Verona sembravano più episodici che altro. Il clima era mesto, alimentato da dichiarazioni discutibili che il tecnico rossonero spiattellava pubblicamente.

In tanti intonavano il coro della retorica: “cambiare allenatore non serve”. Eh no, cari ragazzi, ci sono casi in cui non solo cambiare allenatore è utile, ma ti cambia decisamente la vita.

L’esistenza rossonera era così sofferente, tremendamente adagiata su una squadra che pareva avere l’elettroencefalogramma piatto.

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Eppure quei giocatori venivano da due secondi posti, una semifinale di Champions League ed uno scudetto in 4 anni. La squadra non poteva essere scarsa.

E non lo era infatti. Il Milan era scarico, senza energia, con le gomme a terra, perché il suo allenatore non riusciva ad entrare nella testa dei giocatori.

Ad ogni prestazione negativa, seguiva qualche litigio o qualche spifferata pubblica contro il gruppo, reo di non seguirlo o di non impegnarsi abbastanza.

Sia detto senza voler minimamente offendere la persona ed il professionista Fonseca che merita, soltanto, massimo rispetto: non è questo il metodo giusto per guidare un gruppo di giocatori importanti.

I due giocatori che non avevano legato col prode Fonseca, Theo Hernandez e Rafael Leao, hanno guidato ieri sera il nuovo Milan di Sergio Conceicao alla vittoria del 50esimo titolo della storia rossonera.

E a fine partita, inevitabilmente, qualche stoccata sibillina c’è stata. Con garbo, con educazione, con classe e con il dovuto rispetto. Perché cambiare allenatore serve.

Il calcio ha una sua complessità che si declina con la semplicità: i grandi giocatori devono giocare perché sono loro che fanno vincere le partite. E i grandi allenatori hanno il dovere di valorizzarli.