milanistichannel editoriale milan Il fuoco di Ardon Jashari: armonia e salute regnano nello spogliatoio del Milan
LO SVIZZERO HA TRASMESSO AMBIZIONE, RISPETTO E SENSO DI APPARTENENZA

Il fuoco di Ardon Jashari: armonia e salute regnano nello spogliatoio del Milan

Davide Capano
Davide Capano Redattore 
Nel giorno della sua presentazione ufficiale alla stampa, Ardon Jashari ha parlato da volto già immerso nell’identità rossonera. Tra armonia nello spogliatoio, fuoco competitivo e la percezione di un ambiente sano e stimolante.
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Un nuovo inizio con radici profonde: Jashari e il suo Milan

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Ci sono presentazioni che lasciano una traccia già dal primo istante. Quella di Ardon Jasharia Casa Milan appartiene a questa categoria. Non tanto per le frasi ad effetto - che volutamente ha evitato - quanto per la chiarezza, il rispetto e la convinzione, a dispetto dell'età, con cui ha raccontato con maturità le sue prime impressioni.

Jashari non ha solo firmato un contratto. Ha abbracciato un contesto, sentendosi parte di un disegno più grande. Un progetto che, nelle sue parole e nei suoi sguardi indiavolati, si fonda su tre pilastri: armonia, fuoco e salute.

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Armonia rossonera: il primo vero impatto

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Nel calcio, il talento è importante. Ma senza armonia, diventa fragile. Jashari ha sottolineato fin da subito ciò che lo ha colpito maggiormente: la qualità delle relazioni umane all’interno del gruppo.

“C’è un’armonia incredibile che si vive e si percepisce nello spogliatoio.”

Non è una dichiarazione formale, ma il primo segnale che la sua integrazione è già avviata. E quando un nuovo arrivato sente questa connessione fin da subito, vuol dire che l’ambiente sta lavorando bene. Il merito, ha detto il 14° svizzero della storia del Milan, è anche di Allegri, che ha mostrato “un rapporto molto diretto con i giocatori”.

CAIRATE, ITALY - AUGUST 13: Ardon Jashari of AC Milan in action during an AC Milan Training Session at Milanello on August 13, 2025 in Cairate, Italy. (Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)

Il fuoco dentro: identità e ambizione

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Jashari non ha nascosto la sua indole: competitiva, passionale, concreta. Ha citato Granit Xhaka come modello e fratello calcistico per mentalità e origini. E proprio da lui - e dalla cultura sportiva condivisa - nasce quel fuoco che brucia dentro, che vuole trasmettere a tutto il gruppo.

“Quando siamo in campo vogliamo vincere. Voglio che la squadra senta questo fuoco. Il calcio è anche emozioni”.

Non è semplice retorica, ma una dichiarazione d’intenti: Jashari vuole incidere, mettersi a disposizione e portare il suo contributo in fase di costruzione ma anche, e soprattutto, difensiva.

Salute e consapevolezza: i segnali di un ambiente che funziona

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Tra i passaggi più maturi della conferenza stampa, uno ha colpito per la sua lucidità: la parola salute. Una scelta insolita, che dice molto sullo sguardo lucido con cui Jashari sta affrontando questa nuova sfida.

“Ho percepito molta salute nello spogliatoio. È un ambiente che ti fa stare bene e ti stimola”.

Salute come equilibrio mentale, coesione, cultura del lavoro e rispetto dei ruoli. In un momento storico in cui il Milan sta cercando di costruire qualcosa di duraturo, è un segnale prezioso.

Pirlo, Modric e l’evoluzione tecnica

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Jashari arriva con un’identità tecnica già chiara, ma con ampi margini di crescita. Ha ricordato con rispetto il suo idolo Andrea Pirlo, riconoscendo in lui il modello ispiratore per eleganza e visione.

“Anche io ho iniziato da numero 10. Ora sono un 6. Pirlo è stato un’ispirazione”.

A fianco avrà Luka Modric, da cui apprendere quotidianamente. I dettagli, dice, fanno la differenza:

“Con dei piccoli gesti ti facilita il gioco. Cercherò di godermi questa cosa e di crescere con lui”.

Ruolo, responsabilità e visione futura

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Sarà Allegri a decidere dove utilizzarlo, ma Jashari non teme il confronto: sa adattarsi, sa leggere il gioco. Che sia da trequartista o da regista, l’importante è costruire e proteggere.

“Io so cosa fare da 10 e da 6. Voglio aiutare in costruzione ma anche contribuire in difesa”.

Il suo obiettivo è chiaro e condiviso:

“Voglio vincere, portare trofei a questo club. Per farlo, dovremo lavorare duramente ogni giorno”, ha detto rispondendo alla domanda di Mattia Giangaspero, direttore di Milanisti Channel.

Milan nel cuore da sempre

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La sua scelta non è stata casuale né improvvisata. Da piccolo, era a San Siro per Milan-Barcellona di Champions League del 23 novembre 2011. E nella sua famiglia, Milan è sempre stato un riferimento.

“Ho sempre voluto venire al Milan. Non sono mai stato vicino all’Inter. Questo club è parte della mia storia”.

Una trattativa condotta con determinazione e intelligenza, grazie anche al ruolo chiave di Tare e Ibrahimovic, che gli hanno “presentato il progetto Milan in modo profondo e autentico”.

Il derby e il senso della missione

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C’è anche spazio per il futuro prossimo: il derby con l’Inter è un punto segnato sul calendario. Ma per Jashari non è solo una partita: è il simbolo di una rivalità storica che può e deve spingere la squadra verso l’alto.

“Daremo tutto per batterli. So quanto conta per i tifosi. Ma il vero obiettivo è riportare il Milan dove merita di stare”.

Un fuoco nuovo per un Milan che vuole ardere ancora

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Ardon Jashari ha portato con sé tre parole che pesano: armonia, fuoco e salute. Non solo slogan, ma riflessi di un ambiente che prova a ricostruire dalle fondamenta, partendo dalla qualità umana prima ancora che dal talento tecnico.

Il Milan che Jashari ha trovato è un Milan coeso, curato, affamato. Lui lo ha capito in fretta, e si è messo a disposizione con umiltà e convinzione. Ora il campo dovrà confermare ciò che oggi è apparso evidente: il Milan ha trovato un centrocampista, ma forse anche qualcosa di più.