In molti oggi pongono una questione che non ha ragione d’esistere. Sostengono – con molta convinzione – che in caso di mancata partecipazione alla prossima Champions League, il Milan sarebbe costretto a cedere i suoi giocatori migliori (Maignan, Theo, Leao, Pulisic, Rejinders).
Un utile approfondimento
Milan: nessuna necessità di cedere i Big se si manca la qualificazione CL
In realtà, anche nella malaugurata e non auspicata ipotesi di mancato raggiungimento della quarta posizione che vale la qualificazione alla CL, il Milan non avrebbe questa necessità. Vogliamo pertanto smentire questa teoria sulla base dei numeri.
L'equilibrio finanziario raggiunto dal Milan negli ultimi anni

Il Milan è un club in perfetto equilibrio finanziario da circa due anni. Autofinanzia i propri investimenti sul mercato spendendo i ricavi della partecipazione alle coppe europee, i ricavi delle cessioni e l’utile di bilancio dell’esercizio precedente.
Nella spiacevole ipotesi in cui venissero a mancare, dopo 4 anni, i ricavi per la partecipazione alla Champions League (quantificabili in 50-60 milioni di euro), il club rossonero avrebbe comunque le risorse per poter ovviare a questa situazione.
Nessuna necessità di cedere i Big in caso di mancata qualificazione alla CL

Innanzitutto bisogna ricordare come la qualificazione all’Europa League possa portare al club milanista alcuni ricavi, non paragonabili a quelli della massima competizione continentale, ma comunque preziosi (circa 15 milioni di euro fra partecipazione, diritti televisivi e markert pool); a tale cifra si può aggiungere l’ultimo utile di bilancio (4,1 milioni di euro).
Inoltre il Milan dovrebbe avere altre risorse da cui poter trovare fonte di autofinanziamento. In questi mesi il club ha lavorato molto bene in uscita, piazzando alcuni giocatori che, plausibilmente, verranno riscattati dai club in cui attualmente militano.
Stiamo parlando di Bennacer (diritto di riscatto fissato a 12 milioni di euro più 3 di bonus), di Morata (obbligo di riscatto condizionato fissato a 8 milioni di euro), di Kalulu (diritto di riscatto condizionato fissato a 14 milioni di euro più 3 di bonus) e di Devis Vasquez (diritto di riscatto fissato a 1 milione di euro).
Si tratta di potenziali entrate comprese fra i 35 e i 41 milioni di euro.
Ci sono poi alcuni giocatori che rientreranno alla base, ma che hanno circa il 50% di possibilità di essere riscattati dai club in cui si trovano. Stiamo parlando di Adli (diritto di riscatto fissato a 10,5 milioni di euro), di Pobega (diritto di riscatto fissato a 12 milioni di euro) e di Lorenzo Colombo (diritto di riscatto fissato a 7 milioni di euro).
E qui abbiamo quasi 30 milioni di euro di entrate meno certe, ma potenzialmente possibili.
Oltre ai riscatti ci sono alcuni giocatori non di primo piano monetizzabili in uscita

Un discorso a parte lo merita Noah Okafor. L’attaccante svizzero è stato ceduto in prestito con diritto di riscatto fissato a 23,5 milioni di euro. Decisamente impensabile che il Napoli possa spendere una cifra del genere fra qualche mese per acquistare Okafor. Tuttavia, un finale di campionato positivo dell’ex punta del Salisburgo potrebbe aprire scenari importanti, magari ad un prezzo minore (15-16 milioni di euro).
Inoltre il Milan durante il mese di gennaio ha condotto trattative di importante valore economico per due giocatori della rosa (Tomori e Chukwueze). Si tratta di due giocatori, attualmente non titolari, che potrebbero portare nuove fonti di finanziamento al club rossonero.
In sostanza il Milan è un club sano sul piano finanziario e patrimoniale. La società rossonera quindi potrebbe ovviare ad una mancata partecipazione alla Champions League con le proprie risorse e senza alcuna necessità di sacrificare i Big. Se avvenisse la cessione di un Big sarebbe una scelta tecnica, dettata da un’offerta importante e non certamente una necessità impellente.
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