In queste ultime ore, dopo la splendida vittoria di Riyad, ci sono tante facce gioiose e liete, piene di orgoglio rossonero. Ed è bello vederle, perché in fondo i milanisti che gioiscono sono uno spettacolo per gli occhi.
Milanismo oltre tutto
Orgoglio rossonero: da esibire sempre, non solo quando si vince
Eppure in questi ultimi sei mesi, l’orgoglio rossonero sembrava più un’onta da celare, che un vanto da esibire.
A noi, che sanguiniamo in rossonero, non farà mai difetto questo requisito. Esserci sempre, soprattutto quando le cose vanno male: un concetto sfuggente, ma di enorme importanza.
Noi siamo fieri di esserci stati e di aver rivendicato il nostro orgoglio rossonero quando i venti di procella sembravano sempre più minacciosi durante la stagione.
Orgogliosi di avere questi due colori tatuati sul cuore, risplendenti nell’anima, soprattutto dopo qualche disfatta. Dopo la sconfitta di Parma, dopo gli 0 punti in 2 partite in Champions League, dopo il gol di Zappa, dopo il dicembre nero, dopo le prove piatte e senza nerbo della squadra.
C’è sempre un senso nel calcio, soprattutto nella storia del Milan. Noi amiamo la polvere ed amiamo l’altare. purché sullo sfondo alberghino sempre il rosso ed il nero.
Non conosciamo la parola "vergogna" associata al Milan. La rifiutiamo perché ne siamo follemente innamorati e sappiamo che sconfitte e momenti duri fanno parte del gioco. Se fai sport con onestà, la vergogna non esiste.
E così oggi che, forse, la nostra presenza è un po’ meno notata vista la moltitudine di sorrisi, ci limitiamo a rallegrarci con il cuore gonfio di gioia, perché l’unica cosa che conta davvero è che il Milan vada avanti.
Oltre le tempeste, oltre le avversità, oltre i deliri, oltre il disfattismo. Perché il Milan è di chi lo ama e di chi non lo ha mai utilizzato strumentalmente per alimentare un ego spasmodico ed ipertrofico.
Essere milanisti è un privilegio che non bisogna mai dimenticare.
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