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Ero bravo in matematica. Dopo la terza media mi dicevano che solo uno su mille arriva nel grande calcio.
A Corigliano Schiavonea, frazione di Corigliano Calabro in provincia di Cosenza, è più di un mito, di un'icona o di un modello a cui aspirare. Gennaro Ivan Gattuso, per tutti Rino o Ringhio, è un santo. Rino è un mediano tutto cuore e polmoni, capace di coprire il rettangolo verde dal primo al novantesimo minuto, correndo come se di polmoni ne avesse quattro. Forse i piedi non sono il suo forte, ma per vincere non è possibile contare su una squadra composta da undici Rivera o Andrea Pirlo. Ci vogliono anche altri tipi di atleti con qualità differenti.
Il calabrese scende in campo con il Milan 468 volte, in 13 stagioni, dal 1999 al 2012, segnando 11 gol. Sei gli allenatori che hanno la fortuna di schierarlo: Alberto Zaccheroni, Cesare Maldini, Fatih Terim, Carlo Ancelotti, Leonardo e Massimiliano Allegri. Complessivamente, Ringhio porta a casa 2 Champions League (2002/3, 2006/07), una Coppa Italia (2002/03), 2 Supercoppe Europee (2003, 2007), 2 scudetti (2003/04, 2010/11), 2 Supercoppe Italiane (2004, 2011), un mondiale per club (2007), un premio Gaetano Scirea (2012). Senza contare il mondiale del 2006 vinto in Germania: Gattuso sarà un grande protagonista di una meravigliosa estate calcistica.
Ringhio si affaccia sui palcoscenici della Serie A con il Perugia ma una notte del 1997, lascia il ritiro della Primavera umbra per andare in Scozia a firmare un quadriennale con i Rangers di Glasgow. I tifosi della squadra protestante lo soprannominano "Braveheart". Poi il rientro in Italia per indossare le casacche della Reggina e della Salernitana. Dalla squadra campana, nel frattempo retrocessa in Serie B, spicca il salto di categoria al Milan (preferendolo alla Roma), su suggerimento di Ruben Buriani, centrocampista del Diavolo tra la fine degli anni Settanta e l’inizio del decennio successivo.
Gattuso, già nel 2003, è campione d'Europa nella magica notte di Manchester con la Juventus. Le magie del giocatore annullano i sortilegi delle altre squadre: in mezzo al campo il Milan di Carletto Ancelotti alza una barriera invalicabile, potendo contare su un giocatore straordinario. È la guardia del corpo di Andrea Pirlo, centrocampista con il delicato compito di impostare tutte le manovre di gioco. Il cosentino corre a perdifiato per novanta minuti persino con il ginocchio destro rotto; è il 9 dicembre 2008, Milan - Catania, rete di Kakà. Il responso della risonanza magnetica è impietoso: lesione al legamento crociato anteriore e stagione finita.
I suoi successi e quelli del Milan valgono nel 2008 persino la cittadinanza onoraria della città canadese di Oshawa, nell'Ontario, dove è presente una comunità della sua regione d'origine. Il legame con la sua terra è sempre forte: non dimentica affatto, come uno dei ragazzi della via Gluck, da dove sia partito e dove sia arrivato. Lascia il mare per la città, ma non per questo volta le spalle al passato. Nel 2006, a Schiavonea, apre persino un'azienda ittica al fine creare qualche posto di lavoro.
Gli ultimi due anni del Milan sono tormentati, non solo per qualche infortunio di troppo, ma anche per un grosso problema al nervo ottico dell'occhio sinistro. Un guaio che lo costringe a rimanere lontano dai campi di gioco per diversi mesi. “C'è stato un momento in cui non pensavo calcio. Pensavo peggio” - dice durante una conferenza stampa appositamente indetta per discutere del suo problema di salute. Fortunatamente Ringhio si consola con lo scudetto 2010/11, nel quale è fondamentale un suo gol alla Juventus, battuta 1-0 a Torino.
Oltre al calcio, Gattuso è appassionato di cucina e ha scritto tre libri: "In Rino Veritas", "Se uno nasce quadrato, non muore tondo" e "Il codice Gattuso". Non stupisce affatto vederlo in lacrime in quel 13 maggio 2012, il giorno dell’addio della vecchia guardia, Pippo Inzaghi, Alessandro Nesta e, appunto, Rino Gattuso, inconsolabile sotto la Curva Sud, i cui membri vorrebbero scendere uno ad uno in campo per poterlo abbracciare. Il guerriero, però, continua a combattere.
Dopo l’addio al Milan, Gattuso sceglie le insolite vesti di allenatore-giocatore nel Sion, squadra svizzera. L’avventura termina nel marzo 2013, durando appena lo spazio di tre partite. Nel mese di giugno dello stesso anno, ecco la prima panchina italiana in serie B per Gattuso: il Palermo del vulcanico e compianto patron Maurizio Zamparini. Le cose non vanno meglio nemmeno all’ombra del Monte Pellegrino. Rino, infatti, guida i siciliani appena otto partite, in cui totalizza una media di 1,25 punti a partita. Fatali i due KO consecutivi contro Spezia e Bari e l’uscita al terzo turno di Coppa Italia contro l’Hellas Verona. Al suo posto, ecco Beppe Iachini che porterà i rosanero alla vittoria del campionato cadetto con conseguente promozione in A.
Nel giugno 2014, Gattuso sceglie di andare sull’esotico e si accorda per allenare l’OFI Creta, formazione militante nella massima divisione del campionato greco. Le cose prendono presto una brutta piega e Rino si trasforma presto in un benefattore: nel dicembre 2014, infatti, paga di tasca propria gli stipendi dell’intera rosa ellenica, per un totale di 50mila euro. La crisi economica del paese, infatti, travolge anche il mondo dello sport greco. Il 30 dicembre 2014, dopo averle rassegnate già il 26
MILAN, ITALY - FEBRUARY 25: Ivan Gattuso of AC Milan is challenged by Fabio Bazzani of Sampdoria during the Serie A match between AC Milan and Sampdoria at the Stadio Giuseppe on February 25, 2007 in Milan, Italy. (Photo by New Press/Getty Images)
ottobre precedente per poi ritrattare su pressione dei tifosi, Gattuso lascia definitivamente il club greco:
“Impossibile lavorare. Restare sarebbe poco dignitoso. Avevo già segnalato per tempo pubblicamente, prima col famoso sfogo e poi con le dimissioni di ottobre. Mi ero convinto fosse possibile arginarla. Non immaginavo che i problemi sarebbero ulteriormente aumentati.”
Tra il 2015 e il 2017, Gattuso è ancora al centro di situazioni grottesche e che vanno al di là delle mere questioni di campo: ingaggiato dal Pisa in Lega Pro e ottenuta la promozione in B in finale play-off contro il Foggia, Gattuso è costretto a denunciare gravi inadempienze da parte della società. “I giocatori non mi seguono senza stipendio, Petroni sistemi tutto!” - dirà ai microfoni della stampa dopo una gara col Frosinone.
Il 20 maggio 2017, con la retrocessione dei nerazzurri in serie C, Rino Gattuso lascia i toscani e riabbraccia il suoMilan, inizialmente come allenatore della Primavera, e poi, con l’esonero di Vincenzo Montella a fine novembre, della prima squadra. Dopo un sesto posto e una finale di Coppa Italia persa malamente contro la Juventus, Gattuso guida il Milan anche nella stagione successiva dove vede sfumare la qualificazione Champions per un punto.
Rino sarà poi chiamato a sostituire il padre adottivoCarlo Ancelotti a Napoli, con cui vincerà ai rigori in piena pandemia da Covid-19 il primo trofeo da allenatore, la Coppa Italia, prendendosi la rivincita contro la Juventus di Sarri. La discontinuità della stagione successiva, tuttavia, gli costerà la panchina partenopea e lo seguirà poi anche nelle avventure al Valencia, all'Olympique Marsiglia e all'Hajduk Spalato.
Ora per Rino si sono aperte le porte della Nazionale e la missione è lineare ma al tempo stesso terribilmente importante: riportare gli italiani a rivivere le atmosfere dei Mondiali di calcio dopo due mancate qualificazioni consecutive. In bocca al lupo Rino, sappiamo che per la tua squadra ti butteresti anche nelle fauci di un Tyrannosauro!
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