La fortuna di avere ancora una chance per rilanciarsi, senza indebitarsi, senza ridimensionare il progetto, senza indebolire la rosa, ma soprattutto senza (quasi sicuramente) partecipare alla prossima Champions League nessun club italiano se lo può permettere. Nessuno tranne uno, ma serve un tesoretto...
L'IPOTESI CON THEO, MAIGNAN E LEAO
Milan e il tesoretto da 140 milioni senza Champions, cessione dei big o rivoluzione

Milan e Napoli: un rischio da evitare
—Il Milan dell'annata 2024/25, di Fonseca prima e Conceicao poi, rischia di passare alla storia come la fotocopia del Napoli dell'annata 2023/24 di Rudi Garcia e Walter Mazzarri/Calzona.
Ci sono differenze di contesto però. Partiamo da come sono incominciati i progetti stagionali. La prima differenza: il Napoli aveva appena vinto lo scudetto con Spalletti, il Milan, invece era a fine ciclo con Pioli e per molti anche un ciclo bollito.
Passando alla stagione in corso: il Milan, un trofeo, anche se minore, forse il più piccolo di tutti, in questa stagione l'ha vinto, mentre il Napoli lo scorso anno no. Il Napoli arrivò decimo, il Milan più in basso del nono posto è difficile che scenda e bisogna ancora attendere 6 partite per scoprire la posizione reale, anche se non piacerà a prescindere ai tifosi.
Ora... Le differenze storiche si concludono qui. Adesso per non andare avanti con i paragoni o confronti, il Milan ha ancora una chance. La fortuna di poter avere un tesoretto che possa generare una spinta sportiva il prossimo anno. Una spinta senza debiti, senza rischi economici da prendersi, senza cessioni di Maignan, Theo, Leao, Pulisic o Reijnders. Una spinta senza rivoluzioni di nessun tipo. Una spinta che non riguarda né la scelta del futuro Direttore Sportivo, né del futuro allenatore (anche se attenderei ancora fine maggio per capire cosa possa accadere a Conceicao).

Senza Coppe Europee, sportivamente no, ma economicamente sì
—Champions League, Europa League e Conference non c'entrano. Il Milan avrebbe anche la fortuna di non essere obbligata a partecipare per ottenere questo tesoretto. (Si prega di rileggere correttamente la frase prima di inalberarsi). Sportivamente ovvio che il Milan non può permettersi di restar fuori dall'Europa. Come non deve permettersi di vedere dal divano i cugini arrivare in semifinale di Champions e poi nascondersi il giorno dopo per vergogna, imbarazzo o per inferiorità sportiva.
Questo l'AC Milan non può e non deve permettere che accada mai, ma adesso la morale non ha alcun senso. La realtà dice ben altro e sbatte in faccia a tutti, dirigenza, squadra, allenatore e tifosi, la cruda verità. Una verità con la quale doverci convivere. Farlo con intelligenza, astuzia e scaltrezza potrebbe però giovare al club.

Milan, il giudizio, il DS e la programmazione del gruppo di lavoro
—Nessuno preso singolarmente o come gruppo di lavoro sarebbe poi ridicolizzato, messo alla gogna come spesso viene fatto. Non dico che arriverebbero degli applausi, ma sicuramente tutti ammirerebbero con stupore, incredulità e tanta attesa di vedere come si proceda per il dopo, il lavoro della dirigenza da fine maggio a inizio/metà luglio.
In questo momento il tema caldo che fa vendere i giornali è quello del Direttore Sportivo e del famoso casting. La critica è di non saper programmare celermente. Una critica che per il momento non ha base solide e questo perché basata su ricostruzioni giornalistiche e non su quello che all'interno del club viene detto o fatto. Questo lo diciamo perché nel momento in cui il futuro DS sia attualmente occupato, come si potrebbe chiudere con un contratto e un annuncio? Come si potrebbe programmare da adesso la prossima stagione? Come si potrebbe scegliere il prossimo allenatore? Come? (Di questo però ne abbiamo parlato qui).

Un nuovo inizio: senza rivoluzioni, senza cessioni di big
—Tornando al tesoretto. La programmazione è importantissima e qui è giusto in caso non ci siano notizie positive, poter e dover criticare il club. Il Milan senza Champions League rischia di perdere 60 milioni di euro più altri 30-40 derivanti dall'indotto. Insomma la cifra è cospicua e potrebbe superare i 100 milioni.
Il Napoli, tornando brevemente al paragone, è vero che ha preso Conte, ma ha dovuto privarsi dei suoi big: Osimhen e Kvaratskhelia. Pensate allora a un Milan senza Leao e Reijnders o senza Leao e Pulisic.
Ma questo il Milan può permettersi di non farlo e non perché in squadra ci siano altri big da poter vendere come Maignan e Theo. Può non farlo perché ha la fortuna di generare ricavi grazie a tanti altri giocatori prestati in Italia e all'Estero che possa generare fortune.
Uno potrebbe dire che è compito di un Direttore Sportivo vendere anche i giocatori in prestito. Vero anche questo, ma il Milan non deve per forza attendere un DS per incominciare a fare ciò. I ''poteri sportivi'' seppur divisi tra più figure dirigenziali il club ce li ha. Questo anche viene dimenticato.

Milan il tesoretto da cui ripartire senza Champions League
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Le altre cessioni minori per gonfiare il tesoretto
—Dai soli prestiti o contratti a scadenza il Milanarriverebbe a incassare una cifra pari a 116,5 milioni di euro. A questi andrebbero sommati eventualmente i risparmi dall'ingaggio di un calciatore ormai lontanissimo da Milanello, ma che pesa come un macigno sulle casse del club, ovvero Origi (7milioni circa l'ingaggio a lordo). La situazione del prestito di Colombo potrebbe concludersi con una cessione definitiva. Il Milan valuta il calciatore circa 5 milioni di euro e con buona probabilità potrebbe essere inserita anche una percentuale sulla futura rivendita. Arriviamo così a 128.5 milioni di euro.
Ai per ora certi di avere almeno un piede fuori Milanello, il Milan potrebbe aggiungere almeno altri 4 giocatori che non hanno convinto il club per la poca costanza, i troppi infortuni e la poca incisività difensiva e realizzativa. Parliamo di

Milan ecco il famoso tesoretto da 140 milioni di euro
—La cifra complessiva arriva a circa 190 milioni di euro. A questi bisognerebbe eventualmente togliere i soldi spesi per il possibile riscatto di Abraham nella trattativa con Saelemaekers. Tra cartellino e ingaggio a lordo calcoliamo un 35 milioni di euro. Infine in caso di permanenza di Walker, il Milan verserà 5.5 milioni nelle casse del City e a questi bisognerebbe aggiungere 7 milioni di ingaggio a lordo. I 190 milioni scenderebbero a 142.5 milioni di euro, ma il tesoretto sarebbe incredibile ugualmente.
Adesso arriva la vera fortuna del Milan
—La fortuna di cedere tutti questi giocatori è quella di non dover comprare altrettanti giocatori per numero. Al Milan serve un equilibratore in attacco servono due centrocampisti uno di costruzione uno difensivo.
Serve un grande top player in difesa e poi, se si è senza coppe e con un allenatore alla Conte il portare in prima squadra giocatore come Bartesaghi, Zeroli e Vos, confermarne altri come Jimenez Liberali e Camarda non significherebbe per nulla ridimensionare il progetto, ma semplicemente capire che da un “Condottiero” in un’ambiente sano, anche un giovane calciatore promettete può risultare utile in una lunga rosa
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