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Se esistesse un parametro per mettere in scala le rivalità più accese del panorama calcistico, uno dei gradini più alti del podio sarebbe senza alcun dubbio conteso dall'antagonismo tra Panathinaikos e Olympiacos. In patria lo chiamano “il derby degli eterni nemici” e mette di fronte due volti della stessa realtà: Atene.
Quella tra le due compagini è la sfida tra i due club più vincenti del calcio greco, nati agli inizi del ventesimo secolo in rappresentanza di due differenti classi sociali. I biancoverdi sono l’espressione sportiva dell’alta borghesia della capitale, mentre i biancorossi sono figli del Pireo, della zona portuale, di un popolo di lavoratori.
Quella di Panathinaikos e Olympiacos, però, è anche una storia di profondi conflitti e violenze che hanno segnato lo sport ellenico. Perché spesso e volentieri, il derby della capitale si è trasformato nel racconto di una guerriglia urbana.
La cronaca dei primi scontri tra le due tifoserie risale addirittura agli anni ’30, ma è soprattutto tra gli anni ’80 e ’90 che gli incroci tra le due squadre diventano sistematicamente campo di battaglia, richiamando spesso l’intervento diretto del Governo. È la naturale conseguenza dell’affermazione dei due principali gruppi del tifo organizzato nel Paese: i “Gate 13” del Pana e i “Gate 7” dei Thrylos.
Di anno in anno, di partita in partita, non solo nel calcio ma anche nel basket e nel volley, ogni occasione è pretesto per darsele di santa ragione. E, a quanto pare, a nulla è servito il tragico epilogo degli scontri del 2007.
La morte di Mihalis Filopoulos, tifoso del Panathinaikos, avvenuta durante uno scontro tra ultras delle due squadre, rappresenta uno degli episodi più drammatici nella storia del calcio greco.
La mattina del 29 marzo 2007, diverse centinaia di tifosi del Panathinaikos e dell’Olympiacos arrivano nei pressi della città di Peania. Le due frange più estreme del tifo si erano date appuntamento in occasione del derby di pallavolo femminile, consapevoli che l’attenzione delle forze dell’ordine sarebbe stata più bassa. Quando “Gate 13” e “Gate 7” vengono a contatto, per le strade del borgo di Atene scoppia il finimondo.
Pietre, lame, bastoni, spranghe di ferro e bombe carta dominano la scena. In questo contesto, il ventiduenne Mihalis Filopoulos viene brutalmente assalito e ucciso da alcuni ultras biancorossi. Le immagini del corpo senza vita del giovane abbandonato in strada furono riprese dalle televisioni greche e dominarono i notiziari nei giorni a seguire, suscitando indignazione e shock tra i cittadini.
La morte di Filopoulos ebbe ripercussioni immediate nel mondo dello sport greco. Le autorità decisero di sospendere tutti i campionati sportivi per due settimane e avviare profonde riflessioni sul tema della sicurezza negli stadi, sulla falsa riga di quanto avvenuto in Italia dopo l’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti negli scontri di Catania-Palermo.
Le indagini successive evidenziarono il coinvolgimento negli scontri anche di alcuni personaggi interni agli organigrammi delle due società. Un elemento che rese chiaro al Governo quanto il tifo organizzato fosse realmente intriso nelle maglie delle strutture societarie e componente identitaria e inscindibile dei due club.
Il processo si concluse con l’identificazione di 28 persone durante gli scontri. Nove di queste furono accusate di concorso in omicidio per la morte di Mihalis Filopoulos, ma nonostante le confessioni dei soggetti coinvolti, le condanne furono annullate e il caso archiviato dopo aver evidenziato alcuni errori processuali.
Come spesso accade in queste situazioni, alle tante parole spese dal Governo e dalla Federcalcio ellenica non sono seguiti i fatti. Ed ecco che, ancor oggi, 17 anni dopo Filopoulos, ogni incrocio tra le due squadre riserva il concreto rischio di restituire un bollettino di guerra.
A nulla sono serviti i vari provvedimenti adottati nel tempo. Settori chiusi, stadi chiusi, campi neutri, trasferte vietate e gare sospese: solamente banali palliativi che non hanno scalfito in alcun modo l’integralismo ultras. Lo dimostrano, ad esempio, i recentissimi scontri accaduti a maggio, a Berlino, in occasione delle Final Four di Eurolega, a cui sono seguiti 89 arresti da parte delle autorità tedesche.
Questa domenica Panathinaikos e Olympiacos si affronteranno per la prima volta in stagione. L’appuntamento è fissato per domenica, ore 19:30, allo Stadio Olimpico Spyros Louis, e l’allerta in città è chiaramente altissima. La speranza è che il racconto della sfida rimanga inciso solamente sulle pagine della cronaca sportiva e che non faccia invasione di campo, ancora una volta, sulle colonne della cronaca nera.
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