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IL MILAN NON COMPRA SOLO UN GIOCATORE, MA RIBADISCE UNA VISIONE

Rabiot tra ambizione e verità: una risposta concreta ai luoghi comuni sul Milan

Milan Rabiot
Adrien si è presentato a Casa Milan con parole chiare, entusiasmo e idee forti. Il centrocampista francese ha smontato con sagacia molte narrazioni preconfezionate.
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Rabiot si presenta al Milan: non solo un colpo, ma una dichiarazione d'intenti

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In una sala gremita a Casa Milan, Adrien Rabiot ha messo le cose in chiaro: è venuto per vincere, non per “rilanciarsi”. Parole semplici, ma nette:

“Quello che ho fatto nel passato non conta più. Conta il Milan ormai”. E con questa frase, ha già cancellato uno dei tanti luoghi comuni: il Milan non è il rifugio di chi cerca una seconda chance. È un club che sceglie chi ha fame.

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Rabiot Casa Milan

Smentito il luogo comune #1: "Il Milan non è più ambizioso"

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Rabiot ha rivelato di aver preferito il progetto Milan a un club che gioca la Champions League. Una dichiarazione che ribalta le narrative mediatiche secondo cui il Milan non sarebbe più attrattivo. Il francese, ex PSG, Juventus e Marsiglia, ha fatto una scelta chiara, netta, basata sull’ambizione. Non sul passato. Non sulla nostalgia. Ma sul presente e sul futuro.

“Sono venuto per l’ambizione di vincere lo Scudetto. Proverò a portare il Milan il più in alto possibile”.

Smentito il luogo comune #2: "Il Milan prende solo scommesse"

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Rabiot non è una scommessa. È uno dei centrocampisti più esperti e continui degli ultimi anni tra club e Nazionale francese. Non solo: è anche reduce da una delle sue stagioni più prolifiche, con 10 gol in campionato, senza coppe. E ha promesso:

“Voglio almeno ripetermi. Dieci gol minimo”.

Il Milan ha investito su un profilo pronto, integro (“Non sono mai stato fuori per infortunio la scorsa stagione”, ha anche dichiarato verso la fine della conferenza), abituato ai grandi palcoscenici. Altro che scommessa come etichetta negativa. Qui si parla di valore aggiunto.

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Rabiot al Milan: le parole di Theo

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Tra le tante dichiarazioni significative di Rabiot, ce n’è una che vale doppio. Parlando del suo arrivo, ha detto:

“Maignan e Theo Hernandez mi hanno parlato molto bene del Milan. Allegri è molto legato al club. So che il Milan è un club prestigioso, uno dei migliori al mondo. Importante avere feedback giocatori. Mi hanno parlato molto bene del Milan. Ero sicuro di fare scelta giusta”.

Parole normali se dette da un tesserato, ma non banali se arrivano da chi il Milan lo ha appena lasciato per l'Arabia Saudita, come Theo. Eppure, nonostante la sua nuova avventura lontano da San Siro, Theo ha confermato a Rabiot quanto il Milan sia un ambiente professionale, ambizioso, umano.

È la testimonianza concreta che il Milan è un posto in cui si sta bene, e chi ci ha vissuto lascia con affetto, non con rammarico. Il fatto che Theo lo consigli senza riserve al suo compagno di Nazionale è la conferma di un club vivo, rispettato, credibile. Altro che crisi d’identità.

Smentito il luogo comune #3: "Lo spogliatoio del Milan è troppo giovane"

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“C’è un bel mix tra giovani ed esperti”, ha detto Rabiot. E ha citato nomi pesanti: Modric, ma anche lo stesso Allegri, tecnico con cui ha un rapporto solido e duraturo.

Non è un Milan da crescere: è un Milan da guidare, e il francese è qui per farlo.

“Voglio portare leadership e carattere. Aiutare i giovani”. Questo è un Milan che ha un’identità tecnica ed emotiva ben definita. Non è più un laboratorio: è un gruppo con una missione.

San Siro nel destino: parole e sensazioni da “rossonero vero”

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“C’è un buon feeling con questo stadio”, ha detto sorridendo rispondendo alla domanda di Mattia Giangaspero, direttore di Milanisti Channel. Rabiot ha un rapporto speciale con San Siro e lo ha confermato con naturalezza. Da avversario, lo ha sempre rispettato. Ora vuole scrivere una storia da protagonista. E il pubblico rossonero potrà finalmente applaudire un giocatore che, oltre alla classe, porta con sé consapevolezza e dedizione.

“Spero di fare grandi cose ormai con la maglia del Milan. Lo stadio è bello, i tifosi sono straordinari. Abbiamo bisogno del loro sostegno”.

Rabiot al Milan con Allegri e il nuovo corso: una fiducia reciproca

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Massimiliano Allegri è stato determinante nella scelta. Il rapporto tra i due è personale, prima ancora che professionale.

“Ci siamo visti anche fuori, anche dopo la Juve. È una grande persona oltre che allenatore”.

E quando il Milan ha avuto bisogno di un centrocampista di spessore, è bastata una telefonata. La fiducia tra i due è totale. E questo garantisce subito un’integrazione tattica rapida, al di là delle etichette su “quanto ci metterà ad adattarsi”. È già pronto per Milan-Bologna.

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(Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)

Meno narrativa, più realtà

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Il Milan, con Rabiot, non compra solo un giocatore, ma ribadisce una visione. E la conferenza stampa di ieri ha il merito di rimettere in ordine la verità delle cose:

  • Il Milan è ambizioso, e lo è nei fatti
  • I giocatori lo scelgono per il progetto, non per comodo.
  • L’identità c’è, eccome, ed è forte di valori, ambizione e idee chiare.
  • Anche chi se ne va, come Theo, ne parla bene. E questo dice tanto.
  • Se qualcuno aveva ancora dubbi, venerdì 12 settembre 2025, a Casa Milan sono stati spazzati via.

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