Il Milan, anche nella cornice dello stadio Dall’Ara, è affondato mestamente fra un gol irregolare e i consueti sbandamenti difensivi. Quello che impressiona di più però è la tenuta mentale della squadra rossonera. A volte fallisce l’approccio alla partita, altre volte si sconnette dalla stessa, altre volte ancora gioca a nascondino quando gli avversari mostrano la faccia cattiva. Ci sono i giocatori forti - ed in questo ha ragione Ibrahimovic - ma la squadra continua ad essere debole. O meglio, permane l'incapacità da parte del Milan di essere squadra.
Stagione dura
Il Milan e la sua incapacità di essere squadra in questa stagione balorda

Questo Milan fatica a gestire sé stesso; le scariche nervose dell’ultimo mese hanno prodotto gol regalati agli avversari, espulsioni inconcepibili, papere clamorose e strafalcioni inaccettabili. La netta sensazione è quella di una squadra che, sin dallo scorso agosto, non ha né un gioco né uno spartito chiaro nel quale rifugiarsi ogni volta che i venti di buriana iniziano a soffiare forte.
Le gare iconiche della stagione – il derby di settembre e la partita di Madrid – sono state costruite su presupposti difensivi solidi e su una tenuta nervosa che non è replicabile nel lungo periodo. Sfugge, invece, alla trama stagionale il secondo tempo del derby di Super-coppa in cui la squadra ha trovato dentro di sé energie e linee di gioco per regalare ai tifosi l’unica vera gioia di questa triste annata.

I segnali sono cupi, a tratti persino foschi; il parallelo con la stagione 1996-1997 continua ad essere un riferimento amaro, ma alquanto credibile. Nessun paragone, ovviamente, fra epoche diverse, ma esistono tante analogie. Una su tutte: giocatori forti e squadra debole. Ed in una squadra debole, i giocatori forti incidono poco. O finiscono per deprimersi. Purtroppo, l'incapacità di essere squadra da parte del Milan è la vera sconfitta di questa stagione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA