La storia rossonera tappa per tappa su MilanistiChannel.com. Ripercorriamio i primi vagiti di un Diavolo subito chiamato alla grandezza.
Il calcio, alla fine del XIX secolo, è tutto tranne che "il più grande spettacolo del mondo" come da spot di un noto servizio di streaming sportivo. Il calcio nell'ultimo scorcio dell'Ottocento ha giusto le regole. Il resto, il grande carrozzone mediatico e la passione ultras, la proverbiale "Febbre a 90°" di Nick Hornby, è tutto da immaginare. Il Milan stesso è da inventare. L'Italia, l'Europa e il mondo non hanno mai visto una casacca rossonera scendere in campo.
In Italia, il calcio si gioca addirittura senza le reti. Ci vuole un controverso Milan - Juventus (3-2) del 1906 a far propendere per l'introduzione delle reti. I bianconeri, infatti, contestano il gol del 2-2: la palla, secondo loro, non avrebbe oltrepassato la linea bianca. E pensare che centosei anni dopo la situazione sarà diametralmente opposta; il calcio è davvero incredibile!
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Il pubblico, allora, seguiva 22 dilettanti tutti votati all'attacco e alla gloria personale. È un passatempo, nulla più. A Milano opera la Mediolanum, una società di piccolo cabotaggio, inerme innanzi a corazzate quali il Genoa Football and Cricket.
Milano, ti presento il Milan!
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Quando, agli inizi del 1899, Herbert Kilpin giunge nella metropoli lombarda dopo la sfortunata esperienza con l'Internazionale torinese, trova un popolo affascinato dal suo carisma. Kilpin è una creatura messianica pronta a donare lustro alla città di Milano in campo sportivo.
Non a caso, quando fonda il Milan Football and Cricket il 16 dicembre 1899 (data stabilita per convenzione, ma non supportata dall'esistenza di documenti ufficiali), "La Gazzetta dello Sport", giornale ideato da Eliso Rivera ed Eugenio Camillo Costamagna nel 1896, pubblica un articolo una sorta di panegirico a favore dell'intraprendenza kilpiniana. Il pezzo esce lunedì 18 dicembre di centoventicinque anni fa:
"Finalmente! Dopo tanti tentativi infruttuosi, finalmente anche la sportiva Milano avrà una società pel giuoco del football. Per ora sebbene non ci si possa dilungare d'avvantaggio, possiamo però di già accertare che i soci toccano la cinquantina e che le domande di ammissione sono copiosissime. Lo scopo di questa nuova società sportiva è quello nobilissimo di formare una squadra milanese per concorrere alla Coppa Italiana della prossima primavera. All'uopo, la presidenza ha già fatto pratiche ed ottenuto per gli allenamenti il vasto locale del Trotter [...] La nuova società avverte che chiunque desideri imparare il football non avrà che a recarsi al Trotter nei giorni stabiliti e troverà istruttori e compagni di giuoco."
Era divampata una fiamma. Era nato un amore. Era nato il Milan.
Il tris di scudetti, la nascita dell'Inter e la prima crisi rossonera
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Nel giro di otto anni il Diavolo vince 3 scudetti (1901, 1906 e 1907), i campionati allora si svolgono ad anni solari, a cui aggiungere una lunga serie di trofei in giro per l'Italia (e non solo).
Dal 1907 alla fine della seconda guerra mondiale, invece, il Milan attraversa un periodo di vacche magre. È come se la squadra seguisse le sorti del Paese e della città di cui porta il nome. Il digiuno di tricolori è lungo con annesse tante amarezze e ristrettezze economiche. Come accadrà decenni dopo sotto la presidenza Farina, ai dirigenti del Milan spesso manca la liquidità necessaria per saldare le bollette della luce della sede sociale.
Eppure non mancano i campioni, i primi volti da leggenda: dai fratelli Cevenini agli attaccanti Van Hege, da Santagostino e Aldo Boffi ad Attilio Trerè, Lovati, Morando. Una menzione speciale meritano Sir Alfred Edwards, primo massimo responsabile rossonero, e Piero Pirelli, suo successore e costruttore dello stadio San Siro nel 1926.
Nel mezzo secolo (1899-1949), a raccogliere più gioie è l'Inter, nata nel 1908 da alcuni fuoriusciti rossoneri a causa di dissidi in seno al club.
Sono anni in cui persino un derby vinto a pochi minuti dallo scadere, è il 1938, dopo dieci anni di sconfitte e pareggi, può essere considerato un traguardo da celebrare con ogni riguardo.
Tuttavia è, allo stesso tempo e in pieno stile Milan, un periodo che prepara l'evoluzione di quello che molti anni dopo diverrà il club più titolato al mondo.