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di Franco Ordine -
Se a Milano festeggia il Milan e a Roma Gasp può saltellare per il primato conservato, per gli arbitri continua il periodo nero che amareggia Rocchi, il designatore. Anche la dodicesima è stata una giornata campale per i fischietti.
Si comincia a Cremona con Ayroldi che dapprima assegna un rigore per un fallo di mano innocente di Mancini, poi lo rivede al video e lo cancella e infine, per un battibecco tra Gasp e il quarto uomo Rapuano, espelle il tecnico romanista uscito imbufalito. Poi si passa all’esordiente Arena di Lazio-Lecce che incredibilmente annulla un gol regolarissimo (di Sottil) al Lecce sullo 0 a 0, idem sul 2 a 0 laziale di Dia cancellato dopo revisione al Var.
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Eppure il peggio, dal punto di vista disciplinare, è quello che regala il fischietto in rampa di lancio Sozza durante il derby di San Siro. Ignora il cartellino giallo prima su Lautaro (gomitata al volto di Gabbia), poi su Pavlovic (sgambetto su Thuram), quindi ammonisce verbalmente Leao che ha ricevuto una tirata di trecce da Acerbi, il quale tra l’altro confessa (“non l’ho fatto apposta”), infine iscrive il portoghese sul bollettino del giudice sportivo per un fallo normalissimo su Barella. Ma il meglio avviene quando Chivu “frena” una rimessa laterale di Rabiot bloccandogli il pallone tra le mani. Regolamento alla mano non si può fare!
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