Esiste un tema De Ketelaere che va affrontato. Prima di essere affrontato, tuttavia, va capito.
Qualità e limiti
Un inutile rimpianto chiamato Cdk
Il primo anno del giocatore belga al Milan è stato negativo, mentre all'Atalanta il ragazzo sta obiettivamente facendo bene.
Questione di ambiente, di peso diverso della maglia, ma non solo.
La posizione in campo
—C’è anche una questione tecnico-tattica che ha enorme preminenza in riferimento al rendimento di Charles De Ketelaere.
Il Milan lo ha acquistato nell’estate 2022 pensando di prendere un trequartista. L’idea era chiara: alzare il livello di qualità sulla trequarti rossonera.
Su quest’idea, nobilissima e perfettamente aderente alla tradizione del Milan, si è però inceppata una macchina perfetta, quella del Milan di Pioli che aveva vinto lo scudetto pochi mesi prima.
Non a caso, se fermate un milanista per la strada e gli chiedere quale sia il problema del Milan, egli a bruciapelo risponderà senza dubbio “i gol subiti”.
Lo sbilanciamento della squadra, iniziato nel 2022, ha portato il Milan dall’essere la migliore difesa della Serie A a diventare una squadra che prende gol balordi.
Giocatore ibrido
—Ma torniamo a Charles. Il campo ha dimostrato che non è un trequartista e che non è nemmeno un centravanti.
Si tratta di un ibrido. Tecnicamente di alto livello, lento sul primo passo, ma con visione di gioco sopra la media.
Rende al massimo da seconda punta o da esterno, ruoli in cui Gasperini lo impiega saggiamente.
Al Milan quei ruoli sono occupati da Rafael Leao e Christian Pulisic. Alzi la mano chi ritiene che il buon Charles potrebbe insidiare la titolarità di uno dei due. Da subentrante, lo ha già dimostrato, si deprime.
E allora, perché rimpiangere un giocatore di valore, con evidenti limiti temperamentali se, indubbiamente, nel suo ruolo il Milan ha due giocatori di livello superiore?
© RIPRODUZIONE RISERVATA