Francesco Camarda sbaglia un rigore, ma l’errore diventa lezione di crescita: come nella canzone di De Gregori, il futuro è suo.
Come recita il testo di una canzone indimenticabile della nostra storia musicale, composta da Francesco De Gregori, Camarda non deve avere paura di calciare di nuovo e, nel caso, di sbagliare ancora un rigore. De Gregori, poeta contemporaneo, compose questo capolavoro nel lontano 1982, trasformando in musica parole che profumano di un’epoca passata, ma attuali come non mai.
La reazione di Camarda dopo l’errore dal dischetto, segnata da una disperazione comprensibile per un ragazzo di appena 17 anni, non deve ingannare. Questo episodio, infatti, potrà servirgli più di un gol pesante, come quello che avrebbe potuto realizzare con quel rigore. Le lacrime in panchina dopo la sostituzione sono più che naturali, ma non per questo meno dolorose per il giovane talento di proprietà del Milan.
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Dal rigore alle lacrime: il valore di un errore per Camarda
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Quel rigore resterà indelebile nella memoria di Camarda, un monito a non mollare mai e a continuare a migliorarsi, per evitare di sbagliare alla prossima occasione. Sì, Francesco, avrai molte altre opportunità nella tua carriera: questa è stata solo una delle prime, forse la più importante fino a oggi, ma non sarà certamente l’ultima né la più significativa quando la tua storia calcistica sarà completa.
Ogni grande campione è passato da momenti come questo. Gli errori, soprattutto a inizio carriera come per Francesco, forgiano il carattere e insegnano più di qualsiasi successo immediato. La forza di un giocatore non si misura soltanto dai gol segnati, ma dalla capacità di rialzarsi, affrontare le critiche e trasformare la delusione in energia. È proprio da qui che si costruisce la personalità di chi ambisce a restare nella storia del calcio. Camarda ha il sacro fuoco dentro, non sarà certo un errore dal dischetto a cambiare la sua storia.
Come se avesse previsto questo momento, le parole di De Gregori risuonano oggi più attuali che mai, dando un significato profondo a quanto accaduto:
"Ma [Francesco] non aver paura
Di tirare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall'altruismo e dalla fantasia
Anche se ha le spalle strette
Con la maglia numero sette".