di Andrea Bosco -
DAL NINO AD ALVARITO
Morata come Fernando Torres: il feeling tra il Milan e i centravanti spagnoli
E’ il primo pomeriggio del 30 Gennaio 2025. Fabrizio Romano, uno dei migliori esperti di calciomercato a livello mondiale, sgancia la bomba: Alvaro Morata è in trattativa con il Galatasaray. Una notizia inaspettata e, per certi versi, sconvolgente, considerando che parliamo di un calciatore arrivato appena sei mesi fa e che, nelle intenzioni del Milan, avrebbe dovuto sostituire Olivier Giroud.
I numeri di Alvaro
—Sulla carta, però, c’era poco da spartire con il francese: parliamo di due attaccanti completamente diversi, sia per statura fisica che per caratteristiche tecniche. Giroud, nonostante la carta d’identità, garantiva gol, sponde e centimetri in area di rigore; al contrario di Morata che, carente dal punta di vista realizzativo, compensava con un grande lavoro di sacrificio al servizio della squadra.
I numeri dello spagnolo parlano chiaro: 6 gol e 2 assist in tutte le competizioni da Agosto a Gennaio. Persino Tammy Abraham, che parte come riserva, è riuscito a fare meglio, con 6 gol e 5 assist. Statistiche non entusiasmanti, ma in linea con la sua reputazione. Se il Milan cercava un bomber da 20 gol a stagione, ha evidentemente sbagliato obiettivo.
Le cause della separazione
—Difficile comprendere le reali motivazioni di questo precoce addio. C’è chi sostiene che Morata sia entrato in rotta di collisione con Sergio Conceicao: chi, giustamente, ne fa una questione puramente tattica in vista dell’arrivo di Santiago Gimenez. Si ipotizza sia stato lo stesso Alvaro a chiedere la cessione per non rischiare di giocare meno. Teorie, ipotesi e congetture che non cambiano la realtà dei fatti: non è mai bello quando un investimento viene bocciato dopo sei mesi.
Il paragone con Fernando Torres
—Una vicenda che, seppur con dinamiche differenti, ricorda molto la sfortunata parentesi in rossonero di un altro spagnolo, Fernando Torres. L’ex centravanti di Atletico Madrid, Liverpool e Chelsea approda al Milan nell’estate del 2014 all’età di 30 anni. L’ennesimo colpo del condor Adriano Galliani, che vide nello spagnolo il nome giusto per dare una scossa ad un ambiente letteralmente sfiduciato da un ridimensionamento tecnico-sportivo evidente. Era un altro Milan, un altro Berlusconi e di big ce n’erano pochi; l’unico, forse, era Pippo Inzaghi, ma nelle vesti di allenatore. El Nino si rivelerà un fallimento: un solo gol in 8 apparizioni per un totale di 592 minuti di minutaggio. A Gennaio sarebbe poi stato ceduto all’Atletico Madrid, in un scambio con Alessio Cerci.
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