Questa sera, ore 20 tutti i tifosi rossoneri, giornalisti e appassionati del calcio italiano vedranno per la prima volta Sergio Conceicao ordinare, giostrare, mettere in mostra i suoi dogmi nel Milan. Tutto quel che vien detto prima è pura narrazione. Però le narrazioni, se accompagnate dai numeri a qualcosa di concreto rimandano. Fino a ora di Conceicao come nuovo tecnico del Milan sono stati risaltati i discorsi fatti nelle due conferenze stampa, quella del 31 a Milanello, nel giorno di presentazione e quella del 2 gennaio a Ryiad, giorno di vigilia della semifinale di Supercoppa.
L'ULTIMA NARRAZIONE PRIMA DEL CAMPO
Conceicao e quel paragone con Allegri… ma i numeri rievocano Pioli
Il nuovo allenatore portoghese è sembrato pragmatico e sintetico, lucido nel chiarire l'obiettivo del suo lavoro e che deve ottenere il Milan da qui, fino ad almeno i prossimi 6 mesi.
"Il calcio è semplice" "Il Tiki Taka è buttarla dentro" "Il calcio dominante e fare gol e non prenderlo".
Le 3 frasi che più sono rimaste impresse a tutti sono queste e proprio da queste 3 frasi che arriva il paragone con Massimiliano Allegri, doppio ex propio di Milan e Juve che si sfideranno per un posto nella finale contro l'Inter il 6 gennaio.
Il paragone leggendo e ascoltando i discorsi di Conceicao non può che essere calzante e non è interesse confutare quanto detto dagli altri colleghi, ma, come detto primo, ci sono narrazioni e narrazioni. Queste riguardano le parole e poi altre riguardano numeri e dati.
Allora al Conceicao ''Allegriano'' adesso passiamo al Conceicao "Pioliano'' e i motivi sono due. Il primo riguarda questo grafico.
Si tratta di un confronto tra gli ultimi 3 allenatori del Milan, quindi nel mezzo c'è anche Fonseca. Di Fonseca però non parliamo, citiamo solamente i numeri. Soffermiamoci, invece, sui dati riguardanti Conceicao e Pioli.
L'analisi riguarda l'attacco, o meglio, il modo di attaccare spazi e porta avversaria. I dati presi in considerazione sono quelli sui passaggi progressivi, sui passaggi nell’area di rigore, sui cross effettuati nell’area piccola e sulla progressione palla al piede dei singoli giocatori.
Il Porto con Conceicao
Il Milan di Pioli
Il Milan di Fonseca
Come si nota, Conceicao con il suo Porto ha ottenuto dei numeri simili a quelli di Pioli con il Milan dell'anno scorso e il motivo ricade sul gioco, sul modulo e sui giocatori.
Il Milan aveva Giroud, il Porto Taremi. Il Milan aveva e ha Bennacer, il Porto aveva Gruijc.
Il Milan aveva Loftus Cheek, il Porto Otavio e passando agli esterni, chi faceva tanti cross, alti o bassi per Giroud era Leao, mentre per Taremi, Galeno o Pepê.
In fondo quel Porto e quel Milan, al di là dei nomi e delle qualità dei singoli giocatori, non avevano una struttura così diversa.
Adesso Conceicao può aver solo una richiesta per far tornare tutti i suoi dogmi che aveva nel Porto, anche in questo Milan e sto parlando dell'attaccante. Questo perché il Milan attuale per tornare ad essere quello di Pioli, in salsa portoghese però, ha bisogno di un altro Giroud.
Il dialogo, la comunicazione: la base di un gruppo
—La narrazione non finiva ai semplici numeri. Conceicao è simile a Pioli per due aspetti, non uno. Il secondo da mettere in risalto è più umano e quindi meno empirico, ma al tempo stesso fondamentale. Non deve passare in secondo piano come Conceicao abbia approcciato la sua nuova avventura da allenatore del Milan. Tutti hanno parlato dei duri allenamenti, dei parastinchi richiesti a tutti i giocatori e delle doppie sedute, ma se c'è una cosa che fa ricordare Pioli, sono i dialoghi con la squadra.
Prima a Milanello, poi a Ryiad, Conceicao ha richiamato più volte in cerchio i giocatori per parlare, poi ha chiesto di fare colloqui individuali e infine nelle conferenze stampa ha parlato spesso di come per lui sia fondamentale conoscere la storia di ciascun componente della squadra. "Voglio sapere tutto di loro, della loro famiglia, devo capire perché hanno quel carattere e si comportano in un modo".
Se c'è una cosa che è impossibile recriminare a Pioli, quando era al Milan era il rapporto che aveva con tutto l'ambiente e la dimostrazione l'ha dato personalmente l'ex allenatore rossonero con l'incontro avvenuto ieri nel centro sportivo dell'Al-Shabab dove si allena il Milan
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